- Quando, dove e come colpisce
- I sintomi da riconoscere
- La diagnosi
Non è facile da riconoscere, ma con una diagnosi corretta può essere trattato in modo efficace. Ecco come identificarlo.
La diarrea non si ferma e i dolori addominali vi tormentano? Potrebbe trattarsi di morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica che ha come bersaglio l'apparato gastrointestinale.
Tutto il tubo digerente può essere colpito da questo disturbo, dalla bocca fino all'ano, e spesso l'infiammazione si diffonde in profondità, coinvolgendo l'intera parete intestinale e causando gonfiori e ulcerazioni.
Il risultato finale sono disturbi intestinali e dolori debilitanti che possono compromettere significativamente la qualità della vita.
Quando, dove e come colpisce
In genere il morbo di Crohn colpisce tra i 20 e i 25 anni o nella terza età, ma anche bambini e adolescenti possono soffrirne.
I tratti del tubo digerente coinvolti più spesso sono l'ileo (l'ultimo tratto dell'intestino tenue) e il colon, e l'entità dei sintomi può essere molto variabile da caso a caso.
I sintomi da riconoscere
Nella maggior parte dei casi i disturbi compaiono gradualmente, ma a volte colpiscono senza alcun preavviso.
I più comuni sono la diarrea e forti crampi intestinali localizzati soprattutto a livello dell'ombelico o della parte destra dell'addome.
Spesso i fastidi compaiono dopo i pasti e a volte possono essere associati a nausea e vomito.
Nelle feci può essere presente del sangue e la diarrea può essere associata a una febbre lieve ma persistente, a stanchezza, a mancanza di energie, a inappetenza e a una perdita di peso ingiustificata.
In bocca possono formarsi delle ulcere, mentre intorno all'ano possono comparire delle fistole, canali che mettono in comunicazione l'intestino con la superficie dell'epidermide. Infiammandosi, le fistole possono scatenare dolori; inoltre possono formarsi ascessi e dalle fistole può fuoriuscire del materiale.
A questi sintomi si possono aggiungere disturbi extraintestinali come infiammazioni della pelle, degli occhi, delle articolazioni, del fegato o dei dotti biliari.
Infine, nei bambini il morbo di Crohn può rallentare la crescita o lo sviluppo sessuale.
Per individuare gli alimenti che peggiorano i sintomi, può essere d'aiuto, in una fase remissiva, seguire diete di esclusione. In linea di massima, i possibili alimenti da tenere d’occhio e quelli
che invece sono considerati “accettabili” (ma che è comunque opportuno
testare con una dieta di esclusione) sono:
Alimenti da "tenere d'occhio" | Alimenti “accettabili” |
---|---|
Pane fresco (bianco e integrale) | Cracker, fette biscottate, grissini |
Cavolo, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, legumi, asparagi, barbabietola, cipolla, porro, pomodori, spinaci | Carni bianche o rosse magre, ai ferri o al vapore |
Latte, latticini, formaggi | Prosciutto cotto o crudo sgrassato |
Carni grasse | Pesci magri alla griglia o lessi |
Insaccati, lardo | Zucchine, carote, finocchi, insalata, melanzane |
Pesci grassi, crostacei, molluschi | Yogurt e probiotici (se non c'è intolleranza al lattosio) |
Uova | |
Fritture e pietanze elaborate | |
Dolci, cacao, cioccolato | |
Frutta (consumo moderato, in particolare banane e agrumi) | |
Alcolici, caffè, bibite con caffeina, bibite gasate (anche l'acqua) |
La diagnosi
Fortunatamente le terapie oggi a disposizione possono ridurre significativamente i sintomi e consentire lunghi periodi di remissione in cui i disturbi danno una tregua.
Purtroppo, però, la diagnosi del morbo di Crohn non è semplice.
La malattia viene diagnosticata dopo aver escluso altre possibili cause dei sintomi intestinali e dopo una serie di analisi più o meno invasive, partendo da esami del sangue per verificare la presenza di anemia e infiammazione.
Fra i parametri che possono essere analizzati sono inclusi la VES, la proteina C reattiva e i livelli di globuli rossi. L'esame delle feci può essere invece utile sia per l'analisi di marcatori dell'infiammazione (in particolare la calprotectina fecale) sia per svelare l'eventuale presenza di sangue occulto.
Altre analisi utili sono l'ecografia e le indagini radiologiche (radiografia e Tac o risonanza magnetica con mezzo di contrasto), che permettono di verificare lo stato di salute dell'intestino e l'eventuale presenza di fistole.
Il metodo più sicuro per diagnosticare il morbo di Crohn è però una biopsia di tessuti prelevati dall'interno del tubo digerente, effettuata mediante endoscopia.
Diverse metodiche permettono di analizzare tratti differenti dell'apparato digerente per verificare la presenza di marcatori dell'infiammazione, come i granulomi, ammassi di cellule infiammatorie.
L'interno del tubo digerente può essere analizzato anche mediante un'endoscopia con capsula.
Questa metodica prevede di ingerire una piccola videocamera che viene espulsa con le feci dopo aver catturato immagini dell'apparato digerente.
Nel caso in cui le registrazioni dovessero aumentare i sospetti di morbo di Crohn la diagnosi deve comunque essere confermata con una biopsia.
Infine, in caso di morbo di Crohn perianale la diagnosi potrebbe richiedere l'esplorazione attraverso un intervento chirurgico in anestesia, un approccio che consente non solo di confermare la diagnosi ma anche di trattare subito il problema rilevato.