DOMANDA
Da una RM mi è stata riscontrata la rottura del corno posteriore del menisco mediale del ginocchio. L'ortopedico propone l'intervento al quale io per il momento non posso sottopormi in quanto per fine mese sono in lista per una fecondazione assistita. Volevo chiederle se, secondo lei, posso comunque camminare tranquillamente (adoro passeggiare e ballare latino) e se, eventualmente, avvalermi dell'ausilio di una fascia elastica fino a che non possa affrontare l'operazione.
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Elena Boccalandro, Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia
I menischi hanno una grande importanza per l'integrità e soprattutto per la buona funzionalità del ginocchio. Il menisco interno, o mediale, in particolare nella sua regione posteriore, risulta maggiormente colpito dai traumi. La diagnosi principale e decisiva è quella clinica con l'ortopedico: l'RM infatti non sempre riesce a distinguere la lesione anatomica di origine traumatica da quella di tipo degenerativo. Normalmente le lesioni traumatiche acute con rottura del menisco sono caratterizzate da dolore acuto, impotenza funzionale, aumento della temperatura del ginocchio colpito e gonfiore che, nel giro di poche ore, aumenta vistosamente. Se la rottura del menisco provoca lo spostamento di una sua porzione all'interno dell'articolazione ostacolandone il movimento si potrebbe arrivare ad avere un blocco articolare che, se non si risolve entro poche ore, richiede sicuramente un trattamento chirurgico urgente. Viceversa se non ci sono frammenti lussati normalmente i disturbi si risolvono nel giro di 2-3 settimane; tuttavia possono riacutizzarsi se la porzione lesionata viene sollecitata con qualche movimento brusco in flessione massima. Le lesioni traumatiche dei menischi si risolvono con l'artroscopia che non comporta mai l'asportazione completa del menisco, ma solo la parte che crea dolore e ostacola il movimento del ginocchio. Questo viene fatto per preservare il tessuto sano rimanente. La riabilitazione che segue è piuttosto rapida e si prefigge il recupero rapido del carico, dell'escursione articolare e del trofismo muscolare. Il carico nel cammino sarà progressivo: all'inizio si dovranno utilizzare le stampelle. Detto questo penso che lei possa aspettare a fare l'intervento. Può camminare, ma deve assolutamente evitare posizioni che costringono il ginocchio in flessione e movimenti che possono sollecitare la porzione lesionata (la danza non è indicata). Una fascia elastica può aiutarla a limitare i movimenti eccessivi.
Elena Boccalandro
Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia
Diplomata in Terapia della Riabilitazione nell’anno 1993/94 e Dottore in Osteopatia dal 1999, è regolarmente iscritta al Registro Osteopati Italiani.
Dal 1994 lavora in qualità di libera professionista.
Ha prestato servizio presso il “Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi” dell’Ospedale Maggiore di Milano da luglio 1992 a luglio 1993. Dal 1994 fino a marzo 2002 è stata impegnata con incarico libero-professionale in qualità di fisioterapista, presso il Day-Hospital del Pio Albergo Trivulzio.
Si è classificata prima al concorso pubblico per fisioterapisti indetto il 10 marzo 2003 presso il Pio Albergo Trivulzio.
Ha partecipato all’evento formativo pluriennale (2006-2007, 2007- 2008) di “scuola di posturologia integrata” tenutosi a Roma.
Ha vinto il premio nella sessione Caregiver’s Education Award con il seguente progetto: “Analisi posturale e trattamento fasciale in pazienti affetti da artropatia emofilia: studio con gruppo di controllo”.
È stata relatrice in numerosi congressi scientifici e corsi di formazione
professionale.
Ha redatto il capitolo “Rieducazione neuromotoria di gruppo” all’interno del libro ”Parkinson” della dottoressa E.Hartmann.