DOMANDA
Volevo porgerle una semplice domanda circa il controllo alla prostata, io ho 40 anni non ho disturbi di alcun tipo o altri problemi di salute, è comunque consigliabile eseguire la visita alla prostata? In che cosa consiste esattamente questa visita?.
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Mario Maggi, Andrologo e sessuologo
Non c’è una visione univoca riguardo a quando iniziare i controlli per il rischio di tumore maligno della prostata e neanche riguardo al tipo di controlli da eseguire. Esistono varie linee guida a riguardo che non sono concordi su questi punti. La decisione può essere presa tenendo in considerazione che il tumore della prostata è tra i più frequenti nell’uomo, che la sua comparsa aumenta con l’aumentare dell’età e che un fattore di rischio è la familiarità (padre, zii o nonni affetti). I controlli da fare in prima battuta sono l’esplorazione rettale e il dosaggio del PSA. L’esplorazione rettale, che consiste nella palpazione della prostata tramite l’introduzione di un dito nel retto, è un esame molto semplice e privo di effetti collaterali che, svolto da un medico con esperienza, può fornire delle informazioni utili riguardo alle dimensioni, alla consistenza e alla superficie della prostata (eventuale presenza di aree nodulari di aumentata consistenza). Per quanto riportato dalla letteratura sull’argomento, la sua utilità nel ridurre la mortalità per tumore alla prostata è contrastante, ma data la scarsa invasività e il costo zero è consigliabile eseguire questa visita periodicamente. Il PSA è un marcatore della prostata e lo si può valutare tramite un prelievo di sangue. Il PSA può avere un valore sia di per sé (valori elevati) sia come variazione nel tempo (un aumento progressivo va controllato con attenzione), ma va interpretato da un occhio esperto per potergli dare il giusto valore (non sempre un valore entro i limiti di riferimento indicati dal laboratorio può essere considerato normale). Le linee guida non consigliano un controllo routinario di questo valore in soggetti fino ai 54 anni, a meno che non ci siano fattori di rischio (familiarità) o sintomi sospetti. In definitiva, non c’è una regola precisa sul da farsi, quindi la decisione va individualizzata in base al rapporto vantaggi/svantaggi, con l’aiuto e il consiglio del medico di medicina generale.
Mario Maggi
Andrologo e sessuologo
Dal 2000 è Professore Ordinario di Endocrinologia, Facoltà di Medicina, Università di Firenze.
Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Firenze, si è specializzato in Endocrinologia nella stessa Università. Tra il 1985 e il 1986 è stato Ricercatore ospite presso il Laboratory of Theoretycal and Physical Biology, NICHD dell’NIH, a Bethesda (Usa) e dal 1986 al 1990 ha lavorato come Medico specialista presso l’Unità di Endocrinologia dell’Università di Firenze. Dal 1992 al 1994 ha ricoperto il ruolo di Professore di Endocrinologia presso la Scuola di Specializzazione di Endocrinologia dell’Università di Pisa e dal 1992 al 2004 presso la Scuola di Specializzazione di Endocrinologia dell’Università di Firenze. Nel 1993 è stato Assistente Medico presso l’unità di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Careggi e dal 1993 al 2000 Aiuto Medico, Dirigente I Livello presso l’Unità di Andrologia della medesima Azienda. Dal 1993 al 2004 Professore di Andrologia presso la Scuola di Specializzazione di Ostetricia e Ginecologia, Università di Firenze e da 1996 al 2000 Professore di Andrologia presso la Scuola di Specializzazione di Endocrinologia, Università di Brescia. Dal 2005 è Direttore S.O.D. Medicina della Sessualità e Andrologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.
Ha al suo attivo più di 240 pubblicazioni, inclusi articoli su riviste nazionali e internazionali, la redazione di capitoli inerenti la riproduzione umana e la medicina della sessualità su svariati libri e diverse relazioni a congressi nazionali e internazionali.
Da anni si occupa di Andrologia e Medicina della sessualità (http://www.andrological.org/ http://www.ilmiodono.it/it/organizzazioni/?id_organizzazione=84).
È Editor associato per il “Journal of Sexual Medicine” e l’“Acta Physiologica Scandinava” ed è nel Board scientifico dell’“International Journal of Endocrinology”.
È membro di numerose società scientifiche, quali Endocrine Society; European Academy of Andrology; European Society for Sexual Medicine; Società Italiana di Endocrinologia; Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità; Società Italiana Sessuologia Scientifica. Dal 2010 è segretario della European Academy of Andrology e coordina l’attività regionale della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità. È chairman del Comitato di Endocrinologia delle disfunzioni sessuali maschili del ISSM Standard's Committee.