Il freddo è un nemico dichiarato della cute. Ecco come affrontare i disturbi che ne possono derivare.
Non ci sono più le mezze stagioni. E per la pelle è un vero guaio, perché il clima mite e dolcemente soleggiato, senza estremi di temperatura e umidità, tipico dei mesi primaverili e del primo autunno è ideale per il benessere cutaneo.
Il freddo invernale, al contrario, è un suo nemico dichiarato poiché mette a dura prova l’equilibrio della barriera dermoepidermica, promuovendo sensibilizzazioni, screpolature, arrossamenti e prurito.
Altrettanti danni vengono, poi, dagli sbalzi di temperatura cui inevitabilmente ci si espone nella stagione fredda, entrando e uscendo da ambienti riscaldati, e dal riscaldamento stesso che, riducendo troppo l’umidità dell’aria all’interno di case e uffici, promuove la disidratazione, il prurito e l’irritazione cutanea.
Per prevenire e alleviare questi fastidi, nei mesi che vanno da novembre a marzo, le parole d’ordine sono “rispettare” e “proteggere”.
Le barriere ai danni del freddo
A fare le spese dei rigori dell’inverno sono soprattutto le aree cutanee più esposte e delicate, come il viso e le mani, ma anche la pelle coperta dai vestiti ne risente in una certa misura se non riceve cure e nutrimento adeguati.
Disidratazione, sensibilizzazioni, bruciore e prurito possono comparire in una qualunque zona del corpo, soprattutto se promosse dallo sfregamento con indumenti ruvidi o irritanti.
Se i sintomi sono soltanto questi, non c’è da preoccuparsi; viceversa, se un prurito persistente si associa a eruzioni cutanee o macchie rossastre o color caffè-latte è consigliabile consultare il medico perché potrebbe trattarsi di una micosi contratta durante l’estate, in piscina o in palestra, senza rendersene conto, e resasi evidente soltanto dopo alcuni mesi.
Posta l’assenza di malattie specifiche, il primo consiglio per evitare fastidi e mantenere una pelle morbida, luminosa ed elastica anche nei mesi freddi, è proteggere sempre viso e mani con sciarpa e guanti e applicare ripetutamente creme idratanti ed emollienti su tutto il corpo.
Una raccomandazione che deve essere rispettata soprattutto dai bambini, da chi ha un’epidermide sensibile e da chi soffre di atopia, ma vantaggiosa anche per chi presenta una cute sana e abbastanza resistente.
Altrettanto importante, è evitare il contatto troppo frequente o prolungato con l’acqua, soprattutto se molto calda o fredda.
Bagni e docce devono essere brevi (10-15 minuti al massimo), effettuati con acqua tiepida (38°-40°C) e utilizzando un detergente delicato, con un pH debolmente acido (5,5-6,0), com’è quello naturale dell’epidermide.
Chi ha una cute fragile e irritabile dovrebbe preferire il bagno alla doccia e aggiungere all’acqua prodotti emollienti e idratanti (per esempio, a base di oli vegetali, amido o avena), utilizzando poi per asciugarsi teli morbidi, in fibre naturali.
Idratazione regolare e specifica
Dopo aver tamponato delicatamente, la pelle va idratata con emulsioni o creme di qualità certificata, prive di conservanti, coloranti e profumi potenzialmente sensibilizzanti.
Quando, purtroppo, infiammazione e prurito sono già presenti in zone circoscritte, per attenuarli è possibile utilizzare creme altamente idratanti più specifiche, acquistabili in farmacia senza ricetta.
Grazie alla presenza di lipidi simili a quelli naturali della pelle (lipidi lamellari) e precursori vitaminici, come la provitamina B5 (pantenolo) queste formulazioni sono in grado di favorire una rapida rigenerazione della barriera idrolipidica superficiale.
Il fastidio cutaneo inizierà a scomparire già dopo poche ore dalla loro applicazione e il problema sarà risolto nell’arco di alcuni giorni. Se così non fosse, è necessario consultare il medico.