La prima visita dal ginecologo può creare qualche ansia. Per questo, talvolta, la si rimanda. Ecco quando sarebbe opportuna.
L'ostetricia e la ginecologia sono entrambe branche della medicina che si occupano dell’apparato genitale femminile. Se l’ostetrica è specializzata nell’assistenza alla donna durante la gravidanza, il parto e il puerperio, il ginecologo è uno dei migliori alleati della salute della donna dall’inizio dell’età fertile fino alla menopausa e oltre, nonché il medico che, insieme all’ostetrica, ha il privilegio di accompagnarla nel periodo molto coinvolgente della gravidanza.
A lui ci si rivolge per disturbi estemporanei, magari non gravi, ma mai banali; per prevenire e curare patologie più serie; per affrontare con serenità la sessualità e le sue trasformazioni nelle diverse fasi della vita.
Il ginecologo si occupa infatti della cura dei disturbi all’apparato genitale femminile, come per esempio irregolarità del ciclo mestruale. A questo scopo si occupa di valutare lo stato di salute degli organi genitali esterni (vagina e vulva) e interni (utero e ovaie), nonché del seno.
Inoltre, dà suggerimenti su come evitare una gravidanza indesiderata, con spiegazioni chiare e semplici sui vari metodi contraccettivi, ma anche su come esaudire il sogno di diventare genitori nel caso di problemi di fertilità. Fornisce chiarimenti sui cambiamenti che si verificano nel corpo di una donna, sugli aspetti della vita sessuale e su come prevenire il rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale.
Non c’è un’età da attendere
Per ogni dubbio o problema il ginecologo ha la risposta giusta. Ma, quando interpellarlo per la prima volta?
Non esiste un’età ideale per iniziare a sottoporsi a visite ginecologiche periodiche. In assenza di disturbi specifici, il primo contatto può avvenire dopo il menarca (la comparsa della prima mestruazione), anche se non c’è una reale necessità. È un modo, infatti, per innescare un’abitudine positiva, educare e sensibilizzare su aspetti fondamentali della salute riproduttiva.
È bene sottolineare che l'età della prima visita, indicata genericamente intorno ai 15 anni, può scendere a 12 anni in caso di un anticipo dello sviluppo corporeo. Se a 14 anni non si è ancora verificato il primo ciclo, può essere utile rivolgersi a lui per individuare le cause.
A quest'età la visita ginecologica è importante anche per conoscere il proprio corpo e per prevenire i problemi di natura infiammatoria che molto spesso colpiscono le adolescenti. Le difese immunitarie della zona genitale, infatti, sono minori rispetto all'età adulta a causa di possibili allergie verso i detergenti intimi e di alterazioni del grado di acidità della zona vaginale.
Se si rende necessaria un'esplorazione vaginale e della cervice uterina, non bisogna avere paura, perché vengono usati strumenti adatti a quest’età e assolutamente non traumatici.
Come si svolge la visita
La visita ginecologica prevede l’osservazione dei genitali esterni (per individuare la presenza di eventuali infiammazioni) e dei genitali interni per esaminare le pareti della vagina e il collo dell’utero (utilizzando un piccolo strumento che viene inserito in vagina, lo speculum) e valutare la forma e il volume dell’utero e delle ovaie.
Anche se la donna non ha ancora avuto rapporti sessuali, non bisogna avere timori, perché il ginecologo userà uno speculum molto piccolo e l’imene resterà integro, in quanto si tratta di una struttura particolarmente elastica.
In caso di ulteriori accertamenti
Se il ginecologo lo riterrà opportuno, per un’indagine più approfondita potrà sottoporre la paziente a una ecografia dell’apparato genitale che può essere eseguita con una piccola sonda a ultrasuoni che viene appoggiata sull’addome, oppure con un’apposita sonda transvaginale. Si tratta di un esame indolore che consente di “fotografare” l’utero e le ovaie, utilizzato anche in gravidanza per valutare lo sviluppo del bambino.
Se sarà necessario il ginecologo deciderà di eseguire anche il Pap test, che consiste nel prelievo di alcune cellule dal collo dell’utero, per poi analizzarle in laboratorio.
Il Pap test è un esame che è bene iniziare a fare subito dopo aver cominciato ad avere rapporti sessuali. Questa semplice procedura, infatti, serve a evidenziare la presenza di eventuali anomalie delle cellule del collo dell’utero: oltre a permettere una diagnosi precoce di tumori della cervice uterina, consente di mettere in evidenza alcuni tipi di infezioni.
Ma la visita ginecologica è importante anche per altri motivi. Primi tra tutti, la corretta igiene intima o l’importanza di non sottovalutare alcuni sintomi (come perdite di sangue intermestruali, prurito e bruciore vaginali, secrezioni dal colore anomalo, troppo abbondanti o maleodoranti) che potrebbero essere considerati banali, ma che invece sono la spia di alcune patologie ginecologiche, come per esempio la clamidia o altre malattie sessualmente trasmissibili.
E, non ultima, l’opportunità di prevedere l’adozione di metodi anticoncezionali e/o in grado di proteggere proprio dalle malattie a trasmissione sessuale. Anche se non immediatamente richiesti, infatti, offrono lo spunto per educare a una sessualità sana e sicura, importante per supportare il benessere fisico e psicologico delle adolescenti, per migliorare la percezione e la capacità di gestione del loro corpo e per avviare un dialogo sereno.
Infine, il ginecologo procede durante ogni visita anche alla palpazione del seno, che si esegue con la paziente prima seduta e poi sdraiata sul lettino, allo scopo di escludere, o di riconoscere precocemente, la presenza di noduli.
A maggior ragione se…
Le mestruazioni possono essere davvero molto dolorose. E questo è un fenomeno estremamente diffuso, ma spesso trascurato perché erroneamente ritenuto “naturale”. Il dolore mestruale - o dismenorrea - va, invece, segnalato al ginecologo fin dall’esordio.
Il problema può presentarsi già dai primi cicli e, se non viene affrontato precocemente in modo mirato, tende inevitabilmente a peggiorare nel corso degli anni, riducendo in misura significativa la qualità della vita della donna per diversi giorni ogni mese.
Alleviarlo non è sempre facile, ma a volte può essere sufficiente l’analgesico giusto preso al bisogno oppure l’assunzione regolare di una pillola estroprogestinica, che soltanto il ginecologo può suggerire con cognizione di causa.
Dopo il primo rapporto
Se non è stata già effettuata in precedenza, una visita ginecologica diventa indispensabile dopo il primo rapporto sessuale. Anche se non si nutrono timori per un’eventuale gravidanza o problemi di altro tipo, un controllo generale dell’apparato riproduttivo (integrità della mucosa vaginale, stato e posizione dell’utero, conformazione delle tube di Falloppio, caratteristiche macroscopiche delle ovaie) è importante per tutelarsi da disturbi più gravi in seguito.
Se questo incontro iniziale avviene relativamente tardi, intorno ai 22-23 anni, si può cogliere l’occasione anche per effettuare il primo Pap test, la cui necessità, bisogna ricordarlo, non viene meno neppure per le giovani donne che hanno già potuto avvantaggiarsi della vaccinazione contro l’HPV, perché il vaccino non assicura una protezione assoluta da tutti i ceppi del Papilloma virus umano potenzialmente in grado di provocare il tumore dell’utero.
E se deve essere fatta molto presto
Quando la prima visita avviene molto presto, intorno agli 8-10 anni, a causa di una pubertà precoce o della comparsa di sintomi insoliti (dolori pelvici non giustificati da disturbi intestinali o urinari, perdite vaginali anomale eccetera), la mamma dovrebbe preparare psicologicamente la bambina.
È sufficiente spiegarle a grandi linee in che cosa consisterà la visita e rassicurarla rispetto alle manovre e agli esami strumentali che il ginecologo potrebbe dover eseguire (per esempio, una ecografia).
In genere, poi, il colloquio preliminare con il medico è in grado di mettere a proprio agio la piccola paziente e di stabilire un rapporto di fiducia che durerà nei decenni a venire.
Tutte le informazioni di cui ha bisogno il ginecologo
Per avere un quadro completo di ogni paziente, il ginecologo durante la prima visita avrà bisogno di porre alcune domande: a che età è arrivata la prima mestruazione e la data dell’ultima; se il ciclo mestruale è regolare o irregolare e se le mestruazioni sono abbondanti o dolorose; se la paziente ha subito interventi chirurgici o se prende farmaci; se fuma, se ha particolari disturbi e se segue una corretta alimentazione.
Inoltre, desidera conoscere anche la sua storia familiare: se fra i parenti più stretti ci sono stati casi di tumore alla mammella, all’ovaio o all’utero oppure casi di ictus o di trombosi, nonché un’eventuale predisposizione per le malattie cardiovascolari tra i genitori. Queste informazioni sono molto importanti per esempio in caso la paziente volesse iniziare ad assumere la pillola anticoncezionale o un altro contraccettivo ormonale.
In caso di problemi o di disturbi, inoltre, queste informazioni contribuiscono a orientare meglio la terapia e a spiegare con chiarezza le motivazioni della scelta terapeutica e la modalità di assunzione di eventuali farmaci. In questo modo si possono avere due vantaggi: si facilita il lavoro del ginecologo e lo specialista potrà tenere aggiornata con facilità la scheda medica della paziente, in modo che nessuna informazione andrà persa.
D’altra parte, la paziente stessa può rivolgere al ginecologo domande o chiedere chiarimenti che possono riguardare anche la vita sessuale. Particolarmente adatti a questo scopo sono i consultori familiari, strutture pensate in particolare (ma non solo) per trattare i problemi più intimi delle ragazze e delle adolescenti. In queste strutture, oltre al ginecologo, è possibile trovare altri specialisti, come per esempio lo psicologo.