Pericardite: le cause

Nella maggior parte dei casi a provocare l’infiammazione del pericardio è un’infezione virale, ma esistono anche cause non infettive.

La pericardite è un’infiammazione della struttura che contiene e protegge il cuore, il pericardio.

È formato da due membrane molto sottili divise da uno strato di liquido che ne impedisce l’attrito. Quando queste membrane si infiammano provocano di norma un caratteristico dolore toracico, sintomo principale di questa condizione, che però, in fase di diagnosi, viene spesso erroneamente associato a un infarto in corso.

In caso di pericardite è possibile che il liquido racchiuso tra le due membrane del pericardio aumenti di volume dando luogo a quello che in termini tecnici si chiama “versamento pericardico”.

Tra i “sintomi sentinella”, oltre al dolore toracico, generalmente si riscontrano anche febbre, fiato corto e senso di affaticamento, nausea, tosse secca e gonfiore a gambe e addome.

Acuta o cronica?

La pericardite può essere acuta, quando compare improvvisamente ed è di breve durata, o cronica se il suo sviluppo avviene lentamente, dura almeno sei mesi e necessita di più tempo per guarire dando, nei casi più gravi, anche complicanze come l'ispessimento del pericardio stesso oppure l'occlusione di atri e/o ventricoli.

In alcuni casi, soprattutto se non trattata adeguatamente, la forma acuta può decorrere nello stato di cronicità.

Sotto accusa i virus

Colpisce soprattutto uomini tra i 20 e i 50 anni, ma anche le donne non ne sono del tutto esenti, a prescindere dall’età.

Le cause di questa patologia sono nella maggior parte dei casi di natura infettiva. Si tratta soprattutto di virus caratteristici delle vie aeree o gastrointestinali, come per esempio echovirus, enterovirus o adenovirus.

Spesso può insorgere anche come complicazione di un’influenza, dell’infezione da HIV o dell’AIDS. Meno frequentemente viene invece causata da batteri, parassiti o funghi.

Le cause non infettive

La pericardite può essere la conseguenza anche di altre patologie preesistenti importanti come per esempio tumori (del polmone, della mammella o leucemia), insufficienza renale grave, ipotiroidismo, malattie reumatiche e autoimmuni come lupus, colite ulcerosa o artrite reumatoide.

Nelle malattie autoimmuni, infatti, il sistema immunitario produce anticorpi che per errore attaccano i tessuti e gli organi causandone l'infiammazione o danni strutturali a vari livelli.

La pericardite può insorgere inoltre dopo infarto miocardico, trauma toracico, interventi chirurgici invasivi sul cuore e radioterapia toracica o in seguito a particolari trattamenti con immunosopressori, farmaci chemioterapici, anticoagulanti, ecc.

In caso non si riesca a risalire con certezza alla causa si parla di “pericardite idiopatica”.

Un aumento dei casi

Negli ultimi anni la patologia pericardica ha registrato un incremento probabilmente dovuto a un aumento degli interventi cardiochirurgici e alla migliore sopravvivenza dei pazienti oncologici o in dialisi.

Nella maggior parte dei casi si tratta comunque di forme lievi che si risolvono con adeguato riposo e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o, se si tratta di una forma batterica, con antibiotici adeguati.

Nei casi più gravi si preferisce invece l’intervento chirurgico.

Silvia Radrezza

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita