Assieme al Morbo di Chron è una delle cosiddette malattie infiammatorie croniche intestinali.
Un tempo veniva considerata un malattia di origine puramente psicosomatica. Oggi invece la colite ulcerosa viene riconosciuta come una patologia caratterizzata da un’eccessiva risposta immunitaria nei confronti della flora intestinale, che si sviluppa soprattutto in soggetti geneticamente predisposti ed è influenzata da una serie di fattori ambientali.
Attenzione ad anemia e disidratazione durante le fasi acute
La colite ulcerosa causa un’infiammazione cronica dell’intestino; si sviluppa solitamente a livello del retto, ma può estendersi anche al colon. La conseguenza diretta di questo stato infiammatorio è la formazione di lesioni e ulcere a livello intestinale.
Questa patologia ha un andamento cronico, ma è caratterizzata dall’alternanza di fasi acute e periodi di remissione dei sintomi.
A seconda della gravità, gli episodi sintomatici possono essere molto frequenti, oppure verificarsi solo raramente nel corso dell’anno, lasciando al paziente ampi periodi di benessere.
Quando si manifestano, i sintomi possono però essere anche molto invalidanti.
La manifestazione più frequente è rappresentata da una forte diarrea, a cui si associa l’emissione di sangue e muco, e spesso anche dolori addominali.
Nel caso in cui l’infiammazione si localizzi esclusivamente al retto, è possibile che la sintomatologia sia però diametralmente opposta: in questo caso, la malattia può manifestarsi infatti con stitichezza anche severa.
Durante le fasi acute può rendersi necessario perfino il ricovero ospedaliero: una perdita eccessiva di liquidi e sangue a causa degli episodi di diarrea può portare a una forte anemia o disidratazione, che rendono obbligatorio il monitoraggio continuo del paziente e la somministrazione urgente di adeguate terapie.
Sulle cause ci sono soltanto ipotesi
Nonostante i numerosi studi condotti in questo campo alla ricerca della (o delle) cause di questa malattia, a tutt’oggi non è stata ancora data una risposta concreta.
Le ipotesi più accreditate riguardano una serie di fattori che probabilmente concorrono allo sviluppo della colite ulcerosa. Tra questi i più probabili sono:
-
un’eccessiva risposta immunitaria nei confronti della flora batterica intestinale, oppure una reazione contro l’invasione da parte di microrganismi patogeni, che l’organismo non riesce più a bloccare
-
un’alterata composizione della microflora intestinale, che provoca a sua volta una risposta anomala da parte del sistema immunitario
-
una componente genetica, ipotesi supportata dal fatto che gli individui che hanno una storia familiare per questa malattia presentano a loro volta un rischio molto più elevato di svilupparla
-
l’esposizione a fattori ambientali, che potrebbe spiegare la più alta incidenza di colite ulcerosa in Occidente rispetto ai Paesi in via di sviluppo
-
una dieta ricca di grassi, acidi grassi polinsaturi (PUFA), acidi grassi omega-6 e carne; al bando quindi il cibo spazzatura, che aumenterebbe il rischio soprattutto nei più giovani.
In aggiunta a questi fattori, sembrano concorrere alla patogenesi della colite ulcerosa anche bassi livelli di vitamina D e l’assunzione di alcuni medicinali, in particolare gli antibiotici.
Infine, è stato ipotizzato che anche un’eccessiva igiene, soprattutto in tenera età, possa predisporre a questa patologia a causa del ridotto contatto con agenti patogeni durante il periodo di sviluppo del sistema immunitario.