Che cos’è
L'influenza è un'infezione virale molto contagiosa delle vie respiratorie superiori (bocca, naso, gola). Normalmente ha un andamento stagionale (in Italia da dicembre a marzo).
Ha un breve periodo d'incubazione, variabile da 1 a 4 giorni (in media 2 giorni), durante il quale può già avvenire il contagio verso un’altra persona.
Cause
Si conoscono fino a oggi tre tipi di virus influenzali, tutti del genere Orthomixovirus: i tipi A e B, responsabili della sintomatologia influenzale classica, e il tipo C, molto meno frequente per l'uomo.
Il virus dell'influenza può essere trasmesso, da una persona all’altra, attraverso la saliva e il muco, per esempio quando si starnutisce o si tossisce.
Anche le persone apparentemente sane, soprattutto negli ambienti chiusi, umidi e affollati, possono trasmettere il virus perché il periodo di contagio comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per circa 3-5 giorni.
Per sapere come rinforzare il sistema immunitario e prevenirla leggi l'articolo L’influenza è alle porte: così rinforzi le difese.
Sintomi comuni
I sintomi più comuni dell’influenza sono riportati nella tabella. Particolare attenzione meritano i bambini molto piccoli e gli anziani, che possono mostrare anche altri sintomi.
Sintomi comuni |
Febbre accompagnata da brividi Malessere generale Inappetenza Dolori muscolari Sintomi respiratori (tosse, mal di gola, raffreddore) Spossatezza e debolezza |
Sintomi più frequenti nei bambini piccoli |
Vomito e gastroenterite (infiammazione dello stomaco e dell’intestino) con diarrea |
Sintomi più frequenti negli anziani (oltre i 75 anni) |
Febbre non elevata Forte debolezza Lieve stato confusionale |
Leggi anche l'articolo Influenza, come comportarsi ai primi sintomi.
Complicazioni
Nella maggior parte dei casi l’influenza si risolve in 3-5 giorni. Tuttavia nelle persone già compromesse possono subentrare complicazioni respiratorie, soprattutto polmoniti, causate dalla sovrapposizione batterica. In questi casi la febbre persiste o ricompare, la tosse e le condizioni generali peggiorano.
Ci sono poi le complicanze cardiache, che intervengono soprattutto negli anziani, e neurologiche gravi (encefalite), più frequenti nei bambini, ma assai rare.
Le cure
Stare a riposo in casa al caldo almeno fino al giorno successivo alla scomparsa la febbre, è la cura migliore.
Se la febbre è elevata e persiste al di sopra dei 38,5°C per oltre 48 ore si può ricorrere a un farmaco antinfiammatorio non steroideo (Fans) per abbassarla.
I Fans vanno bene anche per la gola arrossata, i dolori e il mal di testa, mentre i decongestionati possono aiutare a liberare il naso e in caso di tosse si possono utilizzare sedativi o mucolitici.
Gli antibiotici non servono, trattandosi di un’infezione virale, e per lo più transitoria.
Quando consultare il medico
Il medico va consultato quando la febbre è molto elevata e persiste nonostante le cure, se i sintomi compaiono in persone che hanno già complicazioni cardiache o respiratorie o sono deboli e immunodepresse (con ridotte difese immunitarie).
Tutte queste persone sono maggiormente esposte al contagio e alle complicazioni dell'influenza.
È meglio consultare il proprio medico in caso di diabete o di persone anziane che non si alimentano o non bevono liquidi a sufficienza.
Tutti i casi che riguardano i bambini al di sotto dell’età scolare e gli anziani di oltre 65 anni, vanno vigilati con maggior cura e i piccoli affidati prima possibile al pediatra.
Subentrando una sovrainfezione batterica può essere necessaria l’aggiunta di un antibiotico, ma la sua assunzione deve avvenire sempre e soltanto dietro prescrizione del medico.