DOMANDA
Sono un po’ sovrappeso, tempo fa sono stata da una naturopata che più che darmi una dieta vera e propria, mi ha consigliato sulle varie associazioni dei cibi, i condimenti, i metodi di cottura. Ultimamente però a pranzo mi piace variare con dei frullati di frutta anzichè pasta e verdure(2 mele e un po di latte di soia, oppure 1 banana e poco latte) 2-3 volte a settimana. Mi sazia molto, poi verso le 17,00 mangio 2 mandarini e arrivo all'ora di cena tranquilla e senza tanta fame. A cena pasto con carne bianca o pesce sempre con verdure e mezzo bicchiere di vino. Ho però letto che la frutta fa ingrassare. Secondo lei sbaglio e vanifico i risultati avuti fino ad ora?
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Patrizia Maria Gatti, Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Questa domanda mi dà l'occasione di rispondere a tutte quelle che spesso i miei pazienti fanno sulla frutta e sui pasti sostitutivi. Per prima cosa è bene ricordare che non è la frutta in sé a far ingrassare o dimagrire. La frutta contiene effettivamente un grossa quota di zuccheri (specie uva, fichi, prugne, pere, pesche, albicocche). Tuttavia è importante mangiare la frutta, ogni giorno (fresca e di stagione), basta non superare il carico di zuccheri raccomandati e solitamente, se non ci sono problemi gravi come diabete e obesità, gli zuccheri liberi nella dieta di un adulto non devono superare i 50 grammi al giorno. Il problema principale, quando si osserva una dieta dimagrante, è sempre quello di bilanciare nella dieta tutti i nutrienti necessari per la salute. Quindi, per chi vuole perdere peso, è fondamentale osservare una dieta ben bilanciata con una riduzione della quota di calorie in modo che la spesa energetica superi la richiesta. Ovvero, se si vuol perdere peso bisogna mangiare un po' meno rispetto a quanto ci occorrerebbe per mantenere il peso nei limiti della norma. Tutto questo si può fare, senza rischi per la salute, solo rivolgendosi a un nutrizionista qualificato che prepara un piano alimentare personalizzato in base all'età, al peso, all'altezza e all'attività fisica e allo stato generale della salute della persona che intende dimagrire e dopo aver preso le misure del caso (impedenziometria, circonferenze, metabolismo basale) e aver esaminato il questionario alimentare.
Patrizia Maria Gatti
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.
Attualmente lavora come libero professionista: svolge attività privata come medico specialista e come author and medical editor multimedia communication. È autore di numerose pubblicazioni in: ricerca clinica, ricerca scientifica di base, biochimica nutrizionale e delle malattie legate alla nutrizione (diabete, obesità, dislipidemie, aterosclerosi). Ha al suo attivo numerose partecipazioni in qualità di docente e/o di relatore a convegni e corsi di educazione nutrizionale per la popolazione generale e per le scuole e a congressi nazionali e internazionali. Possiede oltre 10 anni di esperienza nella comunicazione multimediale salute, medicina e nutrizione.