Il fegato svolge moltissime funzioni vitali. Essenziale, quindi, mantenerlo in piena salute. Soprattutto imparando a prevenire le infezioni virali, principali cause di malattia epatica.
Circa il 10% degli italiani ha una affezione epatica, più o meno grave. I maggiori responsabili? L’abuso di bevande alcoliche e altre abitudini di vita scorrette, ma soprattutto i virus dell’epatite.
E nella maggior parte dei casi, specie all’inizio, non ci si accorge di nulla poiché l’organo, sebbene malato, non ci fornisce segnali chiari di avvertimento.
Oppure lo fa con sintomi aspecifici quali indolenzimento della parte destra dell’addome, senso di gonfiore e sonnolenza dopo i pasti, perdita di peso, debolezza.
Non soltanto: sebbene, rispetto al passato, ci siano molte più possibilità di cura, le malattie epatiche sono difficili da combattere. Per questo, la prevenzione è essenziale.
E, dato che i primi implicati nelle patologie del fegato sono i virus dell’epatite, impariamo a conoscerli per evitare il pericolo di contagio.
Epatiti, non epatite
I virus che possono causare epatite, ovvero l’infiammazione dl fegato, sono più d’uno. I più noti e diffusi sono quelli delle epatiti A, B e C (HVA, HVB, HVC). Ma esistono anche un’epatite D ed E, che hanno, specie nel nostro Paese, un impatto minore.
Il virus E è praticamente assente in Italia, mentre il virus D (o delta), sebbene non sia da sottovalutare, non è capace di agire da solo, ma ha bisogno di quello B per determinare la malattia.
Per evitarli ecco alcune buone regole
Prima regola, per difenderci dal contagio, è sapere quali sono le vie attraverso le quali i virus delle epatiti si trasmettono.
Nel caso del virus dell’epatite A, il passaggio avviene mediante contatti interpersonali, ma soprattutto tramite l'assunzione di acqua e cibo contaminati. Specie frutti di mare e verdure.
Cibo e acqua, che siano “sicuri”
Prestiamo sempre attenzione, quindi, allo stato di igiene di ciò che mangiamo e beviamo.
Il virus A, comunque, causa una epatite acuta che, in genere, si risolve da sola in qualche settimana. Con il “vantaggio” che chi l’ha contratta rimane immunizzato.
Molto diverso è il caso di HVB e HVC. Essi vengono trasmessi attraverso il sangue o liquidi corporei e le infezioni con questi virus sono più pericolose perché facilmente cronicizzano, danneggiando via via il fegato e portando nel tempo alla cirrosi. Una condizione, quest’ultima, spesso gravata da temibili complicanze.
Tatuaggi e piercing: non sempre innocui
Il virus C viene trasmesso principalmente attraverso il sangue. La sua diffusione è quindi diminuita da quando sono utilizzati, nella pratica medica, materiali usa e getta e si presta maggiore attenzione a tutte le manovre invasive, comprese quelle odontoiatriche.
Le nuove generazioni hanno quindi una prevalenza di infezione molto più bassa rispetto al passato, ma devono però fare attenzione a problematiche nuove.
Come il diffondersi della moda di piercing e tatuaggi, che rappresentano possibili vie di trasmissione, non soltanto del virus C, ma anche di quello B.
Pertanto queste pratiche devono essere sempre eseguite in strutture controllate: gli strumenti non sterilizzati possono essere fonte di contagio.
Attenzione a condividere strumenti appuntiti
Oggetti appuntiti, quali aghi, forbicine, rasoi eccetera, ma anche strumenti molto personali, come lo spazzolino da denti, possono essere fonte di contagio: meglio quindi evitarne la condivisione, soprattutto con persone che non conosciamo e che potrebbero essere “portatrici” dei virus.
Anche l’uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva espone (attraverso lo scambio di aghi e siringhe) al rischio di contrarre l’epatite B e la C, così come altri temibili virus, quale l’HIV.
A rischio il sesso occasionale
L’HBV, oggi, si trasmette soprattutto attraverso rapporti sessuali non protetti. Evitiamo quindi di esporci a rischi inutili e utilizziamo il profilattico.
È importante avere sempre presente che le infezioni da virus B e C sono spesso senza sintomi: pertanto può accadere che neppure il partner infetto sappia di esserlo.
Il preservativo, oltretutto, ci protegge anche da tutte le altre malattie che si trasmettono per via sessuale, Aids compreso.
E, soprattutto, vaccinazioni ed esami di controllo
Le vaccinazioni sono, a tutt’oggi, il metodo più efficace per combattere le malattie virali. Purtroppo non esistono vaccini per tutti i virus dell’epatite, ma per l’epatite A e B ci sono, e sono efficaci e lungamente sperimentati.
Vaccinarsi è il miglior modo soprattutto per prevenire l’epatite B. Dal 1991 la vaccinazione anti HBV è obbligatoria per i bambini, ma anche gli adulti che sono a rischio dovrebbero farla.
Nel caso dell’epatite A il vaccino è invece consigliato soltanto ad alcune categorie più esposte, come operatori sanitari, addetti all’industria alimentare, personale delle scuole inferiori eccetera.
E in coloro che si recano in aree a rischio (Africa, Sud Est asiatico, America latina) specie se già affetti da malattie epatiche croniche.
Ma l’attenzione non basta mai
Un esame del sangue eseguito con regolarità è consigliabile comunque, per controllare lo stato generale di salute.
E, visto che ci sono alcuni enzimi prodotti dal fegato che si alterano quando l’organo è sofferente, inserire l’analisi dei loro livelli può avvertirci precocemente della presenza di un disturbo al fegato.
Si tratta delle transaminasi, soprattutto le GPT o ALT.