Il tatuaggio è ormai diventato una moda dilagante, non solo tra i giovani. Volete essere anche voi up-to-date? Va benissimo. Ma fatelo con criterio per non correre rischi.
Una tendenza, che contagia tutti, uomini e donne di ogni età. È la "tattoo mania", con tanto di eventi e mostre internazionali dedicate al mondo dei tatuaggi.
Come la recente International Expo Tattoo conclusasi a Roma l’8 maggio, che ha visto all’opera centinaia di esponenti di questa forma d’arte contemporanea.
Si calcola che, nel mondo, le persone con almeno un tatuaggio sul corpo siano alcune decine di milioni. Un segno, un messaggio per sempre?
Nient’affatto, ogni anno sono 28 su 100 coloro che si pentono e decidono di eliminare simboli, disegni e nomi incisi sulla pelle. E se farsi tatuare può essere, oltre che doloroso, anche un po’ rischioso per la salute, cancellare il tatuaggio lo è altrettanto.
Quali regole seguire, quindi, per evitare il più possibile gli eventuali fastidi causati dai tatuaggi?
Buon senso, come sempre
Se già si soffre di qualche problema dermatologico, per esempio psoriasi, eczemi, reazioni allergiche dovute al contatto con polveri, sostanze o metalli, prima di prendere appuntamento con il tatuatore, consultare il medico.
Deciso? Bene. Allora rivolgetevi a un artista, certo, ma esperto e soprattutto riconosciuto, in possesso cioè della necessaria licenza per svolgere questa professione.
Ricordate che nei giorni successivi l’“intervento” non ci si deve esporre al sole o sudare, poiché calore e sudore possono causare infezioni o reazioni allergiche.
Qual è il rischio?
Farsi tatuare significa farsi inserire sostanze chimiche negli strati intracutanei. Si possono usare anche pigmenti di natura vegetale. In ogni modo sono sempre sostanze estranee che vengono iniettate.
Dando per scontato che gli aghi utilizzati siano sterili, resta comunque possibile che la zona tatuata si infetti con funghi e batteri. Basti pensare che in ogni centimetro di pelle vivono normalmente un migliaio di microrganismi.
I dermatologi sconsigliano di farsi tatuare disegni troppo estesi, e affermano che sia comunque meglio prediligere quelli monocromatici, per diminuire il rischio derivante dall’uso di sostanze diverse.
Che cosa fare dopo
Una volta effettuato il tatuaggio, è normale che la pelle circostante risulti infiammata: è necessario spalmare uno strato di crema lenitiva, preferibilmente al pantenolo (acido pantotenico o provitamina B5).
I tatuatori consigliano di bendare la parte con pellicola impermeabile per 2 o 3 ore, lavare delicatamente e applicare di nuovo la crema lenitiva, la cui funzione è, in particolare, quella di rigenerare l’epidermide e calmare le irritazioni cutanee.
La stessa crema va usata 3 volte al dì nei 2 giorni successivi.
Allora, tattoo? Prima di decidere, si può provare con qualcosa di meno impegnativo, come il tatuaggio spray, novità moda dell’estate.
Semipermanente, utilizza il sistema dello stencil e non è doloroso.