DOMANDA
La mia seconda bambina ha 2 anni e 7 mesi. Le ho tolto il pannolino circa due mesi fa, anche perché sembrava pronta e, vedeva la sorellina di 4 anni fare i propri bisogni nel water, non voleva più mettere il pannolino. Con la pipì non abbiamo nessunissimo problema. Il grosso problema che si e' creato invece riguarda la popò. È capitato, all'inizio, che la facesse nelle mutandine e io ho sempre minimizzato e reagito positivamente per non farle pesare la cosa. Ma lei da subito ha vissuto molto male questa 'sporcatura'. Piangeva e si lamentava. Da queste prime esperienze senza pannolino ha iniziato a trattenere i suoi bisogni rifiutandosi di farla! Da un paio di mesi viviamo un vero calvario che si conclude, spesso dopo più di un giorno di 'trattenimenti', con pianti e liberazione nel pannolino, che naturalmente sono costretta a metterle perché è l'unico modo per fargliela fare. Anche con il pannolino comunque non si lascia affatto andare e trattiene nonostante abbia il pannolino! Cerco sempre di farle mangiare frutta e verdura per non fare indurire le feci e mi è capitato anche circa 3 o 4 volte in questi due mesi, di dover usare microclisterini per liberarla dopo tre giorni di popò trattenuta...
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa
Molti bambini, al passaggio dal pannolino al vasino, hanno alcune difficoltà e manifestano i comportamenti che lei descrive. Penso che le abbia già detto questo il suo pediatra, che, va ricordato, è il professionista più indicato a consigliarla in quanto ha la diretta conoscenza della bambina, della sua storia clinica e dell’ambiente familiare: una conoscenza indispensabile per fare sempre di fronte a ogni problema medico le scelte più corrette. Personalmente, non tornerei indietro al pannolino nel suo caso, visto che per il resto pare ben accettato. Liberarsi delle proprie deiezioni per un bambino piccolo può essere come lasciare andare una parte di sé, cosa che non sempre è gradita. Da qui i pianti e la "disperazione". È giusto mantenere le feci morbide con una corretta alimentazione. Può servire anche associare l'evacuazione a un momento di routine, per esempio dopo un pasto, sfruttando il riflesso gastrocolico, magari distraendo la bimba con un gioco o con la lettura di una storia nel frattempo.
Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.