Difficile resistere al grattamento, molto meglio alleviare il fastidio eliminando la causa e ripristinando la corretta funzionalità della pelle.
Si sveglia una mattina, improvvisamente. Sta grattandosi un braccio, quasi senza accorgersi. «Mi avrà punto una zanzara stanotte» pensa subito Laura. Dopo qualche minuto, finito il dormiveglia, realizza che siamo in inverno. E di zanzare non c’è nemmeno l’ombra. Perché allora il prurito?
Che sia localizzato e di breve durata come quello causato dalla puntura di una zanzara o più persistente, diffuso e di origine meno chiara, il prurito è uno dei fastidi più difficili da sopportare.
Un fastidio, peraltro, che spesso è drammaticamente esasperato dall’unico mezzo che si ha portata di mano per contrastarlo: lo sfregamento ripetuto.
A volte, l’origine è evidente
Il prurito è una sensazione cutanea molto frequente, che tutti sperimentano in più occasioni nel corso della vita per le ragioni più diverse.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di un fenomeno di intensità lieve o moderata, legato a cause del tutto innocue e transitorie. Altre volte, invece, il bisogno irresistibile di grattarsi può essere la spia di malattie più serie, da diagnosticare e trattare in modo specifico.
Le più comuni fonti di prurito sono di ordine dermatologico e vanno dalla semplice disidratazione cutanea a condizioni come l’eritema solare o la dermatite (in particolare, la dermatite da contatto e l’eczema atopico), fino a malattie infettive dell’epidermide abbastanza diffuse, come le micosi o le candidosi, o a infestazioni parassitarie occasionali, come scabbia e pediculosi.
Tipicamente associate a prurito sono, poi, quasi tutte le manifestazioni cutanee di malattie allergiche (in particolare, la dermatite allergica da contatto e l’orticaria) e le patologie infiammatorie che interessano la pelle, come per esempio il lichen ruber planus o la psoriasi.
Aggravanti fisiologiche e non
Anche condizioni assolutamente fisiologiche come la gravidanza possono essere accompagnate dall’insorgenza di prurito cutaneo diffuso, principalmente a causa delle modificazioni ormonali che la caratterizzano.
Il problema interessa circa il 20% delle future mamme, soprattutto a livello di braccia, torace, addome e gambe.
Ulteriori possibili cause di prurito sono rappresentate dall’assunzione di alcuni farmaci (in particolare, antibiotici, analgesici e antimicotici per bocca) e di alimenti che promuovono la liberazione di istamina o che ne sono ricchi (per esempio, il vino, la birra, il pesce, le nocciole, le fragole, i coloranti aggiunti ai cibi industriali ecc.).
In aggiunta, stress e stati d’ansia possono essere, se non fonti primarie, quantomeno serie aggravanti di prurito circoscritto o diffuso.
Di fronte a un prurito apparentemente ingiustificato, si dovrebbe anche provare a cambiare il detersivo utilizzato abitualmente: il fastidio cutaneo potrebbe, infatti, dipendere da una sensibilità individuale specifica a uno o più dei suoi componenti.
Le manifestazioni meno definite
C’è poi l’ampio capitolo delle forme di prurito cosiddette sine materia, nelle quali il sintomo cutaneo non sembra attribuibile a nessuna causa evidente.
Questo tipo di manifestazione va indagata con attenzione perché a determinarla possono essere, oltre a neoplasie di varia natura o infestazioni intestinali, anche altre malattie, come per esempio:
Malattie epatiche | Epatopatie con stasi biliare, cirrosi epatica, neoplasie ecc. |
Malattie renali | Insufficienza renale cronica, emodialisi ecc. |
Malattie ematiche | Anemia, linfomi, leucemie, policitemia vera ecc. |
Malattie endocrino-metaboliche | Ipo e ipertiroidismo, diabete, squilibri ormonali ecc. |
Malattie neurologiche | Sclerosi multipla, sensibilizzazioni dei nervi periferici |
Va, tuttavia, precisato che l’insorgenza di un prurito diffuso e persistente, più o meno intenso, è quasi una costante associata all’avanzare dell’età, a causa della maggior propensione alla disidratazione cutanea della pelle che invecchia.
Per questa ragione, ancora più che da giovani, dopo i 50 anni diventa importante proteggere la barriera idrolipidica dell’epidermide, evitando di usare saponi e detergenti aggressivi e/o acqua troppo calda e di fare bagni prolungati. Inoltre, va ricordato di asciugare la pelle delicatamente, senza sfregare, e di applicare sempre creme idratanti ed emollienti dopo il lavaggio.