DOMANDA
Nel novembre del 2009 mi fu diagnosticato uno pneumotorace spontaneo sx che si risolse con un drenaggio e un mese di convalescenza. Sembrava andasse tutto bene ma nel gennaio 2010 ebbi una ricaduta, di nuovo nella parte sinistra, e questa volta i dottori decisero di operarmi per ridurre il rischio di recidive. Purtroppo il 7 marzo ho avuto un nuovo pneumotorace spontaneo questa volta a dx che hanno risolto con un drenaggio. Ora le vorrei chiedere come e perché si creano questi problemi, se ci sono possibilità che ci siano recidive sulla parte destra e che si può fare per prevenire (premettendo che ho smesso di fumare proprio dopo quest'ultimo evento).
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Francesco Tursi, Pneumologo
Il pneumotorace spontaneo nel giovane adulto è un evento abbastanza frequente, soprattutto in pazienti con un abitus tipico (generalmente molto magri); comunque, purtroppo, quello che puo fare è vedere se ci sono bolle a rischio di rottura facendo una tomografia ad alta risoluzione, e se ha un deficit di alfa-1-antitripsina. Il deficit di alfa-1-antitripsina è una delle più frequenti malattie ereditarie che colpiscono polmoni. La funzione dell’alfa-1-antitripsina è necessaria per evitare che le proteasi danneggino gli alveoli provocando una rottura degli stessi. Se le risultasse un deficit potrebbe fare una terapia sostitutiva. Per ultimo, mi congratulo con lei per aver smesso di fumare perché è una cosa molto difficile ma che le cambierà sicuramente la vita.
Francesco Tursi
Pneumologo
Dal 2005 è Dirigente medico presso l’UO di Pneumologia dell’Ospedale Maggiore di Lodi.
È dal 2002 Segretario dell’Associazione Italiana per lo Studio della Tosse (A.I.S.T.), www.assotosse.com e dal 2009 Presidente dell’ ALOR onlus (associazione lodigiana di ossigenoterapia riabilitativa).
Nel 2008 ha effettuato la segreteria scientifica del convegno “Inquinamento atmosferico: stato e impatto sulle vie respiratorie” tenutosi a Lodi.
È stato Relatore in diversi convegni accreditati ECM.
Ha realizzato diverse pubblicazioni e studi di ricerca, tra cui:
Partecipazione alla stesura del manuale di “Malattie dell'apparato respiratorio” (C: Terzano) ed. Springer 2006;
nel 2005 Progetto ICEBERG che ha permesso di valutare l’effetto degli inquinanti indoor sulla salute degli operai della provincia di Bologna in collaborazione con API, CNR, azienda ausl di Bologna; nel 2002-2004 Studio AIST. L’ AIST (Associazione Italiana Studio Tosse) ha condotto una ricerca multicentrica, alla quale hanno partecipato 12 centri ospedalieri ed universitari disposti su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di valutare le relazioni esistenti tra l’eziologia e le caratteristiche della tosse, nonché di valutare la prevalenza delle varie cause di tosse;
“Broncopneumopatia cronica ostruttiva, non solo un male di stagione”, D&T (diagnosi e terapia) anno XXII, numero 10, dicembre 2003;
“Tosse: aspetti diagnostici e terapeutici”, anno II, numero 1, Allergy and Respiratory Diseases, 2003;
“ Inquinamento atmosferico: il punto di vista dello pneumologo. Atti del XVIII congresso internazionale della società degli otorinolaringoiatri;
Roma IFOS giugno 2005; Questionario per valutare l’impatto della tosse cronica sulla qualità di vita, quarto convegno nazionale AIST, 2003.
Ha particolare interesse nello studio delle acque minerali e ha collaborato alla stesura di: “Guida alle Acque Minerali in Bottiglia”, V edizione, 2002 e VI edizione, 2005.