Con la sempre maggior diffusione di sovrappeso e obesità, la probabilità che una donna possa sviluppare diabete gestazionale dopo i primi mesi di gravidanza è abbastanza elevata.
Per prevenire questa alterazione metabolica transitoria, ma rischiosa per il benessere del feto in via di sviluppo e per la salute della mamma negli anni successivi, è fondamentale rispettare alcune semplici regole di stile di vita, effettuare alcuni controlli e seguire con fiducia i consigli del medico.
Lo stile che aiuta
Alimentazione sana ed esercizio fisico regolare, finalizzati a mantenere il peso corporeo entro limiti di normalità prima del concepimento e a prevenire incrementi eccessivi durante i nove mesi successivi, sono essenziali per ridurre il rischio di andare incontro a iperglicemia e diabete, già di per sé favoriti dai cambiamenti ormonali tipici della gravidanza.
Se si ha qualche chilo di troppo e si ha la possibilità di pianificare la nascita del figlio, l’ideale è cercare di dimagrire prima della gravidanza per potersi avvantaggiare di un miglior metabolismo di zuccheri e grassi.
Quando ciò non è necessario o non è possibile, bisogna comunque iniziare a prestare attenzione all’alimentazione fin dalle prime settimane di gestazione, cercando di resistere alle tentazioni che le alterazioni ormonali caratteristiche tendono a esasperare.
Cibi sì e cibi no
Le verdure fresche, preferibilmente cotte al vapore e condite con poco olio, possono essere consumate in abbondanza, perché favoriscono la sazietà, riducono l’assorbimento di zuccheri e grassi da parte dell’intestino e contrastano la stitichezza tipica del periodo. La frutta è ottima come fine-pasto o spuntino, ma si deve evitare quella più dolce e calorica (banane, uva, fichi, cachi, castagne, avocado eccetera).
Pesce, legumi e carni bianche, ben cotti e cucinati in modo leggero, possono essere consumati tranquillamente (ma senza eccedere), perché apportano proteine preziose senza troppe calorie. Pane, riso e pasta, preferibilmente integrali, non devono mancare in nessun pasto, ma se ne devono prevedere quantità moderate (in media 50-70 gr a pasto).
Latte, yogurt e latticini sono essenziali per assicurarsi un adeguato apporto di calcio, ma si deve puntare sulle versioni più magre e, nel caso di yogurt e dessert a base di latte, sulle varianti senza zucchero. Una preziosa fonte di calcio a zero calorie può essere l’acqua, di cui vanno bevuti almeno 1,5 litri al giorno, in aggiunta a brodi, tè e tisane non zuccherate.
E i dolci? Se proprio non si riesce a farne completamente a meno, bisogna riservarli a momenti del tutto eccezionali e mangiarne comunque quantità molto limitate, magari sottraendo qualche carboidrato al pasto precedente o successivo.
Tutto lo sport va bene
In assenza di disturbi specifici che la controindichino, l’attività fisica in gravidanza è sempre raccomandata e lo diventa ancora di più per chi è in sovrappeso e/o a rischio di sviluppare diabete gestazionale.
Per trarne adeguati benefici, non è importante il tipo di sport scelto, basta muoversi regolarmente almeno mezz’ora al giorno, puntando soprattutto su esercizi di tipo aerobico che allenano tutto l’organismo senza mettere in pericolo il benessere del bambino.
Quindi, nuoto, ginnastica a corpo libero, jogging (finché il peso non è eccessivo), acquagym, yoga, tai-chi, cyclette, camminare di buon passo, salire e scendere le scale. Nei limiti delle proprie possibilità e senza compiere sforzi eccessivi.
I controlli da effettuare
Per cogliere fin dall’esordio un eventuale diabete gestazionale, prima che possa creare problemi a mamma e bambino è sufficiente misurare la glicemia dopo le prime settimane di gravidanza, con un semplice prelievo a digiuno e, tra la 24a e la 28a settimana, con il test del carico di glucosio, che consiste nell’esecuzione di un prelievo dopo un’ora dall’ingestione di una soluzione contenente 50 grammi di glucosio.
Se questo test fornisce un caso di risultato sospetto, si deve procedere a un secondo test di carico, questa volta ingerendo una soluzione contenente 100 grammi di glucosio ed effettuando tre prelievi a distanza di un’ora uno dall’altro.
Se due dei tre valori di glicemia ottenuti in questo modo superano la soglia di 140 mg/dl è presente diabete gestazionale e bisogna correre ai ripari.
Nella maggioranza dei casi, ciò significa semplicemente fare ancora maggiore attenzione a dieta e attività fisica, seguendo le indicazioni del medico e ricontrollando periodicamente la glicemia. Se questo approccio non basta, può essere necessario ricorrere temporaneamente alla terapia insulinica.