Che cos’è
Il termine gastrite è usato in medicina per indicare una condizione, acuta o cronica, generata da una varietà di cause differenti che inducono irritazione o infiammazione della mucosa dello stomaco, con comparsa di dolore o disagio nella parte superiore dell’addome.
A coniarlo fu, nel 1728, il medico tedesco Georg Ernst Stahl, che lo utilizzò per descrivere l'infiammazione della parete interna dello stomaco.
Oggi si sa che questa infiammazione è scatenata da un danno alle cellule del rivestimento gastrico e dal processo rigenerativo che segue a questo danneggiamento.
Indebolendosi, la barriera difensiva dello stomaco non è più sufficiente a proteggere dall'azione dei succhi gastrici coinvolti nel processo digestivo, e a farne le spese è la mucosa.
Spesso la forma acuta è dovuta a cattive abitudini alimentari quali l’abuso di bevande alcoliche, di spezie o di alcuni condimenti e cibi irritanti per la mucosa gastrica; se ne conoscono due forme differenti: quella erosiva, caratterizzata dalla presenza di erosioni superficiali, profonde o associate a sanguinamento, e la gastrite acuta non erosiva, in genere associata al batterio Helicobacter pylori.
Esiste anche una forma di gastrite nervosa, legata a stati di ansia o stress.
L'infiammazione può coinvolgere l'intero stomaco (come nel caso della pangastrite) o solo una sua parte (come nel caso della gastrite antrale).
Se vuoi sapere come contrastare l'iperacidità gastrica leggi questo articolo.
Sintomi comuni
Alcune persone con gastrite non hanno sintomi, sebbene si possa rilevare l’infiammazione della mucosa durante i test o durante una gastroscopia.
In molti casi la gastrite acuta viene diagnosticata proprio durante un'endoscopia condotta per altre ragioni, prima ancora che abbia scatenato problemi che possano far pensare a un'infiammazione della parete dello stomaco.
Tuttavia i sintomi della gastrite più comuni sono:
- bruciore, crampi, gonfiore o dolore allo stomaco
- nausea o vomito
- cattiva digestione (dispepsia)
- perdita di appetito
- presenza di sangue o materiale scuro nel vomito
- feci di colore scuro.
La sintomatologia solitamente peggiora quando lo stomaco è vuoto e migliora dopo il pasto. Tuttavia, problemi come meteorismo, dolore addominale, acidità di stomaco e fastidio possono comparire anche dopo aver mangiato, anziché a digiuno.
Anche la gastrite cronica associata all'infezione da Helicobacter pylori può essere asintomatica, ma non mancano i casi in cui è associata a dolore nella parte alta dell'addome (l'epigastrio), mancanza di appetito, senso di sazietà precoce, perdita di peso, nausea e vomito.
A volte questi sintomi compaiono insieme alle possibili complicanze della gastrite da Helicobacter, come l'ulcera peptica, l'adenocarcinoma gastrico e il linfoma MALT (tessuto linfoide associato alle mucose).
I sintomi della gastrite autoimmune dipendono invece dalla carenza di vitamina B12, che a causa delle forti alterazioni della parete dello stomaco non viene assorbita adeguatamente. Di conseguenza si possono sviluppare anemia megaloblastica (che può scatenare debolezza, vertigini, acufeni, palpitazioni, angina e altri sintomi cardiaci), porpora, problemi gastrointestinali (glossite, mancanza di appetito e diarrea) e disturbi neurologici (come debolezza, sensazione di avere gli arti addormentati, difficoltà a coordinare i movimenti dei muscoli, irritabilità).
Cause
Lo stile di vita incide pesantemente sulla genesi di questa condizione. Altre possibili cause della gastrite:
Alimentazione |
Consumo cronico di alcolici Abuso di bevande acide e contenenti caffeina |
Cattive abitudini |
Fumo di sigaretta Stress |
Terapie farmacologiche | Farmaci in dosi eccessive (antinfiammatori non steroidei, cortisonici, alcuni antidepressivi, bifosfonati) |
Infezioni | Infezioni allo stomaco causate da batteri (soprattutto Helicobacter pylori) o virus (le infezioni virali più comuni che danno gastrite sono quelle che portano a quella che, impropriamente, viene chiamata influenza intestinale). |
Complicazioni
Le forme croniche di gastrite si accompagnano a una diminuzione dell’acidità nell’ambiente gastrico, e questo favorisce la sopravvivenza di Helicobacter pylori. Questo microrganismo è stato correlato allo sviluppo di ulcera o di tumori dello stomaco (linfoma MALT o adenocarcinoma gastrico).
La comparsa di queste complicanze è associata alla presenza di ulteriori fattori di rischio oltre all'infezione da Helicobacter pylori.
L'ulcera peptica, per esempio, è favorita dall'instaurarsi di un circolo vizioso che impedisce di neutralizzare l'acidità gastrica.
Per quanto riguarda il linfoma MALT, invece, si pensa che entri in gioco la continua stimolazione del sistema immunitario in presenza dell'infezione cronica da Helicobacter.
L'adenocarcinoma gastrico, infine, è più frequente nei casi in cui la gastrite porta a estese modificazioni delle cellule della mucosa gastrica; fortunatamente solo una piccola percentuale dei pazienti che presentano un'infezione da Helicobacter pylori sviluppano un tumore.
Infine, la gastrite cronica associata a H. pylori può aumentare anche il rischio di malfunzionamenti dell'endotelio (il tessuto di rivestimento dei vasi sanguigni) e quindi di disturbi vascolari.
Le cure e la dieta
Fatta eccezione per le forme causate da Helicobacter pylori, non esistono terapie specifiche per la gastrite cronica.
Nelle forme acute, invece, alcune norme dietetiche sono spesso sufficienti a risolvere il problema. Tra queste, masticare bene, mangiare lentamente e senza stress, evitando pasti abbondanti e ricchi di grassi, bevande alcoliche o gassate, liquidi troppo caldi, tè e caffè.
Questi accorgimenti possono rappresentare anche una vera e propria strategia di prevenzione di sintomi come crampi addominali, mal di stomaco e dispepsia.
In generale poi, si possono utilizzare composti antiacidi per eliminare dolore e bruciore, che si possono comprare in farmacia senza ricetta. In particolare, gli antiacidi possono aiutare a ridurre i sintomi della gastrite neutralizzando gli acidi prodotti dallo stomaco, che normalmente sono necessari per il processo digestivo, ma che in caso di gastrite diventano dannosi.
Qualora questi farmaci non migliorino i sintomi, il medico potrà prescrivere, a seconda dei casi, una terapia con farmaci che riducano la secrezione di acido da parte dello stomaco, come gli anti-H2 o gli inibitori della pompa protonica, i quali sembra inibiscano anche l’attività di Helicobacter pylori.
I farmaci anti-H2 inibiscono l'azione dell'istamina, una sostanza coinvolta nella produzione dei succhi gastrici. Gli inibitori della pompa protonica agiscono invece su un enzima localizzato sulla membrana delle cellule della parete dello stomaco che producono acido; si tratta di sostanze in grado di inibire la secrezione acida e che garantiscono una lunga durata di azione.
Per eradicare il batterio, però, è necessaria la terapia antibiotica. In genere è sconsigliato trattare questa infezione solo con un antibiotico; questo approccio potrebbe infatti portare allo sviluppo di una resistenza al trattamento. Per questo può essere prescritta una terapia a base di un inibitore di pompa protonica abbinato a un antibiotico (in genere amoxicillina o claritromicina) e a un secondo agente antimicrobico.
Fra le molecole che possono essere abbinate ad antibiotici e inibitori di pompa protonica (o farmaci anti-H2) per eradicare l'Helicobacter pylori sono inclusi anche i farmaci antidiarroici.
È possibile usare anche agenti (come sucralfato, misoprostolo e subsalicilato di bismuto) che proteggono la mucosa gastrica.
Fra i possibili rimedi naturali spicca invece la malva, cui sono stati associati effetti anti-ulcera.
Infine, se la gastrite è dovuta all'assunzione di farmaci (come i Fans o cortisonici) è bene consultare il proprio medico per modificare il trattamento in corso ed evitare, così, problemi come fastidiosi crampi allo stomaco.
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Quando consultare il medico
Solo il medico può porre diagnosi di gastrite e dare le indicazioni su come gestire meglio la patologia a seconda della gravità dei sintomi. Inoltre il medico andrebbe sempre consultato se i sintomi perdurano o se peggiorano.