Celiachia non trattata in gravidanza e rischi per il feto

DOMANDA

Sono alla 16a settimana di gravidanza e non è possibile quindi una diagnosi certa di celiachia. Ho iniziato gli accertamenti per celiachia per una sideropenia che ho da quasi 30 anni, poi ho scoperto che l'intolleranza comporta anche ipotiroidismo, che io ho. Gli esami degli anticorpi anti-transglutaminasi sono negativi, è risultato positivo solo il DQ8, ma la gastroenterologa mi ha messo a dieta senza glutine ferrea, fino a fine gravidanza, per un eventuale rischio di aborto. I rischi sulla gravidanza sono solo supposti o ci sono dati certi? Cosa potrebbe succedere se due volte al mese mangio il glutine?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Samanta Mazzocchi, Specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva

È nota in letteratura una chiara correlazione tra celiachia non diagnosticata e aumento degli aborti spontanei. Normalmente la percentuale di aborto spontaneo è del 10 per cento, se una donna è però affetta da celiachia e non tratta la patologia, quindi non segue una dieta priva di glutine, può arrivare a un rischio vicino al 20 per cento. Durante la gestazione l'apporto di sostanze nutritive è particolarmente importante per la buona salute del feto, una celiachia non curata in maniera adeguata può influire in maniera considerevole in questo processo aumentando il rischio di aborto e malformazioni congenite. La dieta senza glutine deve essere ferrea per poter essere una terapia adeguata, anche se c’è solo una minima possibilità che lei sia celiaca, e nonostante questa non sia ancora accertata, tenga conto dei rischi a cui va incontro.

Samanta Mazzocchi
Specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2002 presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha operato come studente interna e poi come specializzanda presso l’Istituto di Medicina Interna del Policlinico IRCCS San Matteo di Pavia, dove nel 2008 ha conseguito il diploma di Specializzazione in "Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva".
Dal 2009 presta servizio presso l’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Policlinico di San Donato Milanese. Dal 2013 opera come dirigente medico presso l’UO di Medicina dell’Ospedale di Castel San Giovanni, Azienda Ospedaliere di Piacenza, in qualità di Medico Gastroenterologo, occupandosi sia dell’ambulatorio di gastroenterologia sia di endoscopia digestiva.
Ha partecipato a diversi corsi e congressi di aggiornamento ed è coautrice di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.
Nel febbraio 2004 ha partecipato a Bologna al “Corso residenziale di addestramento sulle metodiche di studio della motilità gastro-intestinale”.
Nel maggio 2008 è stata relatrice al Corso “Screening, inquadramento e trattamento delle disfagie neurogene” a Pavia con una relazione sul Ruolo della manometria esofagea.
Nel novembre 2009 è stata relatrice al Corso “Se il freddo fa diventare la mani blu”, a Grumello del Monte (BG) con la relazione “le complicanze gastroenteriche e terapia”.
Nel Marzo 2010 è stata relatrice al Simposio di Chirurgia Colorettale funzionale dal titolo “Le disfunzioni del pavimento pelvico”, presso il Policlinico San Donato Milanese.

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