Diarrea

Che cos’è

La diarrea, o dissenteria, è un disturbo dell’intestino che si manifesta con scariche frequenti di feci liquide o semiliquide. Va considerato un sintomo e non una malattia.

In base alla sua durata, si può distinguere tra:

  • diarrea acuta, se dura meno di 2 settimane;
  • diarrea cronica, se è presente per più di 3-4 settimane.

Per parlare di vera e propria diarrea, le scariche devono essere superiori o uguali a tre al giorno e la normale consistenza delle feci dev'essere alterata. In generale, si può affermare che la diarrea diventa cronica quando persiste tutti i giorni per oltre 3-4 settimane.

Inoltre, è importante distinguere una condizione di vera e propria diarrea dal manifestarsi di una singola scarica di feci liquide o semiliquide, che può apparire improvvisamente e apparentemente senza una specifica causa. A questo proposito, vediamo quali sono le cause più comuni di diarrea, come fare a riconoscerla correttamente e quando è necessario rivolgersi a uno specialista per effettuare una visita medica accurata.

Cause

La comparsa di diarrea può dipendere dall’ingestione di acqua e cibi contaminati da virus, batteri o parassiti. Tra i virus più spesso chiamati in causa in questo tipo di infezione gastrointestinale ci sono il norovirus e il rotavirus, mentre le forme batteriche sono spesso attribuibili a Campylobacter, Escherichia coli, Salmonella e Shigella. La Giardia, un microrganismo che vive nell’acqua, è il principale responsabile delle forme parassitarie.

Un altro batterio legato al disturbo da diarrea è il Clostridium difficile. L'infezione da Clostridium difficile può presentare sintomi anche molto intensi, tra cui diarrea liquida, nausea e vomito, perdita di appetito e malattia infiammatoria dell'intestino, legata a colite e dolori addominali.

In alcuni casi, i virus possono essere efficacemente contrastati grazie a un apposito vaccino, che può essere somministrato già dalle prime settimane di vita. I vaccini aiutano a diminuire notevolmente il rischio di forti episodi di diarrea nei bambini, che possono verificarsi anche durante tutto il periodo di crescita.

Altre tipologie di virus, invece, possono venire a contatto con l'organismo quando si decide di intraprendere un viaggio in un paese straniero; virus che potrebbero causare una sintomatologia particolarmente forte nei soggetti più sensibili. Ad esempio, tra le gastroenteriti acute rientra anche la diarrea del viaggiatore che colpisce chi soggiorna in Paesi dal clima caldo-umido e con carenti condizioni igienico-sanitarie. I principali alimenti a rischio per questo tipo di diarrea sono: molluschi, uova, carne cruda o poco cotta, verdura e frutta lavate con acqua contaminata, latticini non pastorizzati, bibite con ghiaccio.

La diarrea può anche avere origine da un'intolleranza alimentare (al lattosio, al glutine), da un consumo eccessivo di dolcificanti o dall’impiego di antibiotici che danneggiano la flora batterica intestinale.

L’intolleranza al lattosio, nello specifico, è dovuta alla mancata o ridotta produzione di lattasi, l’enzima deputato alla digestione del lattosio. In chi è intollerante, il consumo di latte e derivati contenenti questo zucchero provoca una reazione che si manifesta con disturbi gastrointestinali più o meno intensi. Il lattosio non digerito si accumula, infatti, nell’intestino dove richiama acqua e viene fermentato da parte dei microrganismi della flora batterica intestinale, provocando diarrea, flatulenza, gonfiore e dolore addominale.

Nel caso della celiachia, causata da un’intolleranza permanente al glutine, il consumo di alimenti contenenti questo complesso proteico (tra cui frumento, farro, kamut, orzo e segale) provoca una reazione avversa del sistema immunitario a livello dell’intestino tenue, che viene così danneggiato, rendendo più difficile l’assorbimento dei diversi nutrienti. In circa il 25-30 per cento dei casi, la celiachia si presenta con sintomi caratteristici quali diarrea, dimagrimento e dolori addominali.

Per quanto riguarda i dolcificanti, tra quelli che, se usati in dosi eccessive, possono causare diarrea e gonfiore addominale, ricordiamo per esempio il sorbitolo, il mannitolo e lo xilitolo. Questi zuccheri, una volta raggiunta l’ultima porzione dell’intestino, generano gas perché subiscono processi di fermentazione da parte dei microrganismi della flora intestinale.

In generale, chi presenta delle specifiche intolleranze o è predisposto a soffrire di disturbi all'apparato gastrointestinale, dovrebbe prestare maggiore attenzione a tutti gli elementi contenuti nei cibi acquistati. Anche singole tracce, come nel caso dell'intolleranza al glutine, potrebbero scatenare una reazione infiammatoria e, di conseguenza, diarrea ed emissione di gas (flautulenza).

Anche una dieta troppo ricca di grassi (contenuti principalmente negli alimenti confezionati), un'eccessiva quantità di caffeina o un consumo smodato di fibre, potrebbero essere concause di una situazione di diarrea acuta o cronica.

La diarrea può essere causata anche da un'alterata motilità intestinale tipica del colon irritabile e di altre malattie croniche infiammatorie dell’intestino (Morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa) o comparire a seguito di eventi emotivamente stressanti.

Chi soffre della sindrome del colon irritabile presenta, in particolare, un’alterazione della motilità dell’intestino e della sensibilità dei visceri. I sintomi tipici sono crampi addominali e alterazioni della regolarità intestinale, con fasi di diarrea o al contrario di stitichezza.

Molto spesso, al contrario di altri disturbi, la sindrome dell'intestino irritabile è legata a una situazione di ansia e di malessere psicologico. L'intestino, infatti, è particolarmente sensibile agli sbalzi di umore, e rappresenta un campanello di allarme molto importante in questo senso. Tuttavia, anche le intolleranze alimentari citate in precedenza o un eccessivo consumo di alcolici possono essere la causa di un'infiammazione del tratto finale dell'intestino.

La malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono invece due malattie infiammatorie intestinali caratterizzate da un processo infiammatorio cronico di tratti dell’intestino. La malattia di Crohn può interessare tutto l’apparato digerente, dalla bocca all’ano, ma la forma più comune, che riguarda circa i due terzi dei malati, è quella che colpisce l’ultimo tratto dell’intestino tenue (l’ileo terminale) e si manifesta, in genere, con tre sintomi non sempre presenti contemporaneamente: diarrea cronica, calo di peso e mal di pancia ricorrente. La rettocolite ulcerosa, invece, interessa solo il retto e/o il colon con un’infiammazione continua che riguarda gli strati più superficiali della mucosa intestinale. I sintomi tipici, che si presentano sin dall’esordio della malattia, sono il dolore addominale e la diarrea frammista a sangue.

Talvolta la diarrea è uno dei sintomi della diverticolite, ovvero l’infiammazione dei diverticoli intestinali, piccole estroflessioni che si formano nella parete dell’apparato digerente, quasi sempre a livello dell'ultima porzione dell'intestino.

Tra e cause più comuni della diarrea devono essere citati anche gli effetti collaterali di una terapia antibiotica: gli antibiotici potrebbero danneggiare in maniera temporanea la flora batterica intestinale, esponendo l'apparato digerente al rischio di infiammazione. Anche una dose eccessiva di lassativi o l'utilizzo di farmaci chemioterapici possono portare alla stessa conseguenza.

Infine, episodi di diarrea sono abbastanza comuni anche durante la gravidanza.

Se vuoi sapere che cosa mangiare e cosa evitare in caso di diarrea leggi anche questo articolo.

Sintomi associati comuni

Le scariche di diarrea si associano spesso a dolore addominale, nausea, vomito, debolezza, stanchezza e disidratazione. A volte può comparire anche la febbre. Altri sintomi talvolta associati alla diarrea sono il mal di testa e la perdita di appetito.

Le forme acute sono caratterizzate da numerosi attacchi concentrati in pochi giorni; nelle forme croniche, invece, la diarrea persiste anche per mesi con conseguente malassorbimento degli alimenti.

In quest'ultimo caso, soprattutto se la diarrea non si manifesta con feci totalmente liquide, si tende a sottovalutare il disturbo, limitandosi all'assunzione di probiotici e farmaci antidiarroici. Niente di più sbagliato: quando si verifica una situazione di sintomatologia cronica, è necessario consultare il proprio medico.

 

Complicazioni

Soprattutto nei bambini piccoli e negli anziani, la principale complicazione della diarrea è l’eccessiva perdita di liquidi e sali minerali con le feci.

I sintomi della disidratazione che ne consegue sono bocca asciutta, vertigini, urine scure e aumento della frequenza cardiaca. Altri segni di disidratazione sono inoltre pelle secca, pallore cutaneo e occhi infossati.

Se sopraggiungono questi sintomi, è importante assumere quanto prima un quantitativo di acqua sufficiente alla reidratazione dell'organismo per farlo tornare alla sua piena funzionalità. In alcuni casi, sarà necessario utilizzare integratori di elettroliti, come magnesio e potassio, per reinserire il quantitativo perso durante la disidratazione. Anche il consumo di frutta ricca di potassio come le banane può aiutare allo scopo.

In altri casi, è possibile rilevare la presenza di sangue nelle feci. In questo caso, è necessario rivolgersi appena possibile al proprio medico di fiducia, perché la diarrea potrebbe essere il sintomo di una patologia più grave.

Diagnosi

Può capitare a chiunque di soffrire di episodi di diarrea. Nella maggior parte dei casi il sintomo si risolve in pochi giorni, ma se ciò non accade bisogna rivolgersi al medico di famiglia che, per identificarne le cause, potrebbe prescrivere alcuni esami del sangue e strumentali.

Se si sospetta una gastroenterite in genere non servono esami per confermare la diagnosi, fatto salvo alcune situazioni più delicate, per esempio qualora si abbia a che fare con bimbi affetti da patologie croniche o con sintomi severi e duraturi, tali da richiedere il ricovero in ospedale. In questi casi, attraverso gli esami microbiologici, si può individuare il germe responsabile e instaurare un trattamento mirato.

Se si sospetta che i disturbi della defecazione siano conseguenza di un’intolleranza al lattosio si può ricorrere al breath test o test del respiro (che consiste nel far soffiare il paziente dentro uno speciale palloncino, prima e dopo avergli somministrato lattosio), mentre se si ipotizza un’intolleranza al glutine vanno dosati gli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio.

Per diagnosticare la malattia di Crohn serve innanzitutto un esame endoscopico del tratto intestinale interessato con esame istologico. In genere, in seguito occorre eseguire altri accertamenti come, per esempio, l’ecografia delle anse intestinali, il clisma dell’intestino tenue, la Tac o la risonanza magnetica a seconda del caso specifico. Nel caso della rettocolite ulcerosa, i sintomi sono già molto chiari e per avere una conferma è sufficiente, di solito, la colonscopia con l’esame istologico.

Per risalire alla causa della diarrea, in casi specifici può essere utile eseguire anche l’esplorazione rettale digitale.

Quando consultare il medico

Se insieme con la diarrea compare sangue nelle feci o febbre alta è necessario rivolgersi al medico.

Il medico va consultato anche quando, indipendentemente da dieta e cure, la diarrea non si risolve o è ricorrente. Sottovalutare il sintomo senza ricorrere a un consulto specialistico potrebbe portare la malattia a peggiorare, compromettendo il corretto transito intestinale e rendendo il disturbo debilitante per il paziente.

In alcuni casi, lo stato infiammatorio prolungato concomitante all'indebolimento della membrana intestinale potrebbe estendersi all'apparato urinario, causando problemi di minzione.

Prevenzione

Visto che una delle cause più comuni di diarrea è rappresentata dalle infezioni virali e batteriche, è possibile mettere in atto alcuni accorgimenti preventivi, primo fra tutti rispettare elevati standard di igiene. Per questo motivo si consiglia di lavare accuratamente e spesso le mani con acqua calda e sapone, soprattutto dopo essere andati in bagno e prima di mangiare o preparare il cibo, e di evitare di condividere asciugamani, tovaglioli, posate, bicchieri o utensili con gli altri. Per prevenire intossicazioni alimentari è utile, inoltre, non conservare alimenti crudi e cotti insieme e cuocere sempre il cibo in modo accurato.

Per tenere lontana la diarrea del viaggiatore quando ci si reca in Paesi a rischio bisogna evitare di bere l'acqua del rubinetto e non far aggiungere il ghiaccio alle bevande, non mangiare frutti di mare crudi o poco cotti, carne e pollo non cotti accuratamente, evitare latte e latticini non pastorizzati e rinunciare a insalate e verdure crude. In questo modo è possibile limitare al minimo il rischio di assumere patogeni e tossine.

Per prevenire l’infezione virale da Rotavirus, la causa più comune di gastroenterite nei bambini al di sotto dei 5 anni, esistono anche vaccini somministrabili per bocca nei primi mesi di vita, molto validi per ridurre gli episodi e soprattutto la loro gravità.

Infine, una dieta bilanciata e controllata può essere utile per limitare i rischi di diarrea, soprattutto quando si soffre di sindrome da colon irritabile.

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