- Se il corso del fiume venoso rallenta
- Chi rischia di più
- Attenzione agli ormoni
- Segni di allarme
- Subito al pronto soccorso se...
Un coagulo formatosi in una vena delle gambe può dare origine a un piccolo trombo, capace di raggiungere le arterie polmonari con esiti molto gravi. Prevenire è essenziale.
Soffrire di “pesantezza” e disagio alle gambe, soprattutto quando fa caldo o si assume per qualche tempo la medesima posizione, è normale, specie nelle donne sopra i 35 anni.
Si tratta di un po’ di rallentamento circolatorio che provoca sofferenza muscolare, ma che può essere tenuto sotto controllo con piccoli accorgimenti.
Diverso è, invece, quando il flusso venoso rallenta in modo consistente e per un periodo abbastanza lungo.
In questi casi può formarsi un coagulo all’interno di un vaso venoso profondo (generalmente nelle gambe). Si chiama trombosi venosa profonda, o TVP.
Questa condizione, spesso silente, può risultare molto pericolosa: il coagulo può occludere il vaso o, peggio, frammentarsi formando piccoli emboli.
Questi, trasportati fino al cuore e, da qui, spinti nelle arterie dei polmoni, sono causa dell’embolia polmonare, evento che può essere fatale.
Se il corso del fiume venoso rallenta
Ci sono tre principali condizioni che possono portare a un rallentamento del circolo venoso, considerato il principale fattore scatenante la trombosi:
Conseguenza | |
Immobilizzazione di lunga durata | Riduzione dell’effetto di “pompa” esercitato sulle vene dall’attività dei muscoli |
Formazione di varici (nelle quali il sangue ristagna) | Aumento del calibro del vaso |
Compressione di una vena | Blocco parziale o completo del flusso ematico, |
Meno frequenti, ma non meno importanti, sono le alterazioni della coagulazione del sangue o della parete venosa.
Chi rischia di più
La formazione di un trombo venoso è maggiormente probabile nelle persone che restano a lungo sedute come accade quando si intraprendono viaggi molto lunghi, specie voli intercontinentali, o comunque in chi sta nella stessa posizione per molto tempo.
L’immobilità prolungata ostacola il ritorno del sangue al cuore, e il ristagno venoso che ne consegue facilita la formazione di coaguli.
Altri fattori di rischio per l’insorgenza di trombosi venosa profonda sono:
- fratture agli arti inferiori,
- ingessature,
- interventi chirurgici (soprattutto ortopedici),
- traumi di un certo rilievo
- tutte le condizioni che portano a disidratazione, poiché questa aumenta la viscosità del sangue.
L’attenzione maggiore deve essere prestata da tutti coloro che in passato hanno già avuto problemi al circolo venoso delle gambe, ancor di più se con precedenti eventi trombotici, nelle quali è evidentemente presente una certa predisposizione di base.
Incrementano il rischio di TVP anche familiarità per la patologia, sovrappeso o obesità, fumo, l’età avanzata. Ma anche infarto miocardico, scompenso cardiaco e neoplasie maligne.
Attenzione agli ormoni
Nelle donne predisposte, un rischio aggiuntivo di sviluppare TVP può essere rappresentato dall’assunzione di ormoni (pillola anticoncezionale o terapia ormonale sostitutiva) e soprattutto la gravidanza, in particolar modo il secondo trimestre e il puerperio.
Segni di allarme
La formazione di un trombo venoso spesso induce sintomi sfumati, con disturbi molto comuni limitati, perlopiù, alla comparsa di un senso di pesantezza e gonfiore alle gambe.
Non tutti i sintomi tipici sono sempre presenti, e talora sono così lievi che non vengono riconosciuti.
Specie chi è maggiormente a rischio non dovrebbe però commettere l’errore di sottovalutare segnali quali:
- gonfiore alla gamba, alla caviglia o al piede;
- dolore, soprattutto durante lo sforzo; di solito si manifesta all’altezza del polpaccio e assomiglia a un crampo o a uno stiramento;
- dolori alla pianta del piede;
- rossore e aumento della temperatura, talora comparsa di macchie o colorazione rosso-bluastra;
- dolore o gonfiore alle braccia o al collo possono comparire se il trombo si forma nell’arto superiore.
In questi casi è bene rivolgersi subito al medico per eseguire gli accertamenti del caso.
Subito al pronto soccorso se...
Purtroppo, anche in caso di embolia polmonare può accadere che la sintomatologia sia talmente lieve da sfuggire all’attenzione.
Ma se dovessero manifestarsi segni e sintomi quali:
- mancanza di fiato inspiegabile e improvvisa;
- dolore o fastidio al torace, che peggiora quando si fa un respiro profondo o quando si tossisce;
- espettorato con tracce di sangue;
- vertigini, capogiri o svenimenti;
- perdita di coscienza e collasso.
è opportuno andare subito al pronto soccorso. I rimedi contro l’embolia polmonare possono essere molto efficaci, se impiegati correttamente e soprattutto prontamente.