Meningite e i suoi sintomi

I casi più gravi di meningite sono causati da batteri, che negli adulti provocano sintomi caratteristici che possono rendere più semplice la diagnosi.

La preoccupazione per i recenti casi di meningite in Italia ha provocato un aumento delle richieste di vaccinazioni. «Il numero dei casi è costante (un migliaio all'anno) e non c'è un'epidemia», puntualizza Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all'Università degli studi di Milano. «Ma la corsa alla vaccinazione è comunque positiva per ridurre la percentuale di portatori sani (al momento 1 su 10) nelle generazioni più giovani».

«La parola meningite comprende una serie di malattie con cause diverse, virus o batteri, e con gravità differente a seconda del ceppo che causa l'infezione», continua il virologo. «Ma anche il batterio più aggressivo, il meningococco C, nel nostro Paese negli ultimi quattro anni ha causato 36 decessi, contro i 3.500 morti all'anno per incidenti stradali». Nel 2016 sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, in lieve aumento rispetto al 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015.

Che cos’è la meningite

La meningite è una malattia infettiva che provoca un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (meningi): batteri e virus, con l’abbassamento delle difese immunitarie, possono diffondersi dal sangue fino alle meningi, passando attraverso il liquido che protegge cervello e midollo spinale.

La meningite virale è abbastanza comune: a volte neanche riconosciuta perché i suoi sintomi sono simili a quelli di un’influenza. Più gravi sono invece le meningiti batteriche, causate:

  • dall’Haemophilus influenzae di tipo B
  • dallo Streptococcus o Diplococcus pneumoniae (pneumococco), che può provocare polmoniti, infezioni delle prime vie respiratorie, otiti
  • dal meningococco o Neisseria meningitidis, il più pericoloso: cinque sierogruppi di questo batterio (A, B, C, Y, W135, contro i quali sono disponibili i vaccini) sono capaci di provocare malattie gravi ed epidemie.

I portatori sani

Circa il 30% della popolazione sana può considerarsi portatrice di meningococchi (nel tratto nasofaringeo) senza sintomi. Quando il batterio passa dal tratto nasofaringeo ad altre regioni del corpo può scatenarsi la malattia:

  • la meningite da meningococco, se raggiunge le meningi passando per il sistema circolatorio
  • la sepsi, se il batterio si diffonde nei tessuti e negli organi al di fuori del sistema nervoso centrale.

Secondo l’Istituto superiore di sanità (ISS) quest’ultima forma provoca la morte nell’8-14% dei pazienti che ne sono colpiti.

I sintomi

La diagnosi di meningite non è semplice, ma negli adulti ci sono segnali caratteristici:

  • difficoltà nel risveglio
  • irritabilità
  • fotofobia
  • spasmi
  • torcicollo
  • eruzioni cutanee
  • vomito
  • convulsioni.

La rigidità del collo, in particolare, si presenta nel 70% dei casi di meningite batterica di tipo B.

Altri due sintomi tipici sono:

  • il segno di Kernig
  • il segno di Brudzinski.

Vediamo di cosa si tratta:

Segno di Kernig Si manifesta quando il paziente da seduto non riesce a tenere le gambe
estese per intenso dolore e da sdraiato non riesce a fletterle sul
bacino
Segno di Brudzinski Si manifesta con la flessione spontanea di anche e ginocchio piegando la testa in avanti

La sepsi, una delle possibili complicanze, può presentarsi in modo fulminante: febbre elevata improvvisa, eruzioni cutanee con o senza emorragie, cefalea, acidosi lattica, petecchie, ecc.

La diagnosi e la cura

In caso nasca un sospetto, la conferma arriva da esami specifici: il prelievo di un campione del liquido cerebrospinale con una puntura lombare, l’analisi molecolare per identificare tracce di DNA del batterio nell’organismo, l’esame colturale.

La cura in ospedale consiste nell’assunzione di antibiotici, a cui possono essere aggiunti corticosteroidi per ridurre l’infiammazione delle meningi, liquidi per reidratare l’organismo e analgesici per alleviare i sintomi.

Particolare attenzione viene data anche alle persone venute a stretto contatto con il malato, che devono seguire una terapia farmacologica preventiva a base di antibiotici.

Mariateresa Truncellito
Mariateresa Truncellito
Brianzola di nascita, lucana di famiglia, si è formata alla Scuola di giornalismo Rizzoli-Corriere della Sera dopo aver vinto una delle dodici borse di studio dopo la laurea in Scienze Politiche. Giornalista professionista, in oltre vent'anni di lavoro ha scritto per oltre una cinquantina di testate nazionali, cartacee e on line. Ha lavorato per molti anni al desk, in quotidiani e periodici, fino al ruolo di caporedattore per il mensile Top Salute. Oggi è freelance. Scrive per numerose testate, collabora con professionisti del settore della salute, modera conferenze e tavole rotonde, corsi di aggiornamento per giornalisti e presentazioni, collabora con diverse agenzie di comunicazione. Si occupa di molti temi che riguardano le donne, con particolare attenzione alla divulgazione sulla salute e il benessere femminile, la medicina di genere, gli aspetti più delicati e controversi della ginecologia e della fertilità, dai vaccini alla menopausa alle malattie a trasmissione sessuale, grazie ai quali ha vinto numerosi premi giornalistici. Nel tempo libero è una ballerina appassionata di lindy hop, boogie woogie e altri balli swing, attività che non manca mai di consigliare nei suoi articoli di benessere perché consentono di fare movimento divertendosi e socializzando. E sono adatte a tutti e a tutte le età.

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