Tutto sull’infiammazione delle adenoidi

A seguito di un’infezione da parte di germi possono infiammarsi, dando luogo a un'adenoidite.

Che cosa sono

Le adenoidi sono delle masse di forma rettangolare costituite da tessuto linfatico.

Si trovano nella parte superiore della gola, dietro e sopra le tonsille, proprio nel punto in cui le cavità nasali si connettono con la gola, noto anche come volta faringea.

In realtà anche le adenoidi proprio come le tonsille poste sul palato sono delle ghiandole linfatiche e, quindi, un altro nome con cui sono conosciute è tonsille faringee.

Tuttavia, mentre le tonsille palatine sono visibili attraverso la bocca, le adenoidi rimangono nascoste, perché situate più in alto nelle vie respiratorie.

Inoltre, anche se sia le adenoidi sia le tonsille sono costituite principalmente da tessuto linfoide, a causa della loro diversa localizzazione i problemi associati alle infezioni che colpiscono le adenoidi possono essere diversi rispetto a quelli indotti dalle infezioni delle tonsille.

Come le tonsille, le adenoidi fanno parte del sistema linfatico, il cui compito è combattere le malattie infettive e mantenere in equilibrio i fluidi corporei.

In entrambi i casi si tratta di strutture di dimensioni maggiori nei primi anni di vita, in particolare nella fascia di età compresa tra i 2 e i 6 anni.

Durante l’infanzia le adenoidi sono deputate alla produzione di anticorpi, che aiutano l’organismo del bambino a contrastare le infezioni dell’apparato respiratorio: per farlo, intrappolano i germi che tentano di entrare nell'organismo attraverso la bocca e il naso.

Dagli otto anni in poi (a volte già a partire dai cinque anni) le adenoidi vanno incontro ad atrofia spontanea, cioè si rimpiccioliscono, e scompaiono in modo pressoché definitivo nell’adolescenza. Da questo momento l'organismo sfrutterà altre armi di difesa per combattere e sconfiggere i microbi.

Non a caso i problemi a queste componenti del sistema linfatico sono particolarmente frequenti in età pediatrica: fino a che le adenoidi rimangono attive possono infiammarsi a seguito di un’infezione da parte di germi, dando luogo a un'adenoidite.

Il rischio è particolarmente elevato nei bambini alle prese con infezioni di origine batterica o virale, come può accadere ai piccoli che frequentano gli asili.

A volte però il processo di atrofizzazione che normalmente avviene con la crescita non è completo (presenza di vegetazioni adenoidee nell’adulto), per cui si può andare incontro a infiammazioni delle adenoidi come conseguenza di influenza o raffreddori ripetuti.

Fra i microbi più spesso associati ai problemi alle adenoidi sono inclusi:

  • Haemophilus influenzae,
  • streptococco beta-emolitico di gruppo A,
  • Staphylococcus aureus,
  • Moraxella catarrhalis,
  • Streptococcus pneumoniae.

Gli agenti patogeni coinvolti possono variare in base alla malattia correlata all'ingrossamento delle adenoidi e all'età alla quale compare il problema.

Inoltre anche le allergie (sia quelle stagionali sia quelle che colpiscono durante tutto l'anno), l'esposizione a sostanze irritanti e, almeno così sembra, anche il reflusso gastroesofageo possono causare un ingrossamento delle adenoidi e delle tonsille.

Tuttavia sia nei bambini in età prescolare sia negli adolescenti può capitare che le adenoidi, così come anche le tonsille, appaiano ingrossate senza alcuna causa evidente.

Sintomi

L’infiammazione delle adenoidi (adenoidite) si manifesta con un rigonfiamento che può causare l'ostruzione delle vie aeree a livello del naso, della gola e della tuba di Eustachio ( il condotto che collega la zona rinofaringea con la cassa del timpano).

Insorgono quindi problemi di udito e una difficoltà nel respirare, che può essere lieve o grave.

Altri sintomi possibili sono:

  • apnee notturne,
  • sonno agitato,
  • respirazione rumorosa,
  • respirazione dalla bocca (conseguente all'ostruzione nasale),
  • russamento (dovuto all'ostruzione delle vie aeree),
  • voce nasale, "spenta" (rinolalia chiusa),
  • secrezioni dal naso (rinorrea) associate a tosse,
  • infezioni dell'orecchio, specialmente otiti medie secretive recidivanti, che causano un persistente mal d'orecchio.

In genere, tra i primi segni della comparsa della patologia, si nota l'abitudine di tenere la bocca aperta: il bambino, non riuscendo a respirare attraverso il naso, tiene costantemente la bocca aperta. Il risultato è che, alla lunga, il palato si innalza, assumendo una forma ovale o "a cupola", mentre il morso dentale si sposta in avanti, e il bambino assume un'espressione caratteristica, nota in medicina come "facies adeinoidea".

Inoltre la respirazione obbligata attraverso la bocca, imposta dall'ostruzione nasale, può causare secchezza del cavo orale, scatenando anche alito cattivo.

Così come l'ingrossamento delle adenoidi può interferire con il respiro, quello delle tonsille palatine può rendere invece difficoltosa la deglutizione.

Altri sintomi dell’infiammazione delle tonsille sono:

  • ingrossamento e arrossamento delle tonsille,
  • placche visibili sulle mucose che le avvolgono,
  • mal di gola anche severo,
  • presenza di ghiandole gonfie a livello del collo,
  • alito cattivo,
  • febbre.

Sintomi adenoidite Sintomi tonsillite
Difficoltà respiratorie Difficoltà di deglutizione
Problemi di udito Ingrossamento e arrossamento delle tonsille
Apnee notturne Placche visibili sulle mucose che le avvolgono
Sonno agitato Mal di gola anche severo
Respirazione rumorosa Presenza di ghiandole gonfie a livello del collo
Respirazione dalla bocca Alito cattivo
Russamento Febbre
Voce nasale
Secrezioni dal naso associate a tosse
Infezioni dell'orecchio

Conseguenze

In genere, una volta sconfitta l'infezione, sia le adenoidi sia le tonsille palatine tornano alle loro dimensioni normali.

Può però capitare che l'ingrossamento permanga, soprattutto nel caso di bambini che hanno avuto a che fare con infezioni frequenti o croniche.

Se non sono curate, le adenoidi infiammate possono portare alla sinusite cronica (un'infiammazione persistente dei seni paranasali, dovuta al ristagno delle secrezioni catarrali) e a ricorrenti infezioni dell’orecchio che rispondono poco al trattamento antibiotico.

Nei casi più seri le tube di Eustachio possono ostruirsi e nell'orecchio medio (vale a dire all'interno dell'orecchio) si può accumulare del fluido; di conseguenza, le infezioni dell'orecchio possono diventare croniche e in alcuni casi si può addirittura arrivare alla perdita dell'udito.

Inoltre nei casi in cui l'ingrossamento delle adenoidi causa il russamento e interrompe il respiro durante il sonno, i livelli di ossigeno nel sangue possono diminuire significativamente, portando a risvegli frequenti.

Tutto ciò può capitare anche se l'interruzione è breve: si tratta della cosiddetta “apnea ostruttiva del sonno”, un problema che può avere fra le sue conseguenze anche la sonnolenza durante il giorno.

Inoltre, in rari casi le apnee notturne possono portare a serie complicazioni, come l’ipertensione polmonare, una condizione caratterizzata dall'eccessivo innalzamento dei valori della pressione sanguigna nelle arterie dei polmoni.

In genere sono i genitori ad accorgersi che i bambini smettono di respirare durante il sonno; in questi casi, il medico può raccomandare una particolare analisi – la polisonnografia – che prevede di misurare alcuni parametri (fra cui possono essere inclusi anche i livelli di ossigeno nel sangue) proprio mentre il piccolo sta dormendo.

Infine, i bambini con problemi alle adenoidi o alle tonsille possono anche perdere peso o non crescere quanto dovrebbero.

Ciò è dovuto al fatto che il dolore dovuto alle infezioni o i continui sforzi necessari per respirare possono portarli a non mangiare abbastanza.

Diagnosi

La diagnosi di ipertrofia adenoidea prevede:

  • l'analisi e la valutazione della storia medica del paziente,
  • la palpazione del collo,
  • un'ispezione delle orecchie, della gola e della bocca.

Dato però che le adenoidi si trovano più in alto rispetto alla gola, il medico in genere durante una visita otorinolaringoiatrica potrebbe aver bisogno di utilizzare alcuni strumenti per verificare il loro ingrossamento.

A volte l'otorinolaringoiatra utilizza un particolare specchio da inserire in bocca, eseguendo quella che in gergo si chiama "rinoscopia posteriore". Altre volte, invece, per visualizzarle, potrebbe essere necessario fare una fibroscopia nasale, ovvero un esame che prevede l'uso di un endoscopio (un lungo tubo flessibile dotato di illuminazione) o può risultare più indicato il ricorso a una radiografia laterale.

Terapie

Le adenoiditi sono difficili da diagnosticare perché i sintomi sono comuni a numerose altre malattie ed è spesso difficile capire se l’ingrossamento delle adenoidi ne sia la causa o la conseguenza.

Come in caso di tonsillite si può ricorrere alla tonsillectomia, così, anche nel caso delle adenoidi ingrossate, il trattamento d’elezione consiste nella loro asportazione chirurgica (adenoidectomia); in molti casi i due interventi vengono eseguiti contemporaneamente (e allora si parla di adenotonsillectomia).

Le indicazioni cliniche per l'adenoidectomia sono:

  • adenoiditi o sinusiti ricorrenti,
  • scolo di muco giallastro dal naso (o rinorrea sierosa),
  • respirazione orale forzata,
  • apnee notturne,
  • russamento,
  • disturbi del sonno,
  • enuresi notturna (o pipì a letto),
  • sonnolenza diurna,
  • otite catarrale ricorrente, ipoacusia (riduzione dell'udito),
  • disturbi della crescita,
  • difficoltà di alimentazione, alterazioni del linguaggio e voce nasale.

L'adenoidectomia sembra avere tutte le caratteristiche di un intervento sicuro: il tasso di complicazioni è basso, la durata dell'intervento è breve e i bambini sottoposti all'operazione iniziano a rimettersi nell'arco di 2 o 3 giorni; per una ripresa completa può però essere necessario più tempo.

Non esistono controindicazioni assolute all'operazione, a eccezione dei casi in cui non è possibile sottoporre il paziente a un'anestesia generale.

Esistono invece delle controindicazioni relative:

  • malattie a rischio di emorragie gravi, che possono però essere affrontate con la somministrazione di opportuni farmaci o l'esecuzione di particolari trattamenti prima, durante e dopo l'intervento di adenoidectomia
  • il rischio di insufficienza della velofaringe (cioè l'incapacità del palato molle e delle strutture associate di chiudere il tratto superiore della faringe, la rinofaringe). Tale rischio può essere associato a disturbi come il palato corto, la palatoschisi e la palatoschisi sottomucosa, debolezza muscolare o ipotonia associata a un problema neurologico, la sindrome velo-cardio-facciale o la sindrome di Kabuki (due patologie rare). Si tratta di una controindicazione relativa perché può essere risolta optando per una adenoidectomia parziale o pianificando un'opportuna terapia riabilitativa dopo l'intervento
  • la lassità dell'articolazione atlanto-assiale (o instabilità atlanto-assiale), una condizione presente nel 10% dei bambini con sindrome di Down che può però essere affrontata con opportuni accorgimenti chirurgici.

Indipendentemente dalle dimensioni delle adenoidi, la loro rimozione può essere associata al miglioramento dei sintomi della rinosinusite e alla riduzione degli episodi di otite media acuta con presenza di catarro nei bambini di età superiore ai 3 anni.

Non sembra invece che né l'adenoidectomia né la tonsillectomia possano aiutare a ridurre la frequenza o la gravità di problemi come il raffreddore.

In generale, sia la rimozione delle adenoidi ipertrofiche sia quella delle tonsille sembra essere utile solo quando i fastidi causati dall'ingrossamento sono molto intensi, quando causano problemi respiratori e quando sono associati a infezioni ricorrenti, e prima di arrivare all'intervento chirurgico per la loro asportazione è possibile provare a intervenire anche in modo meno invasivo.

I possibili approcci non chirurgici dipendono dalla causa che ha scatenato l'ingrossamento.

In alcuni casi il trattamento dell'ipertrofia adenoidea potrebbe richiedere l'uso di farmaci contro le allergie, per esempio spray nasali a base di corticosteroidi o antistaminici da assumere per via orale, o mucolitici e cortisonici da somministrare mediante aerosolterapia.

Nel caso in cui alla base del problema ci sia invece l'infezione da parte di batteri, il medico o il pediatra potrebbero prescrivere un trattamento a base di antibiotici.

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