Erbe e bambini

Dare rimedi fitoterapici ai bambini è sempre fonte di ansia. Ecco come orientarsi nella scelta dei rimedi naturali per i nostri bambini.

La fitoterapia, ovvero la cura con le erbe, vanta radici millenarie. E se si osserva la storia si scopre che non soltanto le basi della farmacologia moderna riconducono all’impiego di principi attivi offerti dalla natura, ma diversi medicinali tutt’oggi in uso sono stati elaborati a partire dalle erbe.

La riscoperta delle cure naturali a base di piante medicinali avvenuta negli ultimi decenni è, quindi, più che giustificata, ma non priva di rischi.

Naturale non sempre è sinonimo di innocuo

In particolare nel bambino il ricorso alla fitoterapia è spesso vissuto dai genitori come rassicurante nella convinzione che tutto ciò che è “naturale” è sicuro, salutistico e senza dubbio migliore e preferibile a un prodotto di sintesi.

In realtà è bene innanzitutto sfatare questo mito: se impiegata in maniera impropria anche una pianta medicinale può indurre effetti indesiderati, interagire in modo dannoso con altri principi o perfino causare intossicazione.

E la preparazione di una tisana piuttosto che di un decotto, di una crema o di altre forme di medicamenti fitoterapici è ben diversa da quella di una conserva o di uno yogurt fatti in casa.

Non devono poi trarre in inganno la facile reperibilità delle erbe che, notoriamente, possono essere acquistate liberamente, né la collocazione normativa di gran parte dei fitoterapici tra gli integratori alimentari.

L’impiego delle erbe non può e non deve avvenire senza una conoscenza specifica delle loro caratteristiche, criteri di impiego, controindicazioni (echinacea e propoli, per esempio, possono richiedere cautela nei bambini allergici) e possibili effetti nocivi (proprio come si verifica con i farmaci, a seguito di sovradosaggio o di assunzione concomitante con altre erbe, medicine o alimenti).

Prodotti di qualità innanzitutto

Non solo. La qualità produttiva è un altro elemento essenziale e richiede un’opportuna formazione del professionista della salute.

La Farmacopea ufficiale, italiana ed europea, definisce infatti specifici parametri che devono essere rispettati per garantire le materie prime: requisiti che assicurano non soltanto la modalità di coltivazione, raccolta, conservazione e lavorazione ma anche l’efficacia e la sicurezza.

Per questa ragione è sempre opportuno fare riferimento a fitoterapici provenienti da Paesi con normative rigorose come quella italiana ed evitare l’acquisto di prodotti su Internet, soprattutto se proposti con nomi o indicazioni dal forte impatto emotivo.

Etichetta e sicurezza

Saper leggere l’etichetta è importante sia per il consumatore sia per medico, farmacista o altro qualificato professionista a cui spetta il compito (e la responsabilità) di dare consigli.

L’etichetta deve riportare alcuni dati essenziali quali il nome della pianta o delle piante presenti, la concentrazione, espressa in percentuale (titolo) e la quantità dei principi attivi contenuti, la dose giornaliera raccomandata, le avvertenze e la data di scadenza.

Ma i fitoterapici, a differenza dei farmaci, non prevedono il foglietto illustrativo, che riporta chiaramente precauzioni, controindicazioni ed effetti indesiderati. Mentre anche per questi rimedi ci sono limitazioni specifiche, sia per età sia per condizioni quali gravidanza, allattamento e così via.

A maggior ragione l’età pediatrica pone alcuni vincoli e richiede particolare attenzione: non è scontato, infatti, che un’erba utilizzabile nell’adulto lo sia anche nel bambino. Oppure nei più piccoli potrebbe richiedere il rispetto di particolari limiti di dosaggio.

Quindi sarebbe sempre opportuno che i genitori, oltre a verificare la qualità dei fitoterapici, si documentassero sempre prima di somministrarli di propria iniziativa.

Quelle sicure e quelle meno

Tra le molteplici alternative che la natura ci offre ci sono sicuramente piante che non pongono comunque alcun problema di utilizzo, nemmeno nei bambini.

Si possono citare per esempio: Passiflora, Melissa, Finocchio, Grindella, Piantaggine, Edera, Psillio, Mirtillo rosso o Cranberry e Mirtillo nero.

Mentre, al contrario, Echinacea, Propoli e l’”innocente” Camomilla possono causare reazioni allergiche in chi è predisposto.

Per questo, se il bambino è un po’ agitato o non dorme, potrebbe essere più opportuno ricorrere alle proprietà sedative, ansiolitiche e spasmolitiche di Melissa e Passiflora piuttosto che somministrare la Camomilla.

E che dire del miele? Apprezzato per la sua azione emolliente, analgesica e antisettica, non dovrebbe però essere usato nel primo anno di vita.

Come si vede, meglio sempre chiedere consiglio, se non si conoscono bene tutti gli effetti delle piante. Un ulteriore aspetto importante è rappresentato dalle interazioni: sostanze diverse possono infatti interferire tra loro o con altri medicamenti.

Può esserci un effetto di potenziamento (per esempio la propoli può aumentare l’efficacia di un antibiotico) o viceversa di contrasto reciproco (fibre e lassativi, quali ispagula e semi di lino, possono per esempio legare altri composti, riducendone l’assorbimento e quindi l’efficacia).

Piercarlo Salari
Piercarlo Salari
Laureato in Medicina e chirurgia nel 1989 e specializzato in pediatria nel 1993 a Milano, dove tuttora esercita in qualità di libero professionista. Dopo un periodo inizialmente dedicato alla ricerca sperimentale e clinica, ha coltivato la passione per l’informazione scientifica, associando alla professione clinica quella di divulgatore e maturando così un’ampia esperienza nel contesto di testate sia cartacee sia online, come autore, consulente o coordinatore. È direttore scientifico di una Casa editrice specializzata in ambito pediatrico e ginecologico e di occupa di formazione professionale coordinando corsi di aggiornamento in ambito medico e farmaceutico. Si interessa di nutrizione, prevenzione dell’obesità, prevenzione (con particolare riguardo alle vaccinazioni) e sicurezza del bambino.

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