- Le cause
- Come si individua un focolaio di polmonite?
- La polmonite batteriemica
- Prevenire con il vaccino
La polmonite è una patologia da temere soprattutto per gli anziani, nei quali si manifesta con sintomi atipici.
Una recente indagine Censis sulle conoscenze degli italiani dai 50 anni in su in tema di influenza e vaccino rivela che il 78,7% sa che la polmonite è tra le complicanze più frequenti di una infezione troppo spesso definita “banale”.
Ma, a dispetto della consapevolezza della gravità di una malattia che nella terza età è addirittura mortale, solo il 16% degli intervistati afferma di contattare subito il medico e poco meno della metà lo fa se i sintomi non migliorano (per lo più curandosi con il fai-da-te dei farmaci da banco).
«La polmonite batterica da streptococco è effettivamente una delle possibili evoluzioni dell'influenza», conferma Emanuele Montomoli dell'Università di Siena. «Le persone più a rischio sono naturalmente gli anziani che hanno già una salute precaria per altre patologie croniche, respiratorie e non. Ma anche chi sta bene può dover fronteggiare una reazione infiammatoria importante causata dall'infezione».
Le cause
Nella polmonite gli alveoli polmonari si infiammano e si riempiono di liquido, ostacolando la funzione respiratoria.
La causa può essere un virus oppure un batterio: il maggior responsabile è lo Streptococcus pneumoniae o pneumococco, seguito da Haemophilus influentiae, Mycoplasma pneumoniae e Legionella pneumophila.
Lo pneumococco è un batterio presente nel cavo naso-faringeo: quando c'è un’infezione virale (come quella dell'influenza, per esempio) si altera l'equilibrio tra ospite e batterio e la lesione a carico dell’albero respiratorio induce la penetrazione dei batteri.
L’infezione da pneumococco colpisce prevalentemente i bambini fino a 2 anni, mentre negli adulti la sua incidenza sale dopo i 50 anni e raggiunge il picco dopo i 65. In questa fascia d’età, in particolare, è responsabile di circa il 40% di tutti i casi di polmonite.
Se ci sono ulteriori fattori predisponenti, come malattie croniche cardiovascolari e respiratorie (bronchiti croniche o asma), si va incontro più facilmente a infezioni profonde.
La patologia causa circa 7.000 morti all'anno tra gli over 65 (per insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca, setticemia) e 140.000 ricoveri (anche in questo caso, l'80% ha più di 65 anni) ed è tra le maggiori cause di ospedalizzazione nel nostro Paese.
Come si individua un focolaio di polmonite?
I germi si moltiplicano negli alveoli polmonari dando il via a un processo infiammatorio che porta alla formazione di essudati (liquidi infiammatori), la cui presenza provoca una riduzione dell’ossigenazione del sangue.
Spiega Montomoli: «In persone con malattie polmonari croniche la conseguenza è la dispnea, cioè il fiato corto. Altri segnali precoci e tipici delle polmoniti batteriche sono la tosse, la febbre, il dolore al petto».
Nell'anziano la presentazione clinica è spesso atipica, caratterizzata da confusione mentale, dolore toracico e febbre meno pronunciati che nell'adulto giovane. Possono manifestarsi anche complicanze come riacutizzazioni di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), polmonite virale e batterica sovrapposte, complicanze cardiache e ictus cerebrale.
La diagnosi si conferma con una radiografia. Nelle forme batteriche si evidenzia un tipico imbiancamento dell’area interessata. Sono inoltre possibili alcuni test: coltura dell’espettorato, emocoltura, ricerca dell’antigene nelle urine e test più sensibili che si avvalgono di metodiche di biologia molecolare.
La polmonite batteriemica
Un'ulteriore possibile evoluzione della malattia è la polmonite pneumococcica batteriemica: l’infezione causata dallo pneumococco non resta nei polmoni, ma sconfina nel sangue attraverso il quale può giungere ad altri tessuti e comprometterli. Circa l’80% delle patologie gravi causate dallo pneumococco negli adulti e negli anziani sono rappresentate proprio da polmoniti batteriemiche.
Prevenire con il vaccino
La terapia dipende dal tipo di polmonite: se è batterica, si cura con gli antibiotici.
Una valida strategia preventiva, per gli over 65 e per tutte le persone con problemi cardiaci e respiratori cronici, diabete e altre patologie che indeboliscono le difese immunitarie è la vaccinazione anti-influenzale combinata alla vaccinazione anti-pneumococcica: quest'ultima non deve essere più ripetuta perché dura per tutta la vita.
Il vaccino anti-pneumococco è stato inserito nel piano vaccinale 2017-2019 ed è offerto gratuitamente, oltre che agli ultrasessantacinquenni, anche a tutti i nuovi nati, a cui devono essere somministrate 3 dosi nel primo anno di vita:
Prima dose | Seconda dose | Terza dose |
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3° mese | 5° mese | 11° mese |