Automisurazioni della pressione: procedure e risultati

DOMANDA

Dopo che in Novembre mi trovarono la minima piuttosto alta (90 mmHg) da diversi mesi faccio delle automisurazioni della pressione con sfigmomanometro. Vorrei capire la procedura esatta per la misurazione visto che ho variazioni importanti tra la misurazione da sdraiato, quella da seduto con l'avambraccio all'altezza del cuore e quella da seduto con gomito e avambraccio molto più bassi del cuore. Non sono variazioni enormi, ma fanno differenza a livello psicologico: 75/80 e 115/120 nei primi due casi, 85/90 e 130/135 nel terzo caso.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Claudio Panciroli, Cardiologo

Va innanzitutto sottolineato un concetto fondamentale: la pressione arteriosa (PA) si modifica minuto per minuto, con oscilazioni anche di 5 mmHg a volte 10 mmHg per la massima, non siamo una macchina e siamo soggetti a numerose variazioni giornaliere (per emozioni ad esempio). La sua PA riportata è assolutamente normale. Non inizi un vortice di ansia con più misurazioni al giorno in diverse posizioni o situazioni, siamo in biologia: vi sono sempre modificazioni non sempre giustificabili. L'automisurazione è l'unica affidabile per fare diagnosi di ipertensione essenziale (cioè senza danni d'organo). Va fatta a riposo dopo 5 minuti di relax seduti ed è ininfluente la posizione del braccio; usare solo misuratori elettronici al braccio (vanno tutti bene) facendo attenzione che il bracciale sia di giusta misura e non usare mai misuratori al polso (in questa sede il risultato dipende anche dalla posizione e altezza del braccio e non sono sempre affidabili). Per fare diagnosi di ipertensione bisogna controllare la PA in diversi orari del giorno per circa un mese e poi fare valutare i risultati al proprio medico/cardiologo.

Claudio Panciroli
Cardiologo
Dal 1985 esercita la professione presso l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi, in USS Interdipartimentale di Emodinamica di cui è responsabile e in USC di Cardiologia e, privatamente, in ambulatorio.
Laureato e specializzato presso l’Università degli studi di Pavia, dal 1996 si occupa principalmente di emodinamica e dal 2001 anche di interventistica coronarica.
Ha frequentato negli anni, per studio, i seguenti reparti ospedalieri: CNR Fisiologia Clinica di Pisa, Centro Medico di Montescano, Cardiologia di Trieste, Centro Trapianti di Milano Niguarda Cardiologia, l’emodinamica di Cittadella (PD), l’emodinamica di Legnano, l’emodinamica di Pavia (consecutivamente per 5 anni in comando periodico), l’emodinamica HSR Milano occupandosi di Angina di Prinzmetal ed aritmie ischemiche, scompenso cardiaco, sindromi coronariche acute, IMA.
Ha ricoperto diversi incarichi pubblici, tra i quali: Ufficiale Medico con incarico di Dirigente del Servizio Sanitario, Direttore sanitario provinciale CRI Lodi, VicePresidente CRI Lodi, Presidente Lega Navale Italiana sez. Lodi, Insegnante scuola infermieri AO Lodi.
È autore e coautore di 153 pubblicazioni scientifiche tra articoli ed abstracts su riviste cardiologiche nazionali ed internazionali; è stato relatore a 34 congressi/convegni nazionali ed a 10 congressi di cardiologia internazionali.
Ha eseguito diversi studi clinici policentrici; ora sono in corso o appena conclusi cinque studi clinici policentrici per l’emodinamica (Early ACS, Cactus, Patogenesi della trombosi acuta nell’IMA, Apical Balloning, BLINK)

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