Sono i cosiddetti “batteri buoni”, quelli normalmente usati per riequilibrare la flora intestinale: secondo diversi studi possono aiutare chi soffre di dermatite atopica. Scopriamo il perché.
La dermatite atopica è un disturbo cronico della pelle di origine allergica che compare, in genere, nei bambini. Spesso tenere sotto controllo i suoi sintomi non è semplice e ci si ritrova ad affrontare lo stesso problema anche in età adulta.
In questi casi possono arrivare in aiuto i probiotici, i "batteri buoni" che vivono nell'intestino.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ciò non significa fare affidamento su creme o altri prodotti da applicare direttamente sulla cute, ma integrare l'alimentazione con questi preziosi microrganismi, in modo che vadano a colonizzare l'intestino.
Le connessioni tra quest'organo e la pelle sono, infatti, più strette di quanto si potrebbe immaginare.
Dall'intestino alla pelle
I probiotici sono naturalmente presenti nell'intestino umano, dove non si limitano a favorire la funzionalità intestinale, ma promuovono anche il buon funzionamento delle difese immunitarie, stimolano l'immunità intestinale e aumentano l'effetto barriera della mucosa, che protegge dall'invasione da parte di batteri patogeni.
Può però capitare che l'equilibrio della flora batterica intestinale sia alterato. In questi casi non è soltanto l'intestino a risentirne, ma anche la pelle. Allo stesso modo, nell'adulto la dermatite atopica è associata anche ad alterazioni della permeabilità della mucosa intestinale.
Data questa interconnessione non stupisce se alcune malattie dermatologiche traggono beneficio dall'assunzione di probiotici. Nel caso della dermatite atopica tra le molte specie esistenti ci sono i Lactobacillus e i Bifidobacterium ad aver dimostrato di esercitare questi effetti benefici.
Efficacia dimostrata
Gli studi mirati a testare l'efficacia dell'assunzione di probiotici come adiuvanti alla terapia per la riduzione di questo disturbo dermatologico negli adulti dimostrano chiaramente gli effetti positivi di questo approccio.
In particolare, il Lactobacillus salivarius può contribuire al miglioramento dei sintomi della dermatite e ridurre la quantità di Stafilococco aureo nelle feci, in genere elevate in chi soffre di questa patologia cutanea.
L'assunzione combinata per tre mesi di Lactobacillus salivarius LS01 e Bifidobacterium breve BR03 è un valido aiuto, invece, nel ridurre l'eczema, nel migliorare gli altri sintomi cutanei. Inoltre contribuisce al ripristino della corretta permeabilità intestinale e dell'equilibrio fra le diverse cellule del sistema immunitario.
In effetti tra i diversi approcci alimentari provati per migliorare la gestione della dermatite atopica, la validità dell'assunzione di probiotici è confermata da molti studi clinici.
La scelta del Lactobacillus e del Bifidobacterium non è casuale: del primo si sa che riduce il rilascio delle citochine di tipo 2, molecole associate all'infiammazione che giocano un ruolo importante nello sviluppo della dermatite atopica, mentre il secondo è presente in quantità ridotte nelle feci dei neonati che soffrono di questo disturbo.
Per tutti questi motivi l'assunzione di probiotici può rappresentare un valido aiuto nel trattamento della dermatite atopica nell'adulto.