Che cos’è
L’emicrania è una forma di mal di testa che predilige le donne, colpite fino a quattro volte più degli uomini, soprattutto durante l’età fertile
In genere, gli attacchi compaiono prima dei trent’anni per ripresentarsi poi in modo occasionale o cronico. Il dolore associato può essere così marcato da essere invalidante al punto da impedire le attività abituali e costringere al riposo a letto.
Cause
Le cause esatte dell’emicrania non sono note. Si sa, però, che la malattia può essere favorita da una predisposizione genetica, visto che è spesso frequente in più membri della stessa famiglia.
Esiste inoltre un insieme abbastanza articolato e variabile di fattori che possono promuovere lo scatenamento degli attacchi. I più comuni sono: l’esposizione a luce, freddo e rumore intensi; lo stress; il riposo notturno insufficiente; le alterazioni ormonali; l’assunzione di particolari alimenti, bevande o farmaci.
Guarda anche il video [L'emicrania e i suoi segreti.][1]
Sintomi comuni
Il dolore intenso e pulsante, concentrato in una sola metà del capo (indifferentemente la destra o la sinistra o non necessariamente sempre la stessa), di durata variabile da alcune ore a 2-3 giorni è il sintomo più caratteristico dell’emicrania, cui possono aggiungersi disturbi visivi, nausea, vertigini, malessere generale e stanchezza.
Nelle forme “con aura” l’attacco vero e proprio è preceduto da segnali premonitori, soprattutto di tipo visivo (comparsa di “lampi” di luce od ombre/offuscamenti nel campo visivo, distorsione delle immagini, difficoltà di messa a fuoco), formicolii e difficoltà di linguaggio.
Talvolta, il dolore può anche non essere presente ed essere sostituito da attacchi di vertigini simili a quelli della labirintite che gli esperti definiscono “equivalente emicranico”.
Complicazioni
Il principale rischio associato all’emicrania deriva dal suo trattamento inadeguato che può portare a un aumento della frequenza, della durata e dell’intensità degli attacchi, determinando un notevole scadimento della qualità di vita.
Per evitare di veder peggiorare il disturbo, il consiglio è non abusare di farmaci analgesici sopratutto se l’emicrania tende a presentarsi 2-3 volte al mese o a persistere per oltre 3-4 giorni.
Meglio rivolgersi al medico e avviare un trattamento mirato degli attacchi acuti oppure intraprendere una terapia profilattica se l’emicrania è di tipo cronico.
Le cure
Quando l’attacco emicranico compare in modo sporadico, l’assunzione di acido acetilsalicilico, paracetamolo o FANS in generale fin dall’esordio dei sintomi è, in genere, sufficiente a sedare il disturbo in modo efficace e sicuro.
Quando l’emicrania è molto intensa o non è adeguatamente alleviata da questi rimedi, ma resta comunque un fenomeno occasionale, per controllare gli attacchi acuti si possono assumere farmaci antiemicranici specifici come i triptani (dietro prescrizione del medico).
Se il dolore si ripresenta spesso, per un totale di oltre 12-15 giorni al mese, per periodi di almeno sei mesi, si dovrebbe considerare l’opportunità di avviare una terapia di profilassi dell’emicrania, finalizzata a ridurre frequenza e intensità degli attacchi. In questo caso, ci si deve rivolgere a un neurologo specializzato nella cura delle cefalee.
Per saperne di più sulle terapie dell'emicrania leggi questo articolo.
Quando consultare il medico
Se l’emicrania è molto intensa, non risponde ai comuni analgesici o diventa una compagna abituale è bene rivolgersi al medico o al neurologo per una valutazione corretta.