Ictus, fattori di rischio da tenere controllati

DOMANDA

Mio padre e mia madre hanno avuto entrambi l’ictus. Mio padre a 81 anni e ne è morto, mia madre ha avuto più ictus, uno dietro l’altro che l’hanno costretta sulla sedia a rotelle. Mi chiedo se per familiarità o ereditarietà, rischio anch’io di avere un ictus. Due anni fa ebbi un’aritmia ventricolare con livelli di glicemia altissima e dovetti andare al PS. Nonostante l'antiaritmico due volte al giorno le aritmie ventricolari non sostenute persistono e la glicemia è sempre alta. Può essere questo a darmi problemi di cuore? Avevo anche la pressione alta, ma si è sistemata con i farmaci e ho smesso di prenderli.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Claudio Panciroli, Cardiologo

Purtroppo la famigliarità è importante in queste patologie; per quanto riguarda l'aritmia ventricolare non dà sicuramente problemi per l'ictus, contrariamente alle aritmie atriali tipo fibrillazione atriale per la quale necessita di terapia cronica con anticoagulanti orali. Il diabete non controllato (glicemia molto alta) è un forte fattore di rischio per malattie cardiache ischemiche (angina pectoris e infarto miocardico) e vascolari in generale, va assolutamente controllato con la terapia e valutato periodicamente presso i centri antidiabetici. La pressione alta è il fattore di rischio più importante che ha per l'ictus, non sospenda mai i farmaci anche se ha la pressione controllata (quindi i farmaci funzionano, la terapia se sospesa, ovviamente fa alzare la pressione ed aumentato i rischi). Riassumendo: lei ha tre fattori di rischio per l'ictus: la famigliarità (che non si può modificare), l'ipertensione che si può curare benissimo, il diabete che si deve curare benissimo. Tenere controllati i due ultimi fattori di rischio è doveroso e tende ad azzerare il rischio sia di ictus sia di malattie vescolari periferiche.

Claudio Panciroli
Cardiologo
Dal 1985 esercita la professione presso l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi, in USS Interdipartimentale di Emodinamica di cui è responsabile e in USC di Cardiologia e, privatamente, in ambulatorio.
Laureato e specializzato presso l’Università degli studi di Pavia, dal 1996 si occupa principalmente di emodinamica e dal 2001 anche di interventistica coronarica.
Ha frequentato negli anni, per studio, i seguenti reparti ospedalieri: CNR Fisiologia Clinica di Pisa, Centro Medico di Montescano, Cardiologia di Trieste, Centro Trapianti di Milano Niguarda Cardiologia, l’emodinamica di Cittadella (PD), l’emodinamica di Legnano, l’emodinamica di Pavia (consecutivamente per 5 anni in comando periodico), l’emodinamica HSR Milano occupandosi di Angina di Prinzmetal ed aritmie ischemiche, scompenso cardiaco, sindromi coronariche acute, IMA.
Ha ricoperto diversi incarichi pubblici, tra i quali: Ufficiale Medico con incarico di Dirigente del Servizio Sanitario, Direttore sanitario provinciale CRI Lodi, VicePresidente CRI Lodi, Presidente Lega Navale Italiana sez. Lodi, Insegnante scuola infermieri AO Lodi.
È autore e coautore di 153 pubblicazioni scientifiche tra articoli ed abstracts su riviste cardiologiche nazionali ed internazionali; è stato relatore a 34 congressi/convegni nazionali ed a 10 congressi di cardiologia internazionali.
Ha eseguito diversi studi clinici policentrici; ora sono in corso o appena conclusi cinque studi clinici policentrici per l’emodinamica (Early ACS, Cactus, Patogenesi della trombosi acuta nell’IMA, Apical Balloning, BLINK)

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