Cheratosi attiniche: cause, terapie e prevenzione

Chiazze arrossate coperte da squame che raramente prudono. È la cheratosi attinica, una patologia che, se non curata, può trasformarsi in un carcinoma.

La cheratosi attinica si presenta comunemente negli ultracinquantenni (più spesso negli uomini) e si manifesta con forme diverse: macchie piatte, placche ruvide e squamose o talvolta spesse.

Le lesioni compaiono prevalentemente su volto, mani e braccia, décolleté, la testa dei calvi e le gambe, insomma quelle zone del corpo che nel corso degli anni sono state maggiormente esposte ai raggi ultravioletti. È possibile che a distanza di tempo compaiano nuove cheratosi nella medesime aree.

I numeri sono in crescita: in Italia le stime indicano che circa il 20% delle persone di 50-60 anni e fino al 40% di chi ha più di 70 anni presenta almeno una lesione. Inoltre, chi ha pelle e capelli chiari o rossi ed efelidi è maggiormente soggetto. Coloro che svolgono lavori all’aperto come agricoltori e marinai o gli appassionati di vela o golf hanno un rischio più elevato di sviluppare la malattia.

Diagnosi

«La diagnosi generalmente è clinica e viene fatta durante la visita– spiega Gabriele Scarabelli, dermatologo all’Ospedale San Gerardo di Monza. In caso di dubbi è utile la dermatoscopia, una metodica che utilizza uno strumento ottico che aumenta la sensibilità diagnostica, o una biopsia seguita dalla conferma istologica».

Terapie

Tutte le cheratosi attiniche devono essere curate in quanto non è possibile prevedere quale potrà evolvere in un carcinoma spinocellulare invasivo.

Non esiste un trattamento universale, la cura deve essere scelta in base a:

  • localizzazione della macchia
  • dimensione della macchia
  • età della persona.

Alcuni trattamenti, come crioterapia, laserterapia e diatermocoagulazione, vanno effettuati in ambulatorio; la rimozione chirurgica può lasciare delle piccole cicatrici.

La terapia fotodinamica consiste nell’applicare una crema che contiene un agente fotosensibilizzante, per poi irradiare l’area con una lampada LED.

«I trattamenti locali danno buoni risultati, ma è necessario – spiega l’esperto – che il paziente sia costante nell’applicare la crema per un periodo che va dalle 4 alle 12 settimane, due volte al giorno. Da un paio di anni sono disponibili dei nuovi farmaci per uso locale che possono essere adattati alle diverse esigenze terapeutiche».

Day Light Photodynamic Therapy

Si tratta di una terapia molto efficace che permette di trattare aree estese in un’unica seduta.

«L’intervento è semplice – spiega Gabriele Scarabelli –e non ha controindicazioni rilevanti: si pratica una leggera abrasione superficiale dell’area, poi si applicano un filtro chimico e una crema specifica. A questo punto il paziente deve esporsi, per circa 2 ore, alla luce del sole. Infine viene ripulita l’area e si può tornare a casa, avendo cura di mantenere la zona ben pulita fino alla completa rigenerazione dell’epidermide. Dopo 3 mesi è prevista la visita di controllo».

Prevenzione

Per prevenire le cheratosi attiniche è bene utilizzare sempre creme protettive con fattori di protezione alti (oltre il 30), cappello per i calvi, e, se si trascorrono diverse ore all'aria aperta, indossare magliette con maniche lunghe e pantaloni lunghi.

Livia Gamondi
Livia Gamondi
Milanese da sempre. Ha conseguito, dopo la maturità scientifica, la laurea in Lingue e letterature straniere moderne presso l’Università Statale di Milano e frequentato la SDA Bocconi per un corso di Marketing di 6 mesi. Un forte interesse per la comunicazione l’ha portata ad occuparsene in agenzie di pubblicità. Dopo un paio d’anni è iniziato il percorso in aziende farmaceutiche, esperienza che è durata oltre vent’anni in diverse multinazionali. Ha contribuito al lancio di farmaci in Italia che hanno cambiato la storia di patologie gravi e invalidanti come sclerosi multipla, diabete e leucemia mieloide cronica. Una passione per la comunicazione e la divulgazione scientifica per condividere informazioni la hanno spinta a scrivere per diverse testate e a collaborare con agenzie di comunicazione. Nel 2017 è entrata nel team di free-lance di Clorofilla e scrive per Saperesalute.it. È membro Unamsi, Unione nazionale medico scientifica di informazione. Nel tempo libero è una runner appassionata, ma non fanatica. E in inverno non rinuncia a sciare. Ha una grande passione per i viaggi. E nel tempo libero ama leggere, andare al cinema e a teatro, e visitare mostre.

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