DOMANDA
Il mio bambino ha 2 anni e circa un anno fa ci hanno fatto notare che quando affannato emetteva uno stridore poi identificato come "stridore laringeo". Dopo laringoscopia si è giunti alla conclusione che i numerosi reflussi avuti nel primi mesi di età hanno provocato dei lievi danni alla faringe. Dopo la cura antireflusso sembrano praticamente scomparsi gli stridori ma al mattino dopo il biberon ha quasi sempre un piccolo reflusso: è preoccupante visto che è scomparso lo stridore? Che ne pensa del latte di soia? quale altra alternativa al latte per colazione? Tra l'altro lui mangerebbe solo pane: è possibile che sia un problema considerato che in famiglia esiste un caso di celiachia.
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa
Il reflusso gastroesofageo è un problema frequente nei bambini più piccoli, può portare a infiammazione anche delle prime vie aeree. La malattia da reflusso si accompagna a sintomi a carico anche di altri apparati, come nel caso di suo figlio, cioè quello respiratorio. La terapia non sempre elimina del tutto il reflusso, ma riduce di molto i sintomi associati. L’incontinenza gastroesofagea è fisiologica nel bambino, la terapia non è volta a eliminare questo problema di risalita di materiale dallo stomaco (che si risolverà comunque con la crescita), ma vuole ridurre l’acidità del materiale rigurgitato e la sua quantità. Per questo si usano farmaci gastroprotettori e sostanze ispessenti del latte. La riduzione dei sintomi associati, come lo stridore laringeo da infiammazione delle prime vie aeree, è un buon risultato. Non mi preoccuperei per un po’ di rigurgito dopo il latte del mattino, se non accompagnato da altri sintomi di malessere. Cambiare il latte è molto soggettivo: a parte i casi in cui si associ al reflusso un’intolleranza al lattosio o alle proteine del latte, che andrebbe comunque diagnosticata, non è il caso di cercare latti particolari. Se il latte che utilizzate è gradito al bambino e lo digerisce, non lo cambierei. A volte si ricorre a un latte “più leggero”, anche senza una vera e propria diagnosi, ma solo perché si vede che la situazione va meglio e il bambino lo tollera di più: motivo per non cambiare nulla. Non vedo ragioni per non dare il pane anche a colazione, se lo gradisce: provare a bere il latte più lentamente, alternando i sorsi di latte alla masticazione di un pezzo di pane, invece di un biberon con già tutto dentro, può aiutare la fisiologica peristalsi dell’esofago e dello stomaco. La presenza di celiachia in famiglia va sicuramente tenuta presente e portata a conoscenza del pediatra curante, ma non comporta un’esclusione automatica dalla dieta degli alimenti contenenti glutine. Si fa solo se anche il vostro bambino è celiaco.
Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.