Cisti ovariche: cause e sintomi


Le cisti ovariche costituiscono il 10-20% delle problematiche ginecologiche. Spesso si risolvono da sole e non sono accompagnate da gravi sintomi, ma in alcune situazioni è indispensabile intervenire con i farmaci o, addirittura, chirurgicamente.

Di cisti ovariche si sente parlare molto spesso. In realtà, questo termine comprende problematiche diverse per cause e sintomi.

Le cisti funzionali, per esempio, sono formazioni che si sviluppano durante il normale funzionamento dell'ovaio, non danno grandi problemi e tendono a risolversi da sole.

Più preoccupanti sino, invece, la sindrome dell'ovaio policistico o alcune masse cistiche che si formano dopo la menopausa e che potrebbero avere una natura tumorale.

Il follicolo, ecco il centro del problema

In tutti i casi le cisti si presentano come sacche ripiene di liquido o di altro materiale organico. Si sviluppano all'interno o sulla superficie delle ovaie. Le strutture che vengono alterate sono i follicoli, cioè quei corpiccioli tondeggianti presenti nell'ovaio che contengono, ciascuno, una cellula uovo in fase di maturazione.

Durante ogni ciclo mestruale diversi follicoli iniziano a proliferare nell'ovaio, ma al momento dell'ovulazione soltanto uno di questi follicoli rilascerà una cellula in grado di essere fecondata e si riassorbirà. Gli altri follicoli che avevano iniziato a svilupparsi regrediscono.

Tuttavia, in alcune situazioni questo processo non si realizza nel modo corretto. Se l'ovulazione non avviene o se un follicolo non si riassorbe, riempiendosi di sangue o di liquido, si formano le cisti funzionali.

Nel caso dell'ovaio policistico, invece, è l'eccessiva attività degli ormoni a far proliferare in modo anomalo i follicoli, fino a impedire, in alcuni casi, l'ovulazione. Spesso questa sindrome è ereditaria e si osserva una maggiore predisposizione in chi soffre di diabete di tipo 2. Il primo passo per il trattamento dell'ovaio policistico consiste in una modifica delle abitudini di vita soprattutto se la paziente ha anche problemi di obesità o sovrappeso,
definiti in base al valore dell'indice di massa corporea (BMI):

Sottopeso BMI < 18,4
Normopeso BMI 18.5-24.9
Sovrappeso BMI 25-29.9
Obesità di primo grado BMI 30-34.9
Obesità di secondo grado BMI 35-39.9
Obesità di terzo grado BMI ≥ 40

Esistono poi altri tipi di cisti, come le cisti dermoidi, che sono dovute alla presenza di residui del tessuto embrionale e quelle endometriosiche, associate alla presenza di endometriosi.

Un nemico (spesso) nascosto

Spesso le cisti ovariche non danno sintomi ed è un esame ecografico a svelarne la presenza ancora prima che si abbiano disturbi.

In altri casi si manifestano con aumento di peso e irregolarità del ciclo mestruale che, nel caso della sindrome dell'ovaio policistico, può addirittura scomparire.

A volte, poi, si avvertono senso di pesantezza e gonfiore addominale e al seno o dolori pelvici anche molto forti, che si possono irradiare alla schiena e alle cosce, soprattutto nei periodi vicini alle mestruazioni e se la cisti è di grosse dimensioni.

In particolare, dolori acuti, improvvisi e molto forti possono essere associati alla rottura o alla torsione della cisti. In questi casi si possono aggiungere sintomi come nausea e febbre.

Infine, i dolori possono essere avvertiti anche durante i rapporti sessuali o urinando.

Un caso particolare: l'ovaio policistico

La sindrome dell'ovaio policistico costituisce un caso a sé perché, in genere, l'intero ovaio ha dimensioni maggiori rispetto al normale e la sua superficie appare punteggiata proprio per la presenza di un numero molto elevato di cisti.

Oltre a essere associata a irregolarità mestruali, si accompagna spesso a sovrappeso, irsutismo, acne, infertilità, obesità, iperglicemia e aborti spontanei ricorrenti.

Inoltre, questa patologia è tipicamente associata ad anomalie nei livelli degli ormoni associati all'attività dell'ovaio (ormone luteinizzante, androgeni) e della SHBG - sex hormone binding protein; così come a un aumento dell'insulina e dell'incapacità delle cellule di rispondere all'azione dell'insulina stessa, tipica di alcune forme di diabete.

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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