La risalita del contenuto dello stomaco nell'esofago oltre a essere un disturbo fastidiosissimo, può creare gravi danni. Scegliere il rimedio più adatto è indispensabile per evitare conseguenze.
Nella malattia da reflusso gstroesofageo la presenza di acido nell'esofago è dolorosa, porta a infiammazione e causa la formazione di vere e proprie ferite.
Se la problematica non viene affrontata in tempo può estendersi anche al di fuori dell'apparato digerente irritando la faringe, le corde vocali e l'apparato respiratorio. Ma scegliendo il farmaco corretto i danni possono essere efficacemente limitati.
Quando arriva il momento di agire
Nelle situazioni meno gravi il reflusso si verifica solo in particolari occasioni, per esempio dopo un pasto pesante, se si fuma troppo o se ci si sdraia subito dopo aver mangiato. In questi casi evitare alcuni alimenti e smettere di fumare può essere sufficiente a risolvere i disturbi.
Se i sintomi hanno una frequenza ricorrente, invece, bisogna correre ai ripari mediante l’utilizzo di farmaci specifici. Per evitare l'insorgenza di complicazioni come l'esofagite da reflusso, la stenosi esofagea e l'esofago di Barrett è bene associare a una correzione dello stile di vita l'utilizzo di farmaci specifici.
I farmaci utili per i sintomi da reflusso
I farmaci utilizzati per il trattamento dei sintomi da reflusso comprendono gli H2 antagonisti e gli inibitori di pompa protonica. I primi bloccano la produzione di acido nello stomaco inibendo i recettori per l'istamina. I più utilizzati sono la cimetidina, la ranitidina, la famotidina e la nizatidina.
Questi farmaci controllano il bruciore di stomaco, ma sono meno efficaci degli inibitori di pompa protonica. Inoltre, l'intensità della loro azione è limitata e non compensa sufficientemente l'acidità gastrica che si instaura dopo i pasti.
Per questo i rimedi più adatti e utilizzati sono gli inibitori della pompa protonica o IPP (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo ed esomeprazolo).
Anche queste molecole inibiscono la secrezione acida nello stomaco, ma la loro azione, diretta contro l'attività della pompa protonica, è più forte e prolungata rispetto a quella degli H2 antagonisti e permette una copertura di 24 ore con una sola somministrazione al giorno.
Per questo sono particolarmente indicati nelle situazioni più gravi, anche quando vi siano già delle complicanze, come un'esofagite. Per ottenere un risultato ottimale devono essere assunti preferibilmente al mattino, a digiuno, prima della colazione. Sono farmaci sicuri e ben tollerati dal paziente.