Che cos’è
La menopausa precoce è una condizione che si verifica quando il periodo fertile di una donna cessa prima dei quarant’anni.
Esistono due tipologie di menopausa precoce: la prima è chiamata Pof, dall’inglese Premature ovarian failure, o menopausa precoce spontanea.
La seconda è considerata una conseguenza di cure mediche. In quest’ultimo caso si parla di menopausa iatrogena.
Le cause
La menopausa precoce spontanea è causata, in circa il 30 per cento dei casi, da fattori genetici. In pratica è un fattore ereditario che si tramanda di generazione in generazione.
È assai probabile che succeda nei casi in cui la mamma, la nonna oppure la sorella maggiore sono andate incontro a menopausa precoce spontanea.
Nel restante 70 per cento dei casi non ci sono ragioni specifiche. In genere è dovuta a patologie diverse, che possono anche essere di tipo autoimmune.
Nel caso della menopausa precoce iatrogena, all’origine possono esserci interventi chirurgici, con asportazione bilaterale delle ovaie, oppure trattamenti chemioterapici o radioterapici eseguiti per la cura di tumori.
I sintomi più comuni
Il primo sintomo in genere è il ciclo irregolare. Le mestruazioni possono presentarsi prima del tempo (polimenorrea) e la quantità del flusso può risultare elevata (metrorragia).
Le stesse mestruazioni possono durare più a lungo (menometrorragia).
A un certo punto può succedere che si salti un ciclo intero, nel senso che l’intervallo tra una mestruazione e l’altra diventa di circa due mesi.
Possono comparire anche disturbi del sonno, quali:
- risvegli frequenti
- tachicardie notturne
- senso di spossatezza durante la giornata
- disturbi dell’umore (irritabilità, malinconia)
- appetito irrefrenabile
Anche il corpo manda segnali abbastanza inequivocabili. Molte donne aumentano di peso, compaiono rughe, la pelle diventa più secca e in alcuni casi si osserva una caduta di capelli inusuale.
Infine, spesso si assiste a un calo del desiderio sessuale, una riduzione della lubrificazione vaginale e una maggiore difficoltà a raggiungere l’orgasmo.
La diagnosi
Per la diagnosi della menopausa precoce si esegue in genere il dosaggio, tramite un semplice prelievo di sangue, dell’ormone FSH, l’ormone follicolo stimolante.
Se risulta superiore a 30 mUI/ml significa che la riserva di follicoli ovarici è ormai scarsa e che sta cominciando il climaterio, ovvero la transizione dallo stato riproduttivo allo stato non riproduttivo, ovvero alla menopausa.
La conferma si ha quando, in due prelievi consecutivi a distanza di un mese, l’FSH è superiore a 40 mU/ml.
Si può anche eseguire il dosaggio degli estrogeni (17-beta-estradiolo): se il risultato è inferiore a 30 picogrammi/ml significa che la ricomparsa del flusso mestruale è poco probabile.
Se il 17-beta-estradiolo risulta inferiore a 20 pg/ml, l’ovaio ha esaurito le scorte di follicoli e produce estrogeni in modo ormai residuale.
Esistono tuttavia anche altri parametri che il medico può ritenere utile tenere sotto controllo per valutare la situazione.
Cure e terapie
Davanti a una diagnosi di menopausa precoce il medico può prescrivere una terapia ormonale sostitutiva individualizzata.
Nel periodo che la precede, quando cioè il ciclo comincia a presentarsi in modo irregolare, alcuni medici prescrivono un contraccettivo ormonale.
Una volta superata la menopausa, il medico può prescrivere una terapia ormonale ciclica allo scopo di ottenere nuovamente le mestruazioni, ovviamente senza la possibilità di procreare.