È l’infiammazione che coinvolge la guaina che riveste i tendini e generalmente si accompagna alla tendinite. Ecco come affrontarla.
Si definisce tenosinovite (o sinovite tendinea) l’infiammazione che si sviluppa a carico della guaina sinoviale che avvolge alcuni tendini per proteggerli dall’attrito da scorrimento con le strutture vicine.
In genere tale processo infiammatorio coinvolge simultaneamente anche il tendine. Sono particolarmente esposte alla tenosinovite le strutture tendinee di mano e polso e, infatti, tra le forme più comuni di tenosinovite si ricorda, in particolare:
- la sindrome di De Quervain, nota anche come malattia della lavandaia o mal di mouse, che colpisce le strutture tendinee del muscolo estensore breve e dell’abduttore lungo del pollice
- il cosiddetto dito a scatto, che riguarda, invece, le strutture tendinee dei flessori delle dita.
Principali cause
In generale l’infiammazione è conseguente a un sovraccarico funzionale prolungato nel tempo, cioè all’esecuzione di movimenti ripetitivi (nell’ambito per esempio di alcuni sport o alcuni lavori) che, a lungo andare, determinano dei microtraumi.
Anche traumi diretti, infezioni, malattie reumatiche (come l’artrite reumatoide), benché meno frequentemente, possono determinare una tenosinovite.
Sintomi
La tenosinovite si manifesta con dolore, di intensità variabile, nel punto interessato dal processo infiammatorio, a volte associato anche ad altri sintomi, come gonfiore, calore, arrossamento.
Il dolore si può avvertire col movimento ma anche a riposo, alla palpazione o spontaneo, e può irradiarsi lungo il percorso tendineo.
L’infiammazione della guaina la rende rugosa e irregolare, tanto che spesso si associa un crepitio quando si muove la parte interessata. Inoltre, poiché si determina anche un restringimento (stenosi), si ostacola il normale scorrimento del tendine all’interno (si parla per questo spesso di tenosinovite stenosante) e può anche formarsi un nodulo che, oltre a essere percepibile al tatto, costringe il tendine a compiere un vero e proprio scatto per superarlo (per questo, per esempio, si parla di dito a scatto).
Come si cura
In fase acuta si può lenire la sintomatologia con il ricorso a farmaci antinfiammatori non steroidei, per bocca o per uso locale (cerotti, pomate ecc.), associati all’applicazione di ghiaccio sulla parte colpita (il freddo grazie alla sua azione di vasocostrizione, aiuta a ridurre il dolore e il gonfiore), mantenendo a riposo le strutture tendinee coinvolte.
Se i sintomi non passano e/o se tendono a ripresentarsi con frequenza, è opportuno rivolgersi al medico, che in genere prescrive una fisioterapia con esercizi specifici, una terapia fisica strumentale (onde d’urto, ultrasuoni ecc.) o, eventualmente, il ricorso a infiltrazioni di cortisonici.
Solo nei casi più seri, che non traggono alcun beneficio da questi trattamenti, fortunatamente rari, può essere necessario ricorrere a un breve intervento chirurgico (per eliminare calcificazioni oppure per liberare il tendine dalla guaina danneggiata e permetterne così lo scorrimento) seguito da una fase di riabilitazione.