Una decisione da prendere in due, considerando i desideri, ma anche le perplessità di entrambi i partner.
Insieme dal ginecologo per le ecografie, insieme per lo shopping per il bebè, insieme al corso di preparazione alla nascita. Insieme, di corsa, in ospedale quando arriva il momento. Ore e ore di travaglio, massaggi, coccole, rassicurazioni, spugnature, musica e il dolce conforto di condividere un’esperienza straordinaria.
Poi, però, è ora di andare in sala parto, e non è sempre uno sprint finale: la fase espulsiva può durare anche molto a lungo.
In Italia, soltanto otto futuri padri su 100 si fermano sulla soglia; tutti gli altri, soprattutto al Nord-ovest, assistono al lieto evento. Si tratta ormai di una consuetudine, di un dato di fatto: lei se lo aspetta, lui pensa che sia doveroso, oltre che un suo diritto.
I pro…
Condividere la nascita di un figlio significa diventare genitori insieme. Secondo alcuni studi, infatti, un papà emotivamente coinvolto fin dai primi istanti di vita del figlio potrà essere un padre più empatico e accudente.
La sua presenza in sala parto può essere però utile anche alla propria compagna: può aiutarla a seguire le indicazioni del personale ostetrico, sostenerla emotivamente, asciugarle il sudore, accarezzarle il viso, idratare le labbra e seguire a sua volta le richieste dell’equipe medica.
Inoltre, alcuni studi sulla percezione del dolore durante il parto dimostrano che, per la donna, avere accanto una persona cara e di cui ha piena fiducia rende tutto più sopportabile. E spesso questa persona è il partner.
I benefici del parto di coppia, però, si possono verificare solo se i futuri genitori hanno riflettuto a fondo sulla questione, con sincerità: in sala parto, affinché la partoriente si possa sentire completamente libera di assecondare le proprie esigenze, non devono entrare ansia, dubbi, paure aggiuntive.
…e i contro
Assistere alla sofferenza della propria compagna, la vista del sangue e delle secrezioni che accompagnano il parto possono avere effetti deleteri sull’uomo e sulla coppia, anche a lungo termine, soprattutto nell’ambito della vita sessuale.
Secondo le statistiche più recenti, si registra infatti un maggior numero di separazioni tra le coppie in cui la nascita di un figlio è stata condivisa.
Michel Odent, fautore del parto “dolce”, ha dichiarato che alla presenza del futuro papà in sala parto si associa di frequente il prolungamento dei tempi di travaglio e parto e quindi un maggior ricorso al taglio cesareo. Il motivo? L’ansia paterna che si trasmette alla mamma, interferendo sul fisiologico rilascio ormonale di ossitocina, favorevole al parto.
Se il papà non è adeguatamente preparato all’esperienza può non reggere lo stress (il classico svenimento) o procurarne alla compagna e al personale ostetrico, per esempio perché si sposta dove non dovrebbe, perché rimane “paralizzato” o perché si agita con lo smartphone in mano.
L’importanza di una scelta condivisa
Si tratta insomma di una decisione delicata, che va affrontata con largo anticipo. Entrambi i partner devono poter scegliere in totale libertà, senza che nessuno dei due si risenta o si senta obbligato a compiacere l’altro.
A queste condizioni, mamma e papà possono ben sperare in una relazione soddisfacente e solida. A tutto beneficio del bimbo che verrà.