Il tumore della prostata, praticamente sconosciuto al di sotto dei 40 anni, comincia a manifestarsi verso i 50-55 anni e cresce con l'età, fino a essere presente in oltre il 70 per cento dei soggetti ultrasettantenni. C'è, fortunatamente una quota rilevante di forme non aggressive. Non esistono sintomi specifici per il tumore prostatico localizzato: in genere i segni sono dovuti all'ingrossamento della ghiandola e si evidenziano come difficoltà urinarie. Il segnale maggiormente specifico è un incremento costante del PSA (antigene prostatico specifico) che, però, può essere molto elevato anche nell'ipertrofia prostatica benigna o nelle prostatiti. È l'andamento costantemente crescente nel tempo che deve suggesrire una biopsia per identificare un eventuale tumore. Le terapie disponibili oggi sono moltissime; la maggior parte dei tumori prostatici viene diagnosticata quando è ancora in fase localizzata e può essere risolta chirurgicamente. Il trattamento radioterapico, più o meno terapia ormonale, può essere invece efficace nel trattamento delle forme non più localizzate. Ce ne parla Sergio Bracarda, responsabile del Centro oncologico dell'Ospedale San Donato di Arezzo.