Che cos’è
Artiglio del diavolo è la denominazione volgare di una pianta rampicante perenne della famiglia delle Pedialiacee, Harpagophytum procumbens, diffusa nell'Africa Sud-Occidentale, nelle steppe della Namibia e nel Madagascar, dove è utilizzato per curare la febbre.
Il nome della pianta è dovuto alla particolare forma del suo frutto, che presenta caratteristiche escrescenze uncinate.
Attività
La valenza dell’artiglio del diavolo è legata ai suoi numerosi principi attivi, tra cui:
Glucosidi iridoidi | Arpagoside, arpagide, procumbide |
Triterpeni | Acido oleanolico, acido ursolico |
Flavonoidi | Canferolo, luteolina, fisetina |
Fitosteroli | Beta-sitosterolo, campesterolo, stigmasterolo |
La componente maggiormente rappresentata è quella dei glucosidi iridoidi.
Gli esperti ritengono che sia l’insieme di questi principi attivi, piuttosto che la singola sostanza, a determinare l’effetto complessivo.
Le attività sono essenzialmente antinfiammatorie e analgesiche e risultano di particolare interesse in un’ampia varietà di affezioni reumatologiche, dall’artrosi al mal di schiena, dalla tendinite alla periartrite.
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Perché si usa
Da secoli l’artiglio del diavolo è utilizzato per lenire il dolore e l’infiammazione. Mal di schiena, dolori cervicali, artrite reumatoide, contusioni e febbre sono esempi di impiego pratico, mirato non soltanto ad attenuare i sintomi ma anche a potenziare l’azione di eventuali farmaci antiflogistici, riducendone possibilmente la posologia.
Come si usa
Si assume normalmente per via orale l’estratto estratto secco ottenuto dalla radice della pianta, con un contenuto di arpagoside che varia dall'1 all'8% (in genere 2%).
Il dosaggio medio utilizzato negli studi è compreso tra 600 a 1.200 mg di estratto secco titolato al giorno.
L’effetto si manifesta nell’arco di 7-8 giorni, e raggiunge il massimo dopo circa 30 giorni, mantenendosi poi stabile nel tempo. L’artiglio del diavolo è reperibile anche come estratto acquoso e tintura madre.
Effetti indesiderati
Il sapore amaro rende difficile l’assunzione dello sciroppo. Nausea e mal di stomaco sono gli effetti indesiderati più comuni, in particolare negli individui che soffrono di gastrite o ulcera.
Più rara è la comparsa di dolori addominali e diarrea. Per il resto la tossicità è irrilevante.
Precauzioni
L’assunzione è consigliata a stomaco pieno mentre non è raccomandata al di sotto dei 2 anni, in gravidanza e nel corso dell’allattamento.
Interazioni
Possibili interazioni riguardano anticoagulanti (rischio di aumento del tempo di sanguinamento), antiaritmici (beta-bloccanti, digossina), ipotensivi e ipoglicemizzanti orali. L’associazione con i comuni farmaci antinfiammatori non steroidei può potenziare la gastrolesività di questi ultimi, a seguito di un aumento della secrezione acida gastrica.
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