Se la tendinite non è dovuta a un trauma, l’infiammazione può essere ridotta con l’uso prima di Fans, e poi di fasce autoriscaldanti.
A volte la tendinite può essere causata da un gesto ripetuto troppo a lungo sul lavoro, per esempio manovrare un macchinario o spostare pesi, l’uso del computer, del tablet o dello smartphone protratto per molte ore di seguito, il mantenimento inconsapevole di una posizione impropria del braccio o della mano mentre si dorme, una distorsione del polso causata da un movimento brusco o da un trauma accidentale.
Sono tutte possibili cause di infiammazione dei tendini del polso e della mano molto comuni nella vita quotidiana, soprattutto a partire dai 35-40 anni, età alla quale le articolazioni e le strutture che le sostengono e muovono iniziano a invecchiare, risultando meno elastiche e più sensibili a sollecitazioni di ogni tipo. Altre volte le cause sono legate a malattie infiammatorie croniche oppure alla presenza di un’artrosi iniziale a carico delle articolazioni del polso e della mano.
I sintomi caratteristici
I sintomi della tendinite sono piuttosto facili da riconoscere, la patologia infatti si manifesta con un dolore persistente che si acutizza con il movimento. Solitamente il dolore è riferito al polso e alla mano, se l’infiammazione è molto intensa il dolore può colpire anche le dita.
L’effetto può essere oggettivamente invalidante, soprattutto se il tendine infiammato è quello alla base del pollice poiché, venendo meno la possibilità di afferrare, stringere e torcere, gran parte delle comuni attività manuali risulta compromessa.
Oltre al dolore, può essere presente un leggero gonfiore, dovuto alla contemporanea infiammazione della capsula articolare e/o dei tessuti di sostegno. In genere, questa manifestazione si osserva soprattutto quando il disturbo insorge in seguito a un movimento brusco o a un trauma.
Quando l’infiammazione interessa anche la guaina che riveste il tendine, si parla più propriamente di “tenosivite”.
Come ridurre dolore e infiammazione
Se il dolore al polso è comparso dopo un trauma accidentale ed è molto intenso, prima di intraprendere qualunque tipo di trattamento (salvo l’immediata applicazione di ghiaccio) va interpellato il medico, che, se lo giudicherà necessario, prescriverà l’esecuzione di una radiografia (per escludere possibili fratture) o di un’ecografia (per valutare lo stato dei tendini, dei legamenti e delle capsule articolari).
Quando la tendinite non è dovuta a un trauma, ma a una postura scorretta o movimenti frequenti e ripetuti è bene applicare comunque il ghiaccio e mantenere a riposo il polso e la mano. In più per alleviare dolore e infiammazione si possono stendere localmente gel o creme a base di antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o naprossene, oppure assumere gli stessi principi attivi per via orale.
La terapia con FANS, anche in regime di automedicazione, può essere efficace per contrastare l’infiammazione tendinea lieve-moderata e il dolore che l’accompagna, soprattutto in caso di tendinopatie acute e non associate a malattie articolari degenerative (artrosi, artrite reumatoide ecc.). Si raccomanda l’uso degli antinfiammatori non steroidei per circa una settimana: la terapia può essere prolungata qualora il medico lo ritenga opportuno.
Nei primi 2-3 giorni, quando il livello di infiammazione è massimo, per evitare di muovere il polso e la mano è consigliabile indossare un tutore rigido, da scegliere con l’aiuto del medico in relazione allo specifico disturbo presente. Il tutore va tenuto per il tempo strettamente necessario, cioè durante la fase acuta del dolore, in seguito è bene riprendere il movimento per favorire il recupero della mobilità del polso e della mano.
Anche il calore aiuta
Dopo 4-5 giorni, quando la fase acuta è passata, può essere utile anche la terapia termica con il calore. Per effettuarla si può applicare un panno caldo oppure immergere la mano e il polso in acqua calda per 5-10 minuti, più volte al giorno.
Un’alternativa più pratica ed efficace consiste nell’applicare sul polso una banda adesiva autoriscaldante, da lasciare in sede fino a 8 ore. In questo periodo, il calore generato all’interno della fascia e trasmesso costantemente ai tessuti eserciterà un effetto analgesico e antinfiammatorio, promuovendo anche la “guarigione” del tendine e dei tessuti articolari di sostegno.