Batterio killer: facciamo il punto

Sta allarmando tutta l'Europa, ma l'Organizzazione mondiale della sanità rassicura: si tratta di una variante molto rara di un germe normalmente presente nel nostro intestino. Basta seguire poche norme igieniche per evitare il contagio.

Escherichia coli O104: è questo il nome del batterio che sta riempiendo le pagine di cronaca dei quotidiani di tutta l'Europa e che, a quanto pare, è volato oltre oceano infettando anche dei cittadini statunitensi. Il numero dei contagi continua a salire e tutto sembra avere origine in Germania. Ma chi è questo nuovo nemico della salute pubblica?

Un microrganismo in genere amico

Escherichia coli è un batterio commensale dell'uomo: vive nel suo intestino, dove partecipa alle funzioni digestive e da cui viene espulso attraverso le feci.

Anche gli animali convivono tranquillamente con le specie non patogene di questo microrganismo.

Ma il ceppo O104 rappresenta una variante finora sconosciuta e particolarmente aggressiva del batterio.

Peraltro, non è l'unico ceppo di coli che può minacciare la salute. Delle oltre 170 conosciute, ben 50 possono danneggiare seriamente l'organismo, causando infezioni urinarie, meningiti, setticemia e polmonite.

Normalmente è sufficiente una terapia antibiotica per curare l'infezione, ma nel caso di O104 è stata riscontrata una particolare aggressività associata alla resistenza agli antibiotici, che possono rendere necessaria una dialisi per depurare il sangue. E l'efficacia del trattamento non è sempre garantita, soprattutto negli anziani.

Come si trasmette

La fonte principale di O104 sono gli alimenti contaminati, ma il dibattito sulla sua provenienza è ancora aperto: il cibo potrebbe essere entrato in contatto con concimi contaminati già sul campo, oppure su un mezzo di trasporto che aveva precedentemente trasportato bestiame o, ancora, attraverso dell'acqua in cui era presente il batterio.

Il contagio da uomo a uomo è, invece, raro, perché si realizza per via orofecale. Nessun problema, quindi, se a stringersi sono mani pulite.

Anche se l'infezione si è inizialmente diffusa soprattutto fra le donne, Escherichia coli O104 può infettare indistintamente sia l'organismo maschile, sia quello femminile.

Incubazione e sintomi

In seguito all'ingestione di cibi contaminati il batterio ha una fase di incubazione variabile tra i 10 e i 13 giorni, dopo la quale compaiono i primi sintomi gastrointestinali (vomito e diarrea).

Nei giorni successivi la temperatura può alzarsi e la diarrea peggiora, accompagnandosi a perdite di sangue. Infine, nei casi più gravi, i reni cedono e il sangue si altera. A questo punto possono svilupparsi danni cerebrali e l'infezione può risultare letale.

Come prevenire il contagio

Il batterio non penetra all'interno degli alimenti, ma rimane sulla loro superficie. Per questo per evitare il contagio è sufficiente lavare accuratamente frutta e verdura e, se possibile, sbucciarla.

Anche le posate devono essere lavate bene dopo essere state usate e se, dopo aver affettato la verdura fresca, devono essere utilizzate per qualche altra pietanza.

La stessa cautela deve essere posta con le mani, che, come buona norma insegna, è bene pulire con sapone prima di mangiare. E dato che temperature superiori ai 70°C uccidono il batterio è meglio preferire carne ben cotta.

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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