Che cos’è
La trombosi venosa profonda (TVP) è una patologia frequente, caratterizzata dall’ostruzione, parziale o completa, di una o più vene del circolo profondo degli arti inferiori, della pelvi o degli arti superiori.
Quella agli arti inferiori è più frequente.
L’ostruzione è causata da un coagulo di sangue (trombo), nella maggior parte dei casi per un rallentamento del flusso ematico.
La trombosi venosa profonda è una patologia molto grave, dal momento che il trombo può rompersi e giungere, tramite il circolo sanguigno, ai polmoni.
Nei polmoni può pertanto verificarsi la complicanza più pericolosa della trombosi venosa profonda: l’embolia polmonare.
Sintomi
In circa il 50 per cento dei casi, la trombosi venosa profonda non presenta sintomi particolari. Quando insorgono sono:
- dolore e gonfiore a gambe e caviglie (se localizzato agli arti inferiori)
- dolore e gonfiore alle braccia (se localizzato agli arti superiori, 10% circa dei casi)
- dilatazione delle vene superficiali
Fattori di rischio
I fattori di rischio della trombosi venosa profonda possono essere molteplici. I principali sono:
Caratteristiche del paziente |
Avere un’età superiore a 40 anni Essere in gravidanza o in puerperio Essere obesi Fumare sigarette |
Patologie e interventi chirurgici |
Avere o aver sofferto di un tumore maligno Soffrire di disordini ematici che tendono a favorire i processi coagulativi Soffrire di scompenso cardiaco Soffrire di diabete Aver avuto un infarto miocardico Aver avuto un precedente episodio di trombosi venosa Avere una storia familiare di trombosi venosa profonda Essere stati sottoposti a interventi di chirurgia, soprattutto agli arti inferiori o all’addome |
Terapie farmacologiche | Assumere una terapia ormonale estrogenica |
Diagnosi
Quando compaiono sintomi compatibili con una trombosi venosa profonda, per distinguere se si tratta di semplice insufficienza venosa o vera e propria TVP il medico in genere prescrive un esame specialistico: l’ecodoppler venoso degli arti inferiori con tecnica compressiva.
Un altro esame utile per escludere la diagnosi della trombosi venosa profonda è il test del D-Dimero.
Prevenzione
Per prevenire la trombosi venosa profonda occorre modificare in parte i propri stili di vita in questo senso:
- indossare vestiti e scarpe comodi, che non stringano
- fare esercizi fisici che coinvolgano gli arti inferiori almeno una volta al giorno
- eliminare il fumo di sigaretta
- adottare una dieta sana ed equilibrata
- bere molta acqua, almeno 1,5 litri al giorno, e ridurre al minimo l’assunzione di alcolici
- nelle ore più calde della giornata evitare di esporre le gambe al sole e, in inverno, non esporle a fonti dirette di calore (termosifoni, caminetti)
Terapie
Il trattamento principale della trombosi venosa profonda consiste nella terapia anticoagulante, allo scopo di evitare che la trombosi si estenda ad altri vasi e soprattutto per prevenire l’embolia polmonare.
Si usano in genere derivati dell’eparina (eparina a basso peso molecolare) all’inizio, finché la terapia anticoagulante orale attuale, che va assunta contemporaneamente, non riesce a essere efficace (dopo 5-7 giorni quindi).
A quel punto la terapia iniettiva con eparine a basso peso molecolare viene sospesa.
Il medico può prescrivere anche la compressione elastica con fasce adesive su tutto l’arto e, successivamente, calze pesanti a gambaletto.
Ciò faciliterebbe la riduzione delle complicazioni post-trombotiche tardive, tra cui la più invalidante è l’insufficienza venosa cronica.
In gravidanza l’unico trattamento farmacologico consentito è quello con i derivati dell’eparina, perché non attraversano la placenta.
Gli anticoagulanti orali invece la oltrepassano e possono raggiungere il feto. Pertanto sono controindicati in questo periodo.