Inizia con una tosse secca, dolore al torace e poi arriva il catarro. Anche un banale malanno invernale, se trascurato, può comportare complicazioni da non sottovalutare.
L’influenza è un disturbo facilmente curabile con qualche giorno di riposo al caldo, in un ambiente confortevole, con l’assunzione, se necessari, di antipiretici per evitare impennate eccessive della temperatura corporea e di tutta una serie di rimedi sintomatici per alleviare i tipici fastidi di contorno come mal gola, tosse e indolenzimenti vari.
In alcuni soggetti a rischio, però, l’influenza non va assolutamente sottovalutata, per le complicanze che può avere, una su tutte la bronchite.
Uscire di casa nonostante la febbre non sia ancora scomparsa o prendere freddo quando sono già presenti sintomi respiratori significativi può, infatti, esporre al rischio di complicanze che prolungano la malattia e ne peggiorano la gravità.
I virus indeboliscono i bronchi
Come già detto, una possibile evoluzione dell’influenza (o del semplice raffreddore), per esempio, è la bronchite: un’infiammazione delle pareti dei bronchi indebolite dai virus e sollecitate dalla reazione immunitaria locale, che talvolta può essere aggravata da un’infezione batterica che si sovrappone in un secondo momento.
I primi sintomi della malattia, in genere, compaiono qualche giorno dopo che l’influenza vera e propria è passata.
Non c’è più febbre, o è molto lieve, e ci si sentirebbe anche abbastanza bene, se non fosse per la persistenza di una tosse “secca”, associata a dolore al centro del torace, dietro lo sterno, che a poco a poco si trasforma in “grassa”, con produzione di catarro più o meno abbondante.
Quando si riscontrano queste condizioni è essenziale rivolgersi al medico per capire bene la natura del disturbo e ottenere indicazioni sul miglior trattamento da seguire.
I principali esami diagnostici utilizzati per la diagnosi di bronchite sono i seguenti.
Esame | Funzione |
---|---|
Auscultazione attraverso stetoscopio | Individuare eventuali rumori anomali durante la respirazione |
Radiografia al torace | Valutare infezioni più estese e che interessano per esempio i polmoni nel loro complesso (polmonite) |
TAC | Accertare eventuali anomalie strutturali |
Esami del sangue | Effettuare la conta leucocitaria e la ricerca di stati infettivi |
Messa a coltura dell’espettorato | Determinare la presenza o meno di batteri |
Spirometria | Misurare la quantità di aria che si immette nei polmoni |
Di solito passa in due settimane
In generale, la bronchite acuta post-influenzale tende a guarire da sola nell’arco di un paio di settimane.
In questo lasso di tempo può, però, creare disagio a causa delle difficoltà di respirazione sia durante il giorno sia, soprattutto, durante la notte, perché la produzione di muco aumenta quando si è sdraiati, impedendo di dormire tranquillamente.
La tosse ripetuta, inoltre, affatica l’organismo, aumentando il generale senso di stanchezza e debolezza e rendendo molto poco efficienti nello studio e sul lavoro. In aggiunta, può essere presente un mal di gola anche significativo, talvolta accompagnato dall’abbassamento della voce.
Purtroppo, non esistono medicinali specifici in grado di risolvere la situazione. Per alleviare il disagio, se il catarro è molto denso, si può ricorrere a farmaci mucolitici che lo rendano più fluido e facile da eliminare, mentre se la tosse è molto insistente e con secrezioni scarse possono essere indicati i sedativi della tosse.
In entrambi i casi, però, meglio chiedere consiglio al medico prima di assumerli. La febbre, se presente e se è lieve (per esempio, intorno a 37,5°C) e non crea grandi disagi, dovrebbe essere sopportata perché il modesto aumento della temperatura corporea aiuta a guarire.
Al contrario se la febbre è alta si può ricorre all’uso di antipiretici per abbassare la temperatura, magari optando per i farmaci antinfiammatori non steroidei che agiscono anche sull’eventuale infiammazione alla gola.
Esiste anche tutta una serie di rimedi “naturali”, ampiamente utilizzati da decenni nella tradizione popolare, per cercare di attenuare il mal di gola e facilitare l’eliminazione del muco bronchiale: si va dall’assunzione di liquidi caldi più volte al giorno (latte e miele, tè, tisane, camomilla, brodi ecc.), ai suffumigi addizionati di bicarbonato di sodio od oli essenziali (mentolo, eucaliptolo ecc.), dagli impacchi caldi sul torace (a temperatura ragionevole per evitare ustioni) alle losanghe al mentolo/eucaliptolo alla liquirizia pura (da evitare se si è ipertesi), alla propoli, nelle sue innumerevoli formulazioni (spray per la gola, estratto idroalcolico o glicerico, tavolette masticabili, perle da sciogliere in bocca ecc.).
Niente freddo e sigarette
Ultimo accorgimento, ma assolutamente essenziale: se abitualmente si fuma, si dovrà tenere alla larga non soltanto il pacchetto di sigarette, ma anche la tentazione di cercarlo, sfruttando magari il periodo di interruzione forzata come occasione per smettere definitivamente di fumare.
Altrettanto importante per tutti è, poi, evitare di esporsi al freddo o a sbalzi di temperatura, restando il più possibile in luoghi riscaldati e coprendosi molto bene quando è necessario uscire.
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