Per la maggior parte delle persone non c'è bisogno di precauzioni particolari, ma in presenza anche di minimo rischio prevenire può proteggerci da eventi anche molto gravi.
La malattia tromboembolica venosa (TEV) comprende la trombosi venosa profonda (TVP) e l'embolia polmonare (EP).
La TVP, ovvero l'occlusione di un vaso venoso in un qualsiasi distretto del nostro organismo, più frequente agli arti inferiori è, a sua volta, una delle principali cause di embolia polmonare.
Le complicanze tromboemboliche venose (TEV) hanno particolare rilievo soprattutto nell’ambito del paziente ricoverato. Specie in caso di interventi ortopedici maggiori o patologie internistiche acute.
In ospedale
Durante un ricovero ospedaliero, a seconda del rischio, i medici potrebbero ritenere opportune misure preventive, utilizzando in prevalenza un’eparina a basso peso molecolare o, quando indicato, uno dei nuovi anticoagulanti orali.
In questo modo si minimizza il rischio di TEV, visto che il 75 per cento circa degli episodi TVP ed EP si verifica al di fuori dell'ambiente ospedaliero, dopo essere stati dimessi.
Nella vita di tutti i giorni
Prevenire la trombosi venosa è possibile, in parte, intervenendo sugli stili di vita quotidiani.
La misura preventiva più importante, soprattutto per la trombosi venosa profonda agli arti inferiori, è l'attività fisica.
Oltre ad aiutare a ridurre il sovrappeso, il movimento evita il ristagno venoso che facilita la formazione di trombi.
Basta fare ogni giorno un po’ di movimento. Per esempio:
- camminare di buon passo per 4-5 chilometri
- andare in bicicletta
- praticare regolarmente nuoto.
E quando si sta per molto tempo seduti, è importante esercitare i polpacci: premere la parte anteriore dei piedi sul pavimento e muovere i talloni su e giù.
Durante e dopo un lungo viaggio
Muovere i polpacci è essenziale soprattutto in caso di lunghi viaggi, durante i quali è comunque bene alzarsi in piedi e passeggiare ogni tanto e/o fare qualche esercizio di stretching.
E una passeggiata subito dopo il viaggio rimetterà il circolo in condizioni ottimali. La stragrande maggioranza dei viaggiatori non ha problemi. Tuttavia, se si gonfiano le gambe o sono dolenti meglio consultare un medico.
A tavola
È anche importante una buona idratazione: bere acqua o bevande analcoliche in modo regolare fluidifica il sangue e facilita la circolazione.
Scegliamo alimenti che contribuiscono a controllare i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Come, per esempio, i cibi ricchi di omega-3, che contrastano i lipidi e hanno azione antinfiammatoria, e quelli contenenti molte fibre.
Vitamine, come acido folico, vitamina B6 e cobalamina (vitamina B12) contrastano l'iperomocisteinemia, condizione predisponente la formazione di trombi.
Gambe sollevate e al riparo dal caldo
D’inverno bisogna evitare di stare troppo vicini a caloriferi o stufe e d’estate è meglio non esporre le gambe al sole nelle ore più calde. Al mare, le passeggiate nell’acqua sono un vero toccasana per la circolazione del sangue.
Quando riposiamo e di notte è bene tenere le gambe sollevate di circa 10-15 centimetri posizionando un cuscino sotto il materasso dalla parte dei piedi o rialzando il letto. Questa posizione favorisce il ritorno del sangue verso il cuore.
Gradualmente compresse
Anche le calze elastiche possono fornire un valido aiuto. Per essere davvero efficaci dovrebbero essere a compressione graduata e con compressione fino a 20 mmHg alla caviglia (calze ‘da riposo’) o dai 20 ai 50 mmHg (calze ‘terapeutiche’); per queste ultime è sempre bene chiedere prima al proprio medico.
Dovrebbero essere indossate al mattino e tenute per tutto il giorno, specie se si svolge un lavoro che costringe a stare a lungo fermi in piedi.
La leggera pressione della calza aiuta a evitare che il sangue ristagni al polpaccio. Questo ausilio non sostituisce, in ogni modo, la necessità di esercitazioni periodiche, ma sono d'aiuto.
Consultare il medico se...
Ad alcune persone a rischio particolarmente elevato di TVP può essere consigliata una iniezione di eparina a basso peso molecolare prima di un volo di lungo raggio.
Fondamentale chiedere al medico l’opportunità di eseguirla se:
- avete avuto una precedente TVP o embolia polmonare
- avete una storia familiare di ipercoagulabilità
- avete avuto un tumore o subito un trattamento antitumorale
- siete stati sottoposti a chirurgia maggiore negli ultimi tre mesi, in particolare all'anca o al ginocchio
- avete avuto un ictus.