Non è una malattia grave, ma va tenuta sotto controllo. Ecco i segnali da non trascurare.
Colpisce circa l’80 per cento degli uomini over 50 anni. Ma non è una patologia grave e, soprattutto, non ha nulla a che vedere con il tumore della prostata.
Con l’avanzare dell’età, un ingrossamento della ghiandola è addirittura considerato fisiologico, quasi normale.
Il problema, al limite, sono i fastidiosi disturbi collaterali che subentrano quando cresce troppo. E che in genere, se non trattati, tendono a peggiorare.
Alzarsi di notte per andare in bagno
Il primo segnale d’allarme è quello che i medici chiamano nicturia, vale a dire il bisogno irrinunciabile di doversi alzare più volte durante la notte per fare pipì.
Quando compare, di solito, aumenta anche la frequenza con cui si va in bagno di giorno e, a volte, è accompagnata da perdita involontaria di pipì.
Un altro sintomo associato all’ipertrofia prostatica è la riduzione del getto urinario: comporta una sensazione di svuotamento incompleto della vescica. Sembra quasi di non aver finito.
E poi la minzione, cioè l’atto dell’urinare, si fa intermittente e a volte involontaria, fino ad arrivare alla ritenzione urinaria acuta, nel senso che diventa totalmente impossibile fare pipì.
Infezioni delle vie urinarie
Una ridotta eliminazione della pipì può comportare anche lo sviluppo di infezioni alle vie urinarie, per via del ristagno del liquido in vescica.
Anzi, molto spesso ci si rivolge al medico soltanto quando l’infezione incalza e in quella sede si scopre di avere la prostata ipersviluppata.
Non sempre si manifestano
Le dimensioni della prostata non sono necessariamente correlate alla comparsa o al peggioramento dei sintomi. Nel senso che alcuni uomini, pur avendo una prostata leggermente ipertrofica, manifestano sintomi chiari e inequivocabili. Mentre altri, nonostante abbiano una prostata cresciuta parecchio in dimensioni, hanno soltanto lievi sintomi.
Secondo alcuni studi, soltanto il 50 per cento degli uomini con ipertrofia prostatica presentano sintomi di entità tale da spingerli a consultare un medico.
Per questo, soprattutto dopo i 50 anni, è opportuno rivolgerli al proprio medico di famiglia e sottoporgli i propri dubbi e domande. In particolare se cominciano a presentarsi, seppur in misura lieve, alcuni sintomi urinari.