- Che cos'è?
- Quel mal di pancia sospetto: riconoscere i sintomi della celiachia
- Quando la celiachia si vede dalla pelle: la dermatite erpetiforme
- Quando è bene rivolgersi al medico
- Celiachia o altro?
- I giusti test per un'indagine accurata
- Perché sintomi così diversi per la stessa malattia?
- Celiachia e dieta
- Perché è importante trattare la celiachia
Colpisce l'1% della popolazione: individuarla è indispensabile per eliminare i sintomi e prevenire eventuali complicazioni.
Sono 600.000 i cittadini italiani che soffrono di celiachia, ma secondo il Ministero della salute, di questi, solo 183.000 hanno ricevuto una diagnosi.
A livello mondiale colpisce circa l'1% della popolazione, percentuale in crescita negli ultimi vent'anni, sia per il miglioramento degli esami diagnostici sia per la tendenza a sottoporre a screening le persone considerate a rischio.
Che cos'è?
La celiachia è una malattia autoimmune dell’apparato digerente che colpisce in particolare l'intestino tenue.
Chi soffre di questa patologia è intollerante al glutine, una proteina tipica del grano, che si trova anche nell'orzo e nella segale.
Quando un celiaco assume un alimento che contiene glutine, il suo sistema immunitario mette in atto una reazione simile a quella che si verifica in presenza di alcune allergie: reagisce danneggiando o distruggendo le cellule dei villi intestinali, le piccole protuberanze a forma di dito che costituiscono la mucosa dell'intestino.
Queste formazioni consentono un efficace assorbimento delle sostanze nutritive che, attraverso la parete dell'intestino, giungono nel sangue per poi essere trasportate in tutto l’organismo.
A causa dell’appiattimento dei villi intestinali, chi soffre di celiachia non assorbe quindi correttamente i nutrienti.
La causa di questa malattia non è ancora certa: recenti evidenze scientifiche suggeriscono che sia innescata da fattori genetici e ambientali.
Quel mal di pancia sospetto: riconoscere i sintomi della celiachia
Segni e sintomi di questa malattia comprendono anche alcuni disturbi che non sono legati al funzionamento intestinale o dell'apparato digerente e possono variare molto a seconda della fase della vita in cui ci si trova. Bambini e adulti reagiscono infatti in modo diverso.
Sintomi | Fascia d'età |
---|---|
Diarrea | Adulti |
Diarrea cronica | Bambini |
Stanchezza | Adulti |
Perdita di peso | Adulti/Bambini |
Gonfiore | Adulti/Bambini |
Dolore addominale | Adulti |
Stitichezza | Adulti/Bambini |
Nausea | Adulti |
Vomito | Adulti/Bambini |
Carenza di appetito | Bambini |
Irritazione | Bambini |
Irritabilità | Bambini |
Riduzione o rallentamento della crescita | Bambini |
Problemi di apprendimento | Bambini |
Iperattività o disturbo dell'attenzione | Bambini |
Anemia, spesso dovuta alla carenza di ferro | Adulti |
Osteoporosi, dovuta alla perdita di densità ossea | Adulti |
Prurito e arrossamento della pelle, noto come dermatite erpertiforme | Adulti |
Ulcere della bocca | Adulti |
Mal di testa e altri problemi del sistema nervoso, come pizzicore o mancanza di sensibilità a mani e piedi | Adulti |
Dolori alle articolazioni | Adulti |
Malfunzionamento della milza | Adulti |
Reflusso esofageo | Adulti |
Depressione o alterazioni dell'umore | Adulti |
La celiachia è una malattia sottodiagnosticata. Ovvero, non tutte le persone che ne sono affette ricevono la giusta diagnosi. Questo perché chi soffre di questo disturbo non necessariamente presenta i sintomi tipici di questa patologia.
Nel lungo periodo, però, anche negli individui asintomatici potrebbero insorgere complicazioni come:
Quando la celiachia si vede dalla pelle: la dermatite erpetiforme
Si tratta di un disturbo della pelle che, al primo impatto, non sembra avere nulla a che fare con l'intolleranza intestinale al glutine. In realtà, la dermatite erpetiforme è correlata alla malattia celiaca, della quale è l’espressione dermatologica specifica.
Si verifica in alcuni soggetti, con la comparsa di un vero e proprio rash cutaneo, con prurito e arrossamento in alcune zone del corpo, tra cui gomiti, ginocchia e natiche.
Non sempre la dermatite erpetiforme è accompagnata da sintomi intestinali ma nel 100% di chi ne soffre è possibile osservare, grazie a una biopsia dell'intestino, alterazioni della mucosa, che possono essere di diverso grado. Inoltre, la maggior parte dei pazienti risponde in modo efficace a una dieta senza glutine.
Quando è bene rivolgersi al medico
In caso di diarrea o problemi digestivi che durano da più di due settimane: ecco un buon momento per rivolgersi al medico.
Nei bambini, il campanello d'allarme dovrebbe scattare in caso di:
- ritardo della crescita
- presenza di feci maleodoranti od oleose.
Questa patologia è cronica e, sebbene non esista una vera e propria cura, le strategie da seguire per vivere e mangiare con serenità esistono. Mai, però, lasciarsi andare alle soluzioni fai da te.
Se avete il sospetto di celiachia, non cominciate a seguire una dieta priva di glutine senza aver prima consultato lo specialista. Questa scelta, infatti, potrebbe falsare i risultati di eventuali test successivi.
Dato che la celiachia potrebbe essere ereditaria, se qualcuno in famiglia già ne soffre, può essere utile effettuare un consulto medico.
Celiachia o altro?
Riconoscere la celiachia può essere difficile perché alcuni dei suoi sintomi sono simili a quelli di altre patologie.
Spesso, infatti, i disturbi che il paziente riferisce possono portare il medico a sospettare altre malattie, come per esempio:
- sindrome del colon irritabile
- nelle donne, anemia da carenza di ferro causata da ciclo mestruale
- infiammazione dell’intestino
- diverticolite
- infezione intestinale
- sindrome da stanchezza cronica.
Ecco quindi perché molti casi di celiachia non vengono individuati subito e i pazienti possono rimanere all'oscuro della loro vera patologia anche per un tempo piuttosto lungo.
I giusti test per un'indagine accurata
Rispetto al passato, oggi i medici sono più consapevoli dell’estrema varietà dei sintomi legati alla celiachia. Inoltre, oggi sono a disposizione tecniche di diagnosi più affidabili.
Se il vostro medico sospetta che siate affetti da questa patologia, vi prescriverà alcuni esami diagnostici facilmente eseguibili, come:
- analisi del sangue per individuare gli anticorpi anti-transglutaminasi tissutale o anti-endomisio. Se i risultati delle analisi sono negativi, ma si sospetta ancora la presenza della celiachia, potrebbero essere necessarie ulteriori analisi
- biopsia intestinale, eseguita per confermare il sospetto derivante da un test del sangue positivo. Comporta il prelievo di una piccola porzione di tessuto a livello dell'intestino tenue, per controllare se i villi sono danneggiati. Per ottenere il campione, il chirurgo esegue una gastroscopia, introducendo un tubicino lungo e sottile (l’endoscopio) attraverso la bocca e lo stomaco del paziente, fino ad arrivare all’intestino tenue.
Perché sintomi così diversi per la stessa malattia?
I ricercatori sono al lavoro per scoprire di più su quella che è ancora una malattia poco conosciuta.
Esistono tre fattori che possono influenzare la tipologia di sintomi e la loro comparsa , come per esempio:
- la durata dell'allattamento al seno
- l’età a cui si è cominciato ad assumere alimenti contenenti glutine
- la quantità di alimenti contenenti questa proteina che vengono consumati regolarmente.
Importante è anche l'età del paziente, da cui dipenderà la durata dell’esposizione al glutine e quindi il livello di deterioramento che l'intestino ha subito.
Per molti adulti, per esempio, può passare perfino un decennio fra la comparsa della malattia e la sua diagnosi. Più tempo passa prima della diagnosi e della cura, maggiori sono le possibilità che si presentino complicazioni sul lungo periodo.
Celiachia e dieta
Il solo modo per convivere con questa malattia è seguire una dieta rigorosamente senza glutine.
Secondo l'Associazione italiana celiachia (AIC), i prodotti che non contengono questa proteina e possono quindi essere consumati dai celiaci senza alcun pericolo sono:
- riso in chicchi
- mais (granoturco) in chicchi, cotto al vapore
- grano saraceno in chicchi
- amaranto in chicchi
- miglio in semi
- quinoa in semi
- tuberi (patata, patata dolce, patata messicana, manioca, topinambur ecc.)
- prodotti sostitutivi presenti nel Registro del Ministero della salute
- avena (unicamente come ingrediente dei prodotti presenti nel Registro nazionale del Ministero della salute)
- caffè, the, vino, succhi di frutta
- frutta, verdura e legumi.
I prodotti da evitare sono invece:
- frumento (grano)
- farro
- orzo
- avena
- segale
- farine, amidi, semole, semolini, creme e fiocchi dei cereali vietati
- primi piatti preparati con i cereali vietati (pasta, pasta ripiena, gnocchi di patate, gnocchi alla romana, pizzoccheri, crepes)
- pane e prodotti sostitutivi da forno, dolci e salati, preparati con i cereali vietati (pancarrè, pan grattato, focaccia, pizza, piadine, panzerotti, grissini, crackers, fette biscottate, taralli, crostini,salatini, cracotte, biscotti, merendine, pasticcini, torte)
- germe di grano
- bulgur (boulgour o burghul), couscous (da cereali vietati), cracked grano, frik, greis, greunkern, seitan, tabulè
- prodotti per prima colazione a base di cereali vietati (soffiati, in fiocchi, muesli, porridge)
- polenta taragna (se la farina di grano saraceno è miscelata con farina di grano).
Un buon dietologo sarà sicuramente in grado di suggerire le combinazioni più adatte e le ricette migliori per una cucina senza glutine sana, ma gustosa.
Negli ultimi anni seguire questo tipo di alimentazione è diventato più semplice, anche grazie al fatto che molte aziende hanno messo in commercio prodotti specifici, come per esempio pasta, pane o biscotti, da cui è stato eliminato il glutine. Tuttavia, è bene sapere che solo chi è celiaco trae un reale beneficio da un’alimentazione “gluten-free”.
Perché è importante trattare la celiachia
L'importanza di raggiungere una corretta diagnosi per la celiachia è fondamentale. Se non curata attraverso un'adeguata alimentazione, infatti, può essere causa di altri disturbi, tra cui:
- patologie neurologiche
- tumori
- osteoporosi
- malattia di Parkinson
- disturbi psichici e neuropsichiatrici (ansia, disturbo bipolare, schizofrenia)
- gastroenterite.
Chi soffre di celiachia, inoltre, ha un rischio maggiore di sviluppare altre malattie autoimmuni, tra cui:
- diabete di tipo 1
- malattie autoimmuni della tiroide
- malattie autoimmuni del fegato
- artrite reumatoide
- morbo di Addison, una malattia che colpisce alcune ghiandole
- sindrome di Sjögren, una malattia che danneggia le ghiandole lacrimali e salivari
- intolleranza al lattosio, che si verifica a causa del danno all'intestino.