Mani-piedi-bocca: sembra una filastrocca per bambini, e in effetti ha molto a che fare con l'infanzia perché una malattia esantematica molto comune e frequente nei piccoli in età prescolare, tra i 3 e i 6 anni.
«È un'infezione virale dovuta soprattutto a Coxsackie Virus o, in misura minore, ad altri entetovirus», spiega Elena Chiappini, pediatra dell'Unità di Malattie Infettive – Azienda Ospedaliera Universitaria Mayer di Firenze.
«Si manifesta con un’eruzione cutanea di pustole o vescicole (l'esantema, appunto) concentrate sul palmo delle mani, le piante dei piedi, la mucosa orale o la lingua. Gli stessi virus possono dare anche eruzioni più diffuse in altre zone del corpo o forme incomplete, cioè presentarsi per esempio solo nel cavo orale».
Il virus di può contrarre per via feco-orale: è cioè di origine intestinale, ma può arrivare dalle manine sporche portate alla bocca.
Come tante altre infezioni gastrointestinali è più frequente d'estate, quando i bambini giocano insieme all'aria aperta, e in autunno, con la riapertura degli asili.
«Ma c'è anche la possibilità di contagio per via respiratoria, quindi con starnuti, colpi di tosse, saliva... La malattia è abbastanza contagiosa e può causare piccole epidemie, ma in genere guarisce spontaneamente, senza particolari complicanze, che sono rarissime», aggiunge Chiappini
Misure di prevenzione? Non ce ne sono. «Se non lavare spesso le manine del bimbo raccomandargli di farlo», sottolinea la pediatra.
«L'eruzione cutanea spesso è preannunciata dalla febbre, anche sopra 38.5, scarso appetito, malessere, dolori addominali, e perciò la malattia può spaventare un po' mamma e papà. Le bollicine in bocca e sulla lingua si rompono e a volte causano dolore, causando difficoltà nel mangiare; seguono manifestazioni cutanee su mani e piedi, e, spesso, anche sui glutei. Le macchioline inizialmente rosse diventano poi piccole vescicole, di solito senza prurito».
La terapia è solo sintomatica: «Se il bambino ha febbre, gli si può somministrare un antipiretico», spiega Elena Chiappini.
«In caso di prurito, anche un antistaminico orale. Se il piccolo non mangia e non beve per il dolore causato dalle vescicole in bocca, si possono usare dei gel anestetizzanti per massaggiare le mucose orali e dargli così un temporaneo sollievo prima dei pasti. Solo nei casi più seri, soprattutto nel caso di un lattante, il pediatra può valutare una eventuale terapia per reidratare il bambino».
La malattia di risolve in cinque-dieci giorni al massimo, ma finché presenta le vescicole il bambino non va mandato all'asilo o al nido perché, oltre a essere contagioso per gli altri, ha anche difese immunitarie ridotte e quindi rischia di incappare più facilmente in altre infezioni.