Il principale accusato del raffreddore è un virus chiamato rinovirus. Ne esistono tantissime forme, ed è per questo che non esiste un vaccino e non saremo mai immunizzati contro questo disturbo.
Due persone su cento sono portatori “sani” del virus del raffreddore, nel senso che sono state infettate, ma non manifestano i sintomi tipici della malattia.
Però possono passarlo agli altri: il virus del raffreddore è un campione di salto in lungo. Può passare da una persona a un’altra, grazie soprattutto agli starnuti, anche a distanza di diversi metri.
È un disturbo contagiosissimo. Non a caso nella stagione autunno-invernale il raffreddore è un problema che riguarda fino all’80 per cento dei bambini.
Non c’è soltanto lo starnuto, peraltro. Le vie di contagio sono quasi infinite: i rinovirus possono essere trasportati da un soggetto all’altro da mani “inquinate” o dall’aria che respiriamo, i virus possono arrivare sul nostro corpo e penetrare, soprattutto attraverso il naso, dando inizio all’infezione e, di conseguenza, al processo infiammatorio delle mucose respiratorie.
E tutto ciò avviene nonostante i nostri meccanismi di difesa siano molto efficienti. Il muco, per esempio, che ricopre la parte interna del naso serve a intrappolare particelle indesiderabili (compresi i germi) che potrebbero entrare nelle vie aeree. Per non parlare poi del sistema di ciglia vibratili, che contribuisce a eliminare le particelle nocive che sono state intrappolate nel muco.
Dal momento che di raffreddore si ammalano ogni anno milioni di italiani, dovremmo cercare di dare una mano al nostro sistema immunitario e difensivo.
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