- Che cos’è
- L’attività
- Perché si usa
- Come si usa il biancospino
- Effetti collaterali del biancospino
- Precauzioni
- Interazioni
Che cos’è
Il biancospino (Crataegus oxyacantha – la specie selvatica – o Crataegus monogyna – la specie comune) è un arbusto comune, dalle dimensioni contenute, che cresce spontaneamente nelle zone temperate dell'emisfero nord (Europa, Asia, America).
In Italia è diffuso su tutto il territorio (isole incluse), soprattutto nel sottobosco, ai margini di aree boscosi e nei pascoli alberati, poiché ha una preferenza per la terra più umida e per gli ambienti freschi.
Oltre che in pianura, può essere trovato anche in montagna, fino a quote di 1.200 o, nelle aree a clima più caldo, 1.500 metri, sempre in un ambiente umido e ombroso, perlopiù nelle zone che circondano i boschi. È possibile coltivarlo, sebbene non con i medesimi risultati di quello selvatico, anche nel proprio giardino, mettendo in atto opportuni accorgimenti e scegliendo terreni adatti.
Per secoli, il biancospino è stato usato per delimitare i campi; nel corso della storia, però, sono state anche individuate le sue numerose proprietà benefiche, note alla sapienza popolare in tutto il mondo. Appartenente alla famiglia delle Rosaceae, il suo nome deriva dal greco kràtaigos, termine che richiama il concetto di “forza”. È dotato di spine, e forma siepi ornamentali per i suoi bei fiori bianchi in primavera e le bacche rosse che maturano in inverno.
In genere, non si tratta di un albero molto alto: in media raggiunge i 3-5 metri sia in natura che nelle coltivazioni. Il colore dei suoi rami varia dal bruno-rossiccio al grigio, e le sue foglie hanno una forma piuttosto variabile. I fiori, ermafroditi, spuntano tra aprile e maggio per lasciare spazio verso la fine dell'estate ai frutti, dal forte colore rosso, che rimarranno disponibili durante tutta la stagione fredda dopo il periodo della fioritura, da settembre fino alla fine dell'inverno.
L’attività
Il biancospino è una fonte di antiossidanti (tra cui spiccano le procianidine oligomeriche e la quercertina), di steroli e di altri composti interessanti per la salute.
Dai fiori e dalle foglie essiccati si ricavano flavonoidi e proantocianidoli. I primi sono potenti antiossidanti e “spazzini” dei radicali liberi, utili nella prevenzione di malattie cardiovascolari e infiammatorie.
Insieme ai proantocianidoli, famiglia di polifenoli che appartiene alla classe dei flavonoidi hanno funzioni cardioprotettiva, sedativa e antiradicalica, e possono essere assunti al bisogno dai pazienti che soffrono di condizioni patologiche del cuore o del sistema cardiocircolatorio.
Azione cardioprotettiva: i flavonoidi inducono dilatazione dei vasi sanguigni addominali e, soprattutto, di quelli coronarici che portano il sangue al cuore, con conseguente riduzione della pressione arteriosa. Utile nei casi di ipertensione arteriosa, lieve o moderata, specie se di origine nervosa. Il biancospino diminuisce anche in modo sensibile la frequenza dei battiti del cuore, rivelandosi utile nell’angina e in tutti i disturbi dovuti a ipereccitabilità del cuore. Studi clinici hanno dimostrato che l'estratto secco titolato di biancospino può ridurre, nello scompenso cardiaco, la frequenza cardiaca, il gonfiore alle caviglie e la pressione arteriosa con riduzione dei sintomi di sofferenza senza la comparsa di effetti collaterali.
Azione sedativa: i tannini e i flavonoidi contenuti nel biancospino agiscono a livello del sistema nervoso centrale, risultando utili soprattutto nei pazienti molto nervosi, nei quali riduce l'emotività, lo stato di tensione e migliora il sonno.
Azione antiradicalica: il biancospino è in grado di intrappolare i radicali liberi riducendo l’accumulo di colesterolo nella parete dei vasi sanguigni che tende a depositarsi dopo essere stato ossidato. In questo modo, ostacola l’aterosclerosi.
Perché si usa
Il biancospino trova da tempo spazio in alimentazione. Si racconta che i suoi frutti, in genere raccolti durante l'autunno, venissero utilizzati dai monaci del Centro Italia per preparare infusi e sciroppi; questo impiego continua anche oggi, affiancandosi alla preparazione di confetture e liquori.
Anche fiori, foglie e corteccia della pianta possono essere introdotti nella dieta quotidiana, ma, più che a deliziare il palato, il loro impiego serve a prendersi cura della salute. In particolare, il biancospino è utile in caso di tachicardia e di nervosismo e ipereccitabilità che hanno ripercussioni a livello del cuore.
In caso, ad esempio, di scompenso cardiaco – una condizione in cui il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza verso gli altri organi – il biancospino sembra riuscire a migliorare significativamente la funzionalità del muscolo cardiaco, tanto da aumentare anche la possibilità di praticare attività fisica nonostante il problema con cui si convive.
Inoltre alcuni studi indicano che il biancospino può essere d'aiuto in caso di angina pectoris (una condizione causata da una riduzione del flusso del sangue al cuore caratterizzata dalla comparsa di dolori al petto) e, nel caso in cui sia necessario, tenere sotto controllo la pressione alta.
L'assunzione di biancospino viene suggerita anche per proteggere la salute dall'aumento dei rischi corsi da cuore e arterie tipico della menopausa. Le proposte d'uso del biancospino vanno però anche oltre la protezione del benessere cardiovascolare e le sue funzionalità cardiotoniche.
Non manca chi lo assume in caso di problemi all'apparato digerente (ad esempio, contro i dolori allo stomaco o la diarrea), per aumentare la produzione di urina (perché all'iperoside, uno dei flavonoidi del biancospino, viene attribuito un effetto diuretico), infezioni intestinali, disturbi mestruali, l'insonnia o problemi riguardanti non tanto la salute del corpo quanto la sfera psicologica e psichiatrica.
Il biancospino sembra infatti essere un efficace sedativo in grado di aiutare a dormire meglio; inoltre, può aiutare a combattere ansia, angoscia e agitazione mentale.
Infine, il biancospino viene anche applicato sulla pelle per trattare pruriti, ulcere, piaghe, foruncoli e geloni, e la sua assunzione viene consigliata agli uomini che perdono i capelli a causa dello stress e che allo stesso tempo soffrono di palpitazioni.
Oltre al biancospino, le altre piante officinali con azione rilassante e proprietà e caratteristiche sedative sono:
Pianta | Benefici |
---|---|
Camomilla | Rimedio classico per attenuare ansia e irritabilità, nonché curare l’insonnia |
Damiana | Utile in caso di superlavoro fisico o intellettuale, stanchezza, stress e stati depressivi |
Eleuterococco | Utile in caso di stress, fisico e psichico |
Escolzia | Allevia nervosismo, ansia e stress |
Ginkgo biloba | Contiene terpeni, che esercitano un'azione nutritiva e protettiva sui neuroni |
Iperico | Possiede proprietà rasserenanti e calmanti |
Lavanda | Contrasta irrequietezza, insonnia e nervosismo |
Melissa | È utile nei disturbi da stress, stanchezza, insonnia |
Valeriana | Aiuta in caso di disturbi del sonno e stati ansiosi |
Leggi anche la risposta del nostro esperto di fitoterapia, a un utente, sul tema Biancospino nell'ansia con attacchi di panico.
Come si usa il biancospino
In passato sia le bacche che le foglie e i fiori di biancospino sono state utilizzati a scopo medicinale. Le preparazioni più moderne si limitano, però, ad utilizzare fiori e foglie, più ricchi di flavonoidi rispetto al frutto.
Le proprietà benefiche del biancospino possono essere sfruttate preparando una tazza di tè o delle tisane mettendo in infusione in acqua qualche cucchiaio di foglie, fiori o bacche essiccati.
Una tisana al biancospino, oltre a essere uno dei modi più classici per godere dei benefici di questo prodotto, è anche facilissima da preparare in cucina. Sotto forma di tisana o infuso, questo piccolo arbusto spinoso offre foglie e fiori dal sapore delicato ma intenso, perfetto per il periodo invernale, magari da sorseggiare per rilassarsi durante le vacanze di Natale, al termine del pranzo o della cena.
Alla preparazione dell'infuso possono essere aggiunti anche altri ingredienti, come la camomilla, ma questo metodo di preparazione non permette di quantificare i benefici che se ne possono ricavare.
Il mercato dei rimedi naturali offre invece prodotti (dall'olio essenziale alla tintura madre, passando per estratti liquidi e capsule, a volte contenenti anche altri rimedi naturali, ad esempio la valeriana o la passiflora, facilmente reperibili in erboristeria) in cui il contenuto in biancospino è accuratamente standardizzato, e selezionato sempre solo a partire dalle estremità fiorite o dalle foglie.
In genere, il biancospino è impiegato sotto forma di estratto secco nebulizzato e titolato in vitexina (minimo 0,7% secondo la Farmacopea italiana) la cui dose è di 500-1.000 milligrammi al giorno da assumere lontano dai pasti per almeno 6 settimane.
In alternativa, è disponibile e facilmente reperibile sotto forma di gocce da diluire in acqua, oppure in pastiglie con diversi dosaggi di estratto di biancospino. IDi solito, i prodotti a base di biancospino si trovano in vendita, a un prezzo contenuto, in tutte le erboristerie e i negozi specializzati in prodotti vegetali o agricoltura biologica.
Secondo la Farmacopea francese X, invece, il minimo sale a 1,5% e la dose giornaliera varia da 9 a 13 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo, suddivisi in due o tre somministrazioni (sempre lontano dai pasti).
Effetti collaterali del biancospino
Come tutte le erbe, le piante medicinali e gli altri rimedi naturali, anche il biancospino contiene principi attivi che possono scatenare effetti collaterali o interagire con altri fitoterapici, integratori o farmaci, la cui combinazione può causare alcuni eventi avversi.
Gli effetti indesiderati sono rari e riguardano principalmente disturbi allo stomaco (ad esempio nausea) soprattutto in pazienti affetti da gastrite e ulcera peptica. Questi disturbi, comunque, cessano sospendendo l’assunzione di biancospino.
Inoltre l'assunzione di questa erba, anziché apportare un miglioramento nel benessere, può scatenare mal di testa, emicrania, vertigini, capogiri e palpitazioni nelle persone predisposte o che soffrono di determinate patologie.
Precauzioni
Da un'analisi degli studi clinici presenti in letteratura è possibile concludere che almeno finché viene assunto a dosi comprese tra 160 mg e 1,8 g al giorno per un periodo di 3-24 settimane il biancospino è un rimedio sicuro. Ciò significa che, com’è normale per quasi ogni tipo di rimedio naturale, è possibile assumerlo ogni giorno, specie se come tisana o comunque in forma di prodotto alimentare, purché non si esageri rispetto alle quantità consigliate.
Tuttavia, il biancospino deve essere usato con prudenza se la frequenza cardiaca è inferiore a 60 battiti al minuto (bradicardia) e nei disturbi della conduzione dello stimolo elettrico nel cuore.
Non va usato durante la gravidanza e l’allattamento e non deve essere somministrato ai bambini senza aver prima consultato il pediatra.
È bene ricordare che le malattie cardiache sono problemi seri che non devono essere affrontati con leggerezza affidandosi semplicemente al fai da te. Per questo, anche se prodotti a base di biancospino possono essere acquistati senza prescrizione medica, è meglio affidarsi ai consigli di un esperto per sapere qual è il modo migliore per affrontare i disturbi al cuore di cui si soffre.
Inoltre, è consigliabile segnalare al medico qualunque effetto inatteso o malessere con cui si dovesse avere a che fare in seguito all'assunzione di biancospino. In particolare, è importante rivolgersi a un medico nel caso in cui il numero di attacchi di angina dovessero aumentare o il dolore si intensificasse o se dovesse aumentare il senso di affaticamento mentre si cammina o si pratica dell'attività fisica.
Occorre ricordare, infatti, che l’utilizzo di integratori alimentari, anche se a base di erbe o spezie comuni, non va mai intrapreso senza chiedere preventivamente un consulto al proprio medico di famiglia. Agli integratori, infatti, sarebbe sempre bene ricorrere solo in caso di un problema reale o comunque di una effettiva carenza di determinate sostanze nutritive.
Interazioni
Il biancospino interferisce con l'azione della digossina – principio attivo utilizzato in caso di aritmie e per favorire la regolarità della pressione arteriosa – e quindi potenzia gli effetti della digitale (Digitalis purpurea, pianta erbacea biennale) sul cuore, e amplifica l’azione dei farmaci betabloccanti utilizzati per dilatare i vasi sanguigni e abbassare la pressione del sangue.
Inoltre, può aumentare l'efficacia dei calcio antagonisti, un'altra classe di farmaci (noti anche come bloccanti dei canali del calcio) in grado di dilatare i vasi sanguigni e che per questo vengono utilizzati nel trattamento dell'angina e della pressione alta.
Infine, sembra che gli estratti di bacche di biancospino riducano l'efficacia della fenilefrina (principio attivo dall'effetto vasocostrittore comunemente utilizzato nei decongestionanti nasali), e non è possibile escludere a priori la possibilità che la sua azione si sommi a quella di farmaci per il trattamento della disfunzione erettile (gli inibitori della 5-fosfodiesterasi) aumentando il rischio di pressione bassa, o con i nitrati (che aumentano il flusso del sangue al cuore) portando a capogiri o a una strana sensazione di avere la testa leggera.
Se il tuo problema è l'insonnia, ascolta il parere del farmacista di Saperesalute.it