DOMANDA
Quando avevo 17 anni (ora ne ho 19) ho fatto la colposcopia: c'erano delle piaghette, e il pap-test rilevò HPV ceppo 31. A 18 anni dopo colposcopia il mio ginecologo mi ha dato un gel vaginale di argento e carbossimetilbetaglucano e dopo 10 mesi di terapia il pap-test rileva HPV 51 e una lesione che viene tolta con il laser. Mi riprescrivono la terapia con il gel e un controllo dopo 3 mesi. Ora sono sposata, e vorrei avere figli: succederà qualcosa a loro? Avendo fatto la terapia con il laser, l'hpv ritorna? Farò controllare anche mio marito, ma è sicuro che mi verrà il cancro?
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Emilio Arisi, Ginecologo
L’infezione da HPV è talmente diffusa da interessare almeno il 75-80 % delle donne sessualmente attive. I ceppi di HPV sono moltissimi, oltre un centinaio, e una settantina di essi possono infettare l’uomo e/o la donna. Tra questi ceppi ve ne sono alcuni che sono più facilmente correlabili a lesioni maligne, e sono l’HPV 16 e 18 (sono quelli per cui è stato allestito anche un vaccino in commercio da alcuni anni), e molti che lo sono meno facilmente, tra questi anche i citati 31 e 51. Il trattamento delle lesioni presenti sul collo uterino può essere talora complesso, talora abbastanza semplice, e può andare dalla attesa, nella speranza che il sistema immunitario attivato si liberi del virus, alla terapia locale, anche con farmaci come quello citato, alla diatermocoagulazione, alla laserterapia, alla conizzazione con ansa diatermica, alla conizzazione con bisturi a lama fredda, a seconda della condizione clinica, della evoluzione della lesione e delle valutazioni complessive del medico e della donna. Molto importante è il sistema immunitario, che collabora spesso alla eliminazione del virus, talora anche in modo definitivo. Che con delle terapie il virus scompaia o meno è difficile da dimostrare se con particolari esami, ciò che è importante è però eliminare le lesioni che il virus determina onde impedire una loro evoluzione verso il tumore. Tale evoluzione tumorale è ovviamente rara, e avviene in particolare nelle donne che non si sottopongano ai controlli prescritti in relazione alla loro condizione.
Emilio Arisi
Ginecologo
Dal 1993 al 2010 è stato Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento dove, dall’inizio del 2002 è stato coordinatore del Dipartimento Materno-Infantile della Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento. Attualmente esercita la sua attività ambulatoriale come libero-professionista a Carpi (Modena) e Trento. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Parma, si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia nella stessa Università. Tra il 1969 ed il 1993 ha lavorato in vari ospedali (Carpi MO, Correggio RE, Policlinico Universitario di Modena, Suzzara MN, Guastalla RE). Ha effettuato migliaia di interventi chirurgici, in ambito sia ostetrico sia ginecologico. Negli ultimi anni ha posto principalmente la propria attenzione sulla chirurgia oncologica-ginecologica. Ha al suo attivo circa 500 pubblicazioni, dedicate soprattutto ai problemi della contraccezione, dell’aborto volontario e della oncologia ginecologica, ma anche della gravidanza e della menopausa, inclusi articoli su riviste nazionali e internazionali, relazioni a congressi nazionali e internazionali, e alcuni volumi. È stato Direttore Scientifico della edizione italiana della rivista specialistica “Current Obstetrics & Gynecology” dal 1992 al dicembre 2006. Per molti anni è stato Presidente nazionale dell’UICEMP (www.uicemp.org), una associazione di consultori privati (CEMP), che è federata alla IPPF (International Planned Parenthood Federation) (www.ippf.org), la più grande organizzazione non governativa mondiale dedicata ai problemi della salute riproduttiva. Per molti anni è stato nel Consiglio mondiale e in quello europeo della IPPF. È membro del Consiglio nazionale dell’AOGOI (Associazione Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui è segretario regionale per il Trentino-Alto Adige. È stato per il triennio 2005-2007 consigliere nel Direttivo nazionale della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ed è stato eletto tesoriere della SIGO per il triennio 2008-2010. È Presidente della SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione), che è stata fondata nel luglio 2006. È Direttore scientifico della rivista “Contraccezione Sessualità Salute Riproduttiva”, organo ufficiale della SMIC. È membro di varie organizzazioni scientifiche nazionali e internazionali. Per il periodo 2012-2016 è stato eletto nel Board of Directors della ESC (European Society of Contraception). Nel giugno 2012 è socio fondatore dell’ECEC (European Consortium for Emergency Contraception), ed è nominato nel ECEC Board.