DOMANDA
Ho una bimba di 4 anni che mangia solo poche cose, non assaggia quello che non conosce e spesso rifiuta anche quello che di solito mangia. Chiede spesso i vasetti di omogenizzato, la pasta solo in bianco, formaggio e salame. Le piace la frittata ma non sempre la vuole, carne e pesce preferisce se non impanati. Prima mangiava molto pane, ora solo grissini o taralli. La frutta in generale le piace ma non vuole la verdura. Spesso digiuna se non le diamo quello che vuole lei. Come posso aiutarla a mangiare cose nuove e farle capire che è giusto assaggiare tutto? Il mio pediatra non mi è stato molto d'aiuto, purtroppo.
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa
Nessun pediatra è di grande aiuto di fronte a un bambino che non ha curiosità verso il cibo. Le soluzioni proposte sono sempre le stesse: rispettare i suoi tempi, lasciargli autonomia nelle scelte, mangiare con lui/lei, preparare per tutti piatti semplici ma gustosi, farli partecipare alla preparazione del pasto e aspettare, prima o poi tutti mangiano tutto. Sembrano banali, ma sono la realtà. Non serve insistere, a volte anzi sembra sortire l'effetto opposto. I preparati con vitamine sono un temporaneo palliativo. È normale che durante e dopo una malattia siano inappetenti. A parte alcune regole, conviene assecondarli e lasciare che crescano: controlli che la quantità di proteine, grassi e carboidrati sia equilibrata, che non ci sia spazio per snack e merendine, se non in minima quantità, che mangi verdura e frutta. Ad esempio si può offrire la verdura a inizio pasto, magari qualcosa di crudo da sgranocchiare, come le carote, oppure mescolata alla carne come nelle polpette. La frutta può essere un rompidigiuno. Se la pasta gradita è solo bianca, pazienza. Il condimento non è fondamentale. Carne e pesce vanno bene comunque. Il formaggio è un ottima fonte di calcio e di proteine, lasci che ne mangi. Limiterei, invece, il salame, ricco di grassi e di sale. Se vuole l'omogeneizzato, lo mangi pure. Sarà lei stessa a non chiederlo più, tra qualche tempo, magari se avrà occasione di mangiare in compagnia di amici. Lasci, infine, che ogni tanto mangi qualcosa per cui è previsto usare solo le mani: un panino, un toast, una coscia di pollo.
Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.