I primi raffreddori sono in agguato. Ecco come prevenirli.
A settembre cominciano i primi raffreddori. Prevenirli è possibile. Che cosa bisogna fare e che cosa va evitato.
Naso chiuso e sonori starnuti: sono i primi segnali del raffreddore comune, un appuntamento con la stagione fredda che ogni anno colpisce un terzo degli italiani.
I primi arrivano già a settembre, insieme all’autunno: diminuisce la temperatura e i virus che lo causano, di cui esistono più di 250 ceppi, approfittano dell’escursione termica per infiltrarsi nei tessuti che proteggono naso e gola.
Se il nostro sistema immunitario non è abbastanza forte da fronteggiarlo, rischiamo di trascorrere un paio di giorni, o addirittura di settimane, a letto con la febbre.
O comunque rallentati nella nostra routine quotidiana da dolori muscolari, mal di gola e di testa, occhi lacrimosi, perdita temporanea dell’olfatto e del gusto.
Un bel fastidio, soprattutto perché i farmaci (di solito si usano antinfiammatori analgesici e antipiretici come l’acido acetilsalicilico o il paracetamolo) non sono in grado di mettere ko il virus ma soltanto di alleviare i sintomi.
Non rimane altro che giocare la carta della prevenzione, allora, e il miglior sistema è sicuramente quello di rafforzare il nostro sistema immunitario, trasformandolo in uno scudo impenetrabile per il virus.
Poi basterà mettere in pratica alcune semplici norme igieniche ed evitare il contatto diretto con chi è già stato contagiato per trascorrere al riparo dai raffreddori la lunga stagione invernale.
Un aiuto da vitamine & co.
È scientificamente provato che il sistema immunitario può essere stimolato e rafforzato da un’alimentazione ricca di frutta e verdura, in grado di apportare la giusta quantità di vitamine, sali minerali, flavonoidi, polifenoli e sostanze antiossidanti.
Mantenere alte le nostre difese è la migliore prevenzione: via libera, dunque, agli alimenti ricchi di beta-carotene, un precursore della vitamina A capace di mantenere sana la mucosa delle vie respiratorie. È contenuto in patate, zucca, carote, pomodori, spinaci, broccoli e cime di rapa.
La vitamina B, importantissima per il funzionamento del sistema immunitario e per la produzione di anticorpi che difendono l’organismo dalle infezioni, la si trova invece in tuorlo d’uovo, lievito di birra, latte, soia, germe di grano, riso integrale, fagioli freschi, lenticchie, nocciole, mandorle, cavolo, cavolfiore.
E poi la “classica” vitamina C (presente soprattutto in agrumi, kiwi, ananas, peperoni, pomodori, cavolfiori, broccoli e in alcune insalate verdi a foglia come lattuga e radicchio) che, in particolar modo, è in grado di accelerare i tempi di guarigione e, se assunta prima dei sintomi insieme al bioflavonoide quercetina (presente in mele, uva rossa, tè verde, cipolla rossa, propoli) può essere in grado di stroncare un raffreddore sul nascere.
Ma anche la vitamina D, contenuta in mandorle, sesamo, olio di germe di grano, oli di girasole, di sesamo e d’oliva, cereali, latte, salmone, tonno, e la vitamina E (mandorle, nocciole, germe di grano e olio extravergine di oliva), sono assai utili contro le malattie da raffreddamento.
Un aiuto nella lotta al raffreddore arriva anche dagli acidi grassi polinsaturi (come l’acido linoleico) e dallo zinco: presi ai primi segni di infezione ne riducono l’incidenza e la durata.
Diverse le erbe in grado di contrastare questo fastidioso malanno stagionale. La più nota ed efficace è sicuramente l’echinacea, in grado di attivare il sistema immunitario nei confronti delle infezioni batteriche e virali. Se la si abbina alla propoli, altro antibiotico naturale, l’effetto è raddoppiato.
Che cosa fare e che cosa evitare
I virus responsabili del raffreddore si diffondono da una persona all’altra attraverso le goccioline di “flugge”, ovvero quelle emesse durante uno starnuto, in grado di viaggiare a oltre 150 chilometri orari e di coprire una distanza di 6 metri. In una vita sociale come quella moderna, il contagio è quasi assicurato. Quasi, perché basta mettere in atto alcuni accorgimenti.
Cosa fare | Perchè? |
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Lavare spesso le mani | Il virus si deposita sulla pelle e qualsiasi tipo di superficie (computer, telefono, scrivania, bottiglie, bicchieri e così via), dove sopravvive per alcune ore. Toccando un oggetto infetto, il virus passa sulle nostre mani e, da qui, alla bocca o al naso, le vie per i polmoni |
Evitare i luoghi affollati | Supermercati, ristoranti, cinema, ma anche ambiente di lavoro e scuola, sono focolai di infezioni, dove i microrganismi proliferano e si trasmettono con il semplice contatto. Quando non si può starne lontani (è il caso del lavoro), basta tenersi alla larga dalle persone contagiate dal raffreddore |
Non fumare | Il fumo paralizza le ciglia vibratili che rivestono l’interno delle vie respiratorie e hanno il compito di rimuovere i corpi estranei. Così il virus, invece di essere espulso, arriva direttamente, e senza intoppi, alle basse vie respiratorie (bronchi e polmoni) |
Evitare gli sbalzi di temperatura | Non è il freddo a farci ammalare, ma le escursioni termiche brusche e repentine tra gli ambienti riscaldati e l’esterno. Un vero e proprio stress per il nostro sistema immunitario che a lungo andare si indebolisce. In questo modo si aprono le porte del nostro organismo a virus e batteri (e, quindi, non soltanto a un semplice raffreddore ma anche a infezioni più serie) |
Altri consigli utili…
Ricordate di bere molti liquidi: l’acqua è preziosa sempre, ma diventa indispensabile quando si è ammalati perché consente di eliminare le tossine e reidrata. Bevetene almeno due litri al giorno per reintegrare quella persa con il sudore.
Cercate, poi, di non sottoporvi a inutili stress e imponetevi di riposare. Sette-otto ore di sonno profondo e non disturbato aiutano a combattere il raffreddore: lo ha dimostrato anche un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, negli Stati Uniti.
Infine, cercate di fare regolarmente un po’ di attività fisica: contribuisce a sviluppare il sistema immunitario e a essere più resistenti a virus e batteri.