L’arresto della crescita è il sintomo più tipico, e subdolo, della malattia di Crohn nei bambini.
Non sono solo malattie da grandi. Sempre più spesso capita che la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, malattie infiammatorie croniche dell’intestino, vengano diagnosticate nei bambini.
Il 20% dei casi di malattia di Crohn esordisce infatti entro i 20 anni. In Italia sono 100.000 le persone che ne sono affette e di queste circa 3.000 hanno meno di 18 anni.
La malattia di Crohn
È caratterizzata da un’infiammazione cronica che può interessare tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano, ma nella maggior parte dei casi colpisce l’ultimo tratto dell’intestino tenue e il colon.
L’infiammazione può causare dei restringimenti (stenosi), che a loro volta possono provocare un’occlusione intestinale parziale e totale, o creare una fistola, ovvero un’apertura anomala fra l’intestino e, per esempio, la superficie cutanea vicino all’ano (in questo caso si parla di fistola perianale).
I sintomi
I tre sintomi classici sono:
- diarrea, a volte con presenza di sangue
- febbricola intorno ai 37.5°- 38.5° C
- dolore addominale, anche crampiforme.
«Nei bambini, fino a 18 anni, il sintomo caratteristico, e anche il più subdolo, è l’arresto di crescita. Questo perché la malattia infiammatoria utilizza le calorie per sostenere se stessa, e dunque ferma la crescita del bambino» spiega Costantino De Giacomo, Direttore del Dipartimento Materno Infantile e della Struttura complessa di Pediatria all’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano.
Non tutti hanno i medesimi segnali, oppure ne presentano solo alcuni. Altri possono avere afte ricorrenti in bocca o lesioni a livello perianale come ragadi o fistole. Spesso sono presenti anche sintomi dell’apparato osteoarticolare come artrite, dolori alle articolazioni, manifestazioni oculari come congiuntivite e talvolta problemi cutanei.
«Circa il 25% dei casi di malattia di Crohn compare dopo i 10 anni di età, ma un 4-5% è diagnosticato entro i 5 anni, talvolta anche sotto i 2, e interessano prevalentemente il colon. Le malattie pediatriche sono generalmente più severe e più soggette a ricadute» continua De Giacomo.
Diagnosi
Per diagnosticare la malattia di Crohn sono necessari esami di laboratorio e strumentali.
Esami di laboratorio | Esami strumentali |
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Esami del sangue per misurare i livelli di emoglobina, piastrine e di alcuni marcatori non specifici di infiammazione come la VES (velocità di eritrosedimentazione) e la PCR (proteina c- reattiva) |
Ileocolonscopia |
Esame delle feci per valutare la calprotectina fecale, che permette di ottenere informazioni sull’infiammazione intestinale. |
Terapie
Nelle forme lievi e moderate dei bambini la terapia di prima scelta è quella nutrizionale.
«Mettere a riposo l’intestino e nutrirlo per circa due mesi esclusivamente con una miscela a base di latte ha degli ottimi effetti nell’80% dei casi, sia sulla malattia sia sulla crescita. La terapia può essere ripetuta, ma i risultati con il tempo scemano» conclude De Giacomo.
Per mantenere la remissione dell’infiammazione vengono utilizzati gli immunomodulatori; in Italia il 30% dei bambini viene curato con farmaci biologici.
La chirurgia viene utilizzata in caso di stenosi, fistole o complicanze.
Nella maggior parte dei casi i pazienti, quando trattati adeguatamente, possono controllare la patologia e condurre una vita normale.